Girovagando per internet mi sono imbattuto nel Monastero della visitazione di S. Maria a Baggiovara in provincia di Modena
Origini dell'Ordine della Visitazione
La fondazione
La fondazione
Il 24 maggio 1610 Francesco di Sales scriveva al Padre Pollien: «... sapendo quante giovani desiderano ritirarsi dal mondo e non possono realizzare questo loro ideale nelle famiglie religiose già fondate,... io apro loro la porta di una piccola congregazione...».
Nella festa della SS. Trinità, 6 giugno 1610, la Madre Giovanna Francesca di Chantal e le sue due prime figlie entrano nella piccola casa della Galleria, ad Annecy.
San Francesco di Sales mise nelle mani della nostra Fondatrice un compendio delle nostre Costituzioni scritte di suo pugno: «Seguite questa via, mia carissima Figlia, le disse, e fatela seguire da tutte quelle che il cielo ha destinato a seguire i vostri passi».
La Visitazione è fondata.
Nella festa della SS. Trinità, 6 giugno 1610, la Madre Giovanna Francesca di Chantal e le sue due prime figlie entrano nella piccola casa della Galleria, ad Annecy.
San Francesco di Sales mise nelle mani della nostra Fondatrice un compendio delle nostre Costituzioni scritte di suo pugno: «Seguite questa via, mia carissima Figlia, le disse, e fatela seguire da tutte quelle che il cielo ha destinato a seguire i vostri passi».
La Visitazione è fondata.
L'ispirazione originale
Perché questa fondazione? San Francesco di Sales stesso l'ha spiegato frequentemente: « Per dare a Dio delle figlie di preghiera e delle anime così interiori, che siano giudicate degne di servire la sua Maestà infinita e di adorarla in spirito e verità. Lasciando che i grandi Ordini già stabiliti nella Chiesa onorino nostro Signore con opere e virtù appariscenti, io voglio che le mie figlie non abbiano altro ideale che quello di glorificarlo con il loro annientamento...».
«... per seguire con maggiore facilità, libertà ed efficacia nostro Signore, ascoltando la voce di Colui che le chiama a seguirlo, lasciano... tutto come gli Apostoli; loro unica premura è piacere a Dio e seguirlo, non volendo che il loro cuore sia diviso e distratto da mille cose, ma cercando semplicemente, con cuore integro, l'unità del solo e unico amore di Dio».
Copiose e meravigliose furono le grazie straordinarie, con le quali il Signore mostrò chiaramente di gradire quella vita, intessuta con gli annientamenti del Verbo divino, nel nascondimento semplice, sereno e costante di Nazareth.
All'inizio, in questa piccola congregazione non vi erano voti solenni, ma una grandissima perfezione interiore.
«... non avendo questa congregazione molte austerità,... è necessario che il fervore della carità e la forza di un'intima risoluzione suppliscano a tutto questo,... affinché in questa congregazione si avveri la parola dell'Apostolo, il quale assicura che il vincolo della carità è il vincolo della perfezione».
In un primo tempo le sorelle potevano uscire per qualche atto di carità nei dintorni.
«Perché, quanto alla visita degli ammalati, fu piuttosto aggiunta come esercizio rispondente alla pietà di quelle che iniziarono questa congregazione e alla necessità del luogo dove si trovavano, che non quale fine principale».
Dal 1 ° luglio 1610, san Francesco di Sales volle che la sua piccola congregazione si chiamasse: Visitazione Santa Maria, «perché trovava in questo mistero, egli diceva, mille caratteristiche spirituali, che gli offrivano una cognizione singolare dello spirito che desiderava stabilire nel suo Istituto».
«... poiché era un mistero nascosto e, siccome nella Chiesa non era celebrato così solennemente come gli altri, lo fosse almeno nella nostra congregazione».
S. Francesco di Sales, secondo lo spirito che gli è proprio di abbandonare decisamente i sentieri battuti per mirare all'essenziale, tenta un'esperienza simile a quella che gli ha fatto pubblicare l'Introduzione alla vita devota.
