Perché Santi tra le mani

Vi siete mai trovati fra le mani un santino?
Naturalmente non quelli odierni, magari che conservava vs nonna?
Bene voglio farvi riflettere su un punto .
Quel santino è molto più di un "pezzo di carta".
Non rappresenta solo un immagine da coservare .
Immaginate solo per un momento perchè vi ritrovate quel santino, perchè qualcuno lo ha conservato gelosamente !
Perchè magari gli è stato donato da una persona cara, o solo perchè era devoto a quel santo.
*Ma la cosa affascinante è il ritrovare su alcuni di essi scritte in bella o brutta grafia, frasi di preghiera, di augurio, di ricordo o di dedizione o magari solo una firma o una data.
Per lo più a volte sono parole semplici o anche forbite poesie magari in rima . Quindi testimoniano una fede autentica e un epoca che è passata.*(frase del collezionista Mario Tasca)
Per non parlare poi della loro bellezza intrinseca santini fatti a mano, disegnati e colorati da mani leggere e esperte, da artisti per lo più ignoti che hanno creato piccoli capolavori .
In questo mio blog, oltre a presentare la mia collezione che potete visionare nella slide a destra settimanalmente, prenderò in esame un santino o un argomento che mi sta più a cuore cercando di darvi più notizie possibili.
Ovviamente si accettano commenti critiche suggerimenti e approvazioni.
Buona lettura!

FRASI CELEBRI

"Chi è
capace di creare immagini,
come e quando vuole,
non conosce la tristezza
della realtà quotidiana
e può dar libero sfogo
alla magia delle sue allucinazioni"
S.Dalì

Ogni grande opera d'arte ha due facce, una per il proprio tempo e una per il futuro, per l'eternità
Daniel Barenboim

Si usa uno specchio di vetro per guardare il viso e si usano le opere d'arte per guardare la propria anima.
George Bernard Shaw
Vivere nel mondo senza diventare consapevoli del suo significato è come aggirarsi in una grande biblioteca senza toccarne i libri.
[Manly P. Hall]
"Il SAPERE rende LIBERI è l'Ignoranza che rende PRIGIONIERI".
Socrate


PREFAZIONE
LA FILICONIOMANIA DI GIOVANNI BATTISTA BONDESAN

E' l'interesse per la cultura in generale, e la forte passione per un prezioso settore storico ed artistico purtroppo trascurato che a partire dal 2002 ha impegnato con fervore singolare Giovanni Battista in una rigorosa, approfondita e puntuale ricerca.
La quale non si è svolta in un ambito ristretto, ma via via si è estesa ai Santuari, alle Chiese, agli Archivi, alle Biblioteche, ecc. ecc. fino alle persone interessate e sensibili, da quelle colte e titolate alle più semplici, depositarie "spesso" di Immaginette devozionali, conservate gelosamente e ordinate per il gusto di collezionare e per il piacere di conservare il ricordo tramandato.
Si tratta a mio avviso di una "mania" encomiabile, che va molto apprezzata e sostenuta per un duplice motivo.
Il primo consiste nel fatto che Bondesan con le sue originali ricerche, sempre rigorosamente documentate, sta arricchendo con nuovi contributi questo significativo settore dimostrando tra l'altro, come l'arte "dei Pezzettini di Carta" non è "Minore" ma esprime con la più alta dignità l'evoluzione della cultura e l'intreccio tra la componente Cattolica Cristiana e l'influenza di impliciti elementi del Classicismo Greco e del Giudaismo sino a cogliere talvolta sottili implicanze con alcune espressioni della cultura Massonica.
Ritengo che siano soprattutto validi i suoi efficaci interventi chiarificatori sui significati della complessa ricca ed insieme misteriosa simbologia ricorrente.
Il secondo motivo, anche da lodare sta nella opportuna e instancabile divulgazione degli esiti via via acquisiti con le sue faticose ricerche e con studi approfonditi sia attraverso il dialogo con tutti coloro che si interessano di queste problematiche sia in occasione dei convegni che nei chiari e frequenti interventi sul Blog.
In conclusione auguro a Giovanni Battista di raccogliere finalmente tutte le soddisfazioni che merita, in quanto giovane studioso e che possa continuare ad arricchire con il suo esemplare entusiasmo.
Professor Vittoriano Caporale
Ordinario in quiescenza di Storia della Pedagogia Università di Bari e già Docente di Storia delle Tradizioni Popolari Università di Taranto sede distaccata di Bari.

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martedì 23 aprile 2013

È nato il Forum dei filiconici!




Cari Lettori e amici collezionisti,
è con immenso piacere che annuncio il ritorno di Biagio più in Gamba di prima!
Con il suo NUOVO SITO :

L'ACCADEMIA DEI FILICONICI  

Un FORUM fatto su misura per noi "Malati" di Filiconiomania.
All'interno del Forum vi sono molte aree di discussione suddivise per tematiche, potrete fare domande direttamente ai  vari moderatori (il sottoscritto al momento si occuperà di moderare l'area riguardante le tematiche e in particolar modo dei Santini Esoterici) oppure discorrere piacevolmente tra di voi, inserire immagini nella galleria o creare un vostro album e infine potrete scambiare i vostri santini ma anche vederli.
Insomma il Forum è una nuova opportunità di confronto e perchè no anche di nuove amicizie.
Che altro dire, vi aspettiamo in tanti!
Ora la parola al mio Amico Biagio.