Dopo aver assicurato che una vita profondamente cristiana è alla portata di tutti, egli apre le porte di una autentica vita religiosa ad ogni anima chiamata da Dio: «Parecchie giovani e donne, divinamente ispirate, sovente aspirano alla vita religiosa, le quali però, o per la loro gracile costituzione naturale, o per l'età, o infine per non essere inclinate alla pratica delle austerità e dei rigori esterni, non possono entrare nei monasteri in cui si praticano grandi penitenze corporali...
«Affinché, dunque, tali anime avessero un sicuro asilo..., questa congregazione è stata eretta in modo che nessuna grande asprezza possa impedire alle gracili di potervi entrare per applicarsi alla perfezione del divino amore».
Il Fondatore però mette due condizioni: «la prima, che esse siano persone veramente chiamate da Dio; la seconda, che abbiano le condizioni richieste per questo genere di vita... Dunque, la buona vocazione non è altro se non la volontà risoluta e costante che la persona chiamata ha di voler servire Dio nel modo e nel luogo dove sua divina Maestà la chiama».
II Padre de Villars S.J. esprime la sua approvazione al Fondatore in questi termini:
«Mi sembra, Monsignore, che questa Congregazione mancasse ancora alla Chiesa e che Dio abbia suscitato voi in questi nostri giorni per fondarla. Certamente nostro Signore ha visitato il suo popolo, e bisogna credere che la benedizione dell'inizio si estenderà abbondantemente: poiché che cosa mancava alle gracili se non questa mitezza?... che cosa potevano desiderare le vigorose e ferventi se non questa mortificazione?». Il Santo infatti, da profondo psicologo, mette la scure alla superbia, radice di tutte le passioni; tanto che, malgrado «la sua unica mitezza, venne dichiarato il censore più rovente dell'orgoglio».
«... per seguire con maggiore facilità, libertà ed efficacia nostro Signore, ascoltando la voce di Colui che le chiama a seguirlo, lasciano... tutto come gli Apostoli; loro unica premura è piacere a Dio e seguirlo, non volendo che il loro cuore sia diviso e distratto da mille cose, ma cercando semplicemente, con cuore integro, l'unità del solo e unico amore di Dio».
Copiose e meravigliose furono le grazie straordinarie, con le quali il Signore mostrò chiaramente di gradire quella vita, intessuta con gli annientamenti del Verbo divino, nel nascondimento semplice, sereno e costante di Nazareth.
All'inizio, in questa piccola congregazione non vi erano voti solenni, ma una grandissima perfezione interiore.
«... non avendo questa congregazione molte austerità,... è necessario che il fervore della carità e la forza di un'intima risoluzione suppliscano a tutto questo,... affinché in questa congregazione si avveri la parola dell'Apostolo, il quale assicura che il vincolo della carità è il vincolo della perfezione».
In un primo tempo le sorelle potevano uscire per qualche atto di carità nei dintorni.
«Perché, quanto alla visita degli ammalati, fu piuttosto aggiunta come esercizio rispondente alla pietà di quelle che iniziarono questa congregazione e alla necessità del luogo dove si trovavano, che non quale fine principale».
Dal 1 ° luglio 1610, san Francesco di Sales volle che la sua piccola congregazione si chiamasse: Visitazione Santa Maria, «perché trovava in questo mistero, egli diceva, mille caratteristiche spirituali, che gli offrivano una cognizione singolare dello spirito che desiderava stabilire nel suo Istituto».
«... poiché era un mistero nascosto e, siccome nella Chiesa non era celebrato così solennemente come gli altri, lo fosse almeno nella nostra congregazione».
S. Francesco di Sales, secondo lo spirito che gli è proprio di abbandonare decisamente i sentieri battuti per mirare all'essenziale, tenta un'esperienza simile a quella che gli ha fatto pubblicare l'Introduzione alla vita devota.
Dopo aver assicurato che una vita profondamente cristiana è alla portata di tutti, egli apre le porte di una autentica vita religiosa ad ogni anima chiamata da Dio: «Parecchie giovani e donne, divinamente ispirate, sovente aspirano alla vita religiosa, le quali però, o per la loro gracile costituzione naturale, o per l'età, o infine per non essere inclinate alla pratica delle austerità e dei rigori esterni, non possono entrare nei monasteri in cui si praticano grandi penitenze corporali...
«Affinché, dunque, tali anime avessero un sicuro asilo..., questa congregazione è stata eretta in modo che nessuna grande asprezza possa impedire alle gracili di potervi entrare per applicarsi alla perfezione del divino amore».
Il Fondatore però mette due condizioni: «la prima, che esse siano persone veramente chiamate da Dio; la seconda, che abbiano le condizioni richieste per questo genere di vita... Dunque, la buona vocazione non è altro se non la volontà risoluta e costante che la persona chiamata ha di voler servire Dio nel modo e nel luogo dove sua divina Maestà la chiama».
II Padre de Villars S.J. esprime la sua approvazione al Fondatore in questi termini:
«Mi sembra, Monsignore, che questa Congregazione mancasse ancora alla Chiesa e che Dio abbia suscitato voi in questi nostri giorni per fondarla. Certamente nostro Signore ha visitato il suo popolo, e bisogna credere che la benedizione dell'inizio si estenderà abbondantemente: poiché che cosa mancava alle gracili se non questa mitezza?... che cosa potevano desiderare le vigorose e ferventi se non questa mortificazione?». Il Santo infatti, da profondo psicologo, mette la scure alla superbia, radice di tutte le passioni; tanto che, malgrado «la sua unica mitezza, venne dichiarato il censore più rovente dell'orgoglio».
Storia del monastero
della Visitazione santa Maria di Modena - Baggiovara
Non aveva che 16 anni la Contessina Laura Martinozzi allorché, chiamata dallo zio materno, il Cardinale Mazzarino, a Parigi con la Madre (la Contessa Margherita) e la sorella Anna Maria, nel 1652 sostò durante il viaggio per sei mesi ad Aix in Provenza ed ottenne dal Papa, per mezzo dello zio Cardinale, il permesso di soggiornare nel Monastero della Visitazione di quella città.
Qui l'attendeva il Signore. Più tardi, sposa al Duca Alfonso IV d'Este e Duchessa di Modena, usò ogni mezzo a sua disposizione per estendere la devozione a S. Francesco di Sales, per farne tradurre le opere in italiano e per realizzare il suo sogno: fondare un Monastero della Visitazione nella capitale del suo Ducato.
Frattanto il Signore le aveva concesso solo una bimba. Per l'erede affidò la sua causa a S. Francesco di Sales nell'anno stesso della sua beatificazione (1661), facendo voto di fondare in Modena un monastero della Visitazione, a grazia ottenuta. E l'anno seguente venne alla luce un piccolo Francesco.
La Duchessa, felice, si accinse coraggiosamente a superare ogni difficoltà per adempiere il suo voto. A soli 26 anni, vedova, la Duchessa Laura si trovò con il peso del governo dei suoi Stati, essendo stata nominata reggente durante la minore età del piccolo Duca Francesco.
della Visitazione santa Maria di Modena - Baggiovara
Non aveva che 16 anni la Contessina Laura Martinozzi allorché, chiamata dallo zio materno, il Cardinale Mazzarino, a Parigi con la Madre (la Contessa Margherita) e la sorella Anna Maria, nel 1652 sostò durante il viaggio per sei mesi ad Aix in Provenza ed ottenne dal Papa, per mezzo dello zio Cardinale, il permesso di soggiornare nel Monastero della Visitazione di quella città.
Qui l'attendeva il Signore. Più tardi, sposa al Duca Alfonso IV d'Este e Duchessa di Modena, usò ogni mezzo a sua disposizione per estendere la devozione a S. Francesco di Sales, per farne tradurre le opere in italiano e per realizzare il suo sogno: fondare un Monastero della Visitazione nella capitale del suo Ducato.
Frattanto il Signore le aveva concesso solo una bimba. Per l'erede affidò la sua causa a S. Francesco di Sales nell'anno stesso della sua beatificazione (1661), facendo voto di fondare in Modena un monastero della Visitazione, a grazia ottenuta. E l'anno seguente venne alla luce un piccolo Francesco.
La Duchessa, felice, si accinse coraggiosamente a superare ogni difficoltà per adempiere il suo voto. A soli 26 anni, vedova, la Duchessa Laura si trovò con il peso del governo dei suoi Stati, essendo stata nominata reggente durante la minore età del piccolo Duca Francesco.
Mise mano alla costruzione del monastero, ottenne dal Papa Clemente IX i Brevi necessari alla fondazione, e dall'Arcivescovo d'Aix il permesso per avere delle Visitandine in quella città. Il viaggio delle nove religiose assegnate durò circa quaranta giorni: dal 16 marzo al 23 aprile del 1669. L'ingresso in Modena fu un vero trionfo. Il 30 aprile fu il giorno scelto per la fondazione.
Dietro tali gioie si preparavano i dolori. Durante il periodo napoleonico il monastero venne soppresso e le monache furono costrette a vestire abiti secolari e a pagare alla Nazione l'affitto del loro alloggio nella propria casa! La conservazione del monastero però era una grazia segnalata.
Le Visitandine vi riconobbero la mano potente della Vergine di Consolazione e Provvidenza e, in riconoscenza, promisero di solennizzare ogni anno il giorno in cui la Vergine si era degnata venire a dimorare tra le sue figlie, cioè il 28 settembre.
Il monastero venne visitato da Pio VII, Pio IX che sostennero e incoraggiarono le monache a proseguire nella loro vita di nascondimento e di fede. Accanto a tali privilegi, le monache ebbero da sostenere i travagli della Rivoluzione Francese e delle due guerre mondiali. Furono costrette all'abbandono momentaneo del monastero e all'incameramento dei beni.
Nonostante tutte le dure prove, la misericordia di Dio ha trionfato e il 1° settembre 1963, con la presenza dell'Arcivescovo di Modena mons. Giuseppe Amici e del vescovo di Carpi mons. Artemio Prati, le monache hanno preso possesso del nuovo Monastero per continuare la loro vita contemplativa per la gloria di Dio e per la salvezza delle anime.
Dietro tali gioie si preparavano i dolori. Durante il periodo napoleonico il monastero venne soppresso e le monache furono costrette a vestire abiti secolari e a pagare alla Nazione l'affitto del loro alloggio nella propria casa! La conservazione del monastero però era una grazia segnalata.
Le Visitandine vi riconobbero la mano potente della Vergine di Consolazione e Provvidenza e, in riconoscenza, promisero di solennizzare ogni anno il giorno in cui la Vergine si era degnata venire a dimorare tra le sue figlie, cioè il 28 settembre.
Il monastero venne visitato da Pio VII, Pio IX che sostennero e incoraggiarono le monache a proseguire nella loro vita di nascondimento e di fede. Accanto a tali privilegi, le monache ebbero da sostenere i travagli della Rivoluzione Francese e delle due guerre mondiali. Furono costrette all'abbandono momentaneo del monastero e all'incameramento dei beni.
Nonostante tutte le dure prove, la misericordia di Dio ha trionfato e il 1° settembre 1963, con la presenza dell'Arcivescovo di Modena mons. Giuseppe Amici e del vescovo di Carpi mons. Artemio Prati, le monache hanno preso possesso del nuovo Monastero per continuare la loro vita contemplativa per la gloria di Dio e per la salvezza delle anime.
Storia dell'Ordine e del Monastero molto interessante! ho riportato la storia tratta dal loro sito il cui fondatore fu San Francesco di Sales e vi invito a vistarlo soprattutto perchè è presente una bellissima collezione di "Immaginette sacre" incisioni che coprono tre lustri dal 1600 al 1800 da vedere bellissime incisioni! L'indirizzo web è il seguente:


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