È nato il Forum dei filiconici!
Vi piacerebbe trovare un luogo, vicino casa magari, dove ritrovarvi con altri amici che hanno la vostra stessa passione? Discutere insieme delle tematiche preferite, delle rispettive raccolte, di questa o quell'immaginetta religiosa che vorreste avere nella vostra collezione? E poi di questioni pratiche, per esempio su come conservare al meglio le immaginette, come classificarle, dove comprarle ai prezzi migliori, etc. O problemi che riguardano l'identificazione esatta di un soggetto raffigurato, o l'attribuzione a un editore o incisore... Nel frattempo, potreste guardare gli album degli altri collezionisti ed esibire le vostre immaginette.
Tutte azioni che, come sapete, carissimi amici, noi collezionisti di immaginette religiose possiamo fare in quelle rare occasioni nelle quali riusciamo a incontrarci, ma che purtroppo, per quanto piacevolissime, lasciano l'amaro della brevità.
È per questo che abbiamo creato il Forum dell'Accademia dei Filiconici. Un luogo, virtuale per il momento, dove riunirci tutti, collezionisti esperti o semplici appassionati, per chiacchierare  e discutere dei vari argomenti relativi all'oggetto della nostra comune passione.

Biagio Gamba

Al Forum si può partecipare semplicemente iscrivendosi gratuitamente, all'indirizzo  www.accademiadeifiliconici.com.

Di seguito una breve guida per effettuare l'iscrizione:
1)      Effettuato l'accesso, sulla home, cliccate sul pulsante verde “Registra”, accettate le condizioni di utilizzazione del forum cliccando in basso su “Accetto queste condizioni”;
2)      Inserite nell'apposita mascherina il vostro “Nome utente”, il vostro “Indirizzo Email” e infine la password “Parola d'ordine”. Quindi cliccate su “Salvare le modifiche”;
3)      A questo punto dovrete “Confermare la parola d'ordine” digitando di nuovo la password che avete scelto e infine inserire il “Codice di conferma”. Fate molta attenzione a questo codice, costituito da lettere e/o numeri: digitatele esattamente, una dopo l'altra, senza lasciare spazi, facendo attenzione a copiarle esattamente come le vedete (minuscole e/o maiuscole). Quindi “Salvare le modifiche”.
4)      Se avrete eseguito tutto correttamente, la registrazione sarà avvenuta. Vi manca solo di andare nella vostra mail, dove troverete un messaggio automatico inviatovi dal Forum. Cliccate sul link per confermare la vostra registrazione e... siete membri del Forum.
5)      Un consiglio: qualora non dovreste trovare il messaggio sulla vostra mail, date un'occhiata nella casella "spam". In alcuni casi, il provider direziona direttamente lì alcune mail, considerandole pubblicità.

mercoledì 17 aprile 2013

SAN BIAGIO LE RUNE E LO SQUALO CHLAMYDOSELACHUS



In questo nuovo post torniamo a parlare di San Biagio (per la felicità del mio amico Biagio Gamba).
Nel passato Post   sul Santo abbiamo scoperto l'interazione che in alcuni casi  esiste tra il numero di serie che alcune case editrice inserivano nell'immaginetta e il santo raffigurato, ma soprattutto come  nel caso di San Biagio  l'etimologia del  suo Nome sia  legata al Dio Saturno.
Tale legame ci permetterà di comprendere meglio il Santino che sto per presentarvi, che naturalmente contiene una simbologia che lo conduce a far parte di quella serie di Santini  da me denominati "Celebrativi" al cui interno è celato un messaggio che esula dal contesto religioso.
Troveremo inoltre una nuova simbologia  sempre legata alla cultura Massonica.
Il Santino in questione è una incisione a bulino presumibilmente del XIXesimo secolo purtroppo di Autore Anonimo.
Rappresenta San Biagio,  conosciuto come protettore contro il mal di gola mentre opera la prodigiosa guarigione del bambino al quale si era confitta una spina di pesce nella gola, attorniato probabilmente da tre suoi seguaci , ne vediamo qui al lato una rappresentazione cromolitografica di fine 800.
Come possiamo intuire tale racconto è una metafora cioè un trasferimento di significato che si collega al sincretismo  (complesso di fenomeni e concezioni costituite dall'incontro e dalla fusione di forme religiose differenti) che San Biagio rappresenta.
Saturno inizialmente era venerato  come Dio dell'Abbondanza il suo nome è da connettere con la radice indoeuropea sat  da cui derivano le parole latine satis e satur che indicano appunto pienezza abbondanza ricchezza soddisfazione,e quindi  fu adorato anche dai pescatori per propiziarsi un abbondante pesca  e lo stesso Saturno è legato al pesce da una leggenda che trova le sue origini nella notte dei tempi. (che per motivi di spazio potete leggere su Aolamagna.it )
Saturno era conosciuto dalle prime popolazioni ebraiche col nome di El di derivazione semitica e alle concezioni semitiche si rifacevano i Sadducei setta religiosa di Gerusalemme che si contrapponeva ai Farisei e a Cristo. 
Altro particolare che lega il Dio Saturno a San Biagio e che ci ricollega alla sua passio che lo vede in una grotta sono appunto il popolo dei Sadducei conosciuti anche col nome di  figli di Zadok o Sadok Sacerdote del Tempio di Salomone al tempo di Davide ma più probabilmente discendenti di Zedekiah Re di Gerusalemme che probabilmente da semplice scriba fu dapprima sacerdote e poi Re.
La leggenda ebraica narra  che Zedekiah,(o Sedekiah) ultimo re biblico di Gerusalemme, durante l’assedio finale babilonese alla città, abbia tentato di fuggire da Gerusalemme verso Gerico attraverso una caverna.
Fu catturato e portato al re babilonese Nabucodonosor, i suoi figli vennero assassinati davanti a lui e poi gli  furono cavati gli occhi (2 Re 25:1-6). 
Questa misteriosa caverna situata ad est della Porta di Damasco nella Città vecchia di Gerusalemme è profonda circa 1.000 piedi sotto la vecchia parete nord della città ed ha una storia di circa 2.000 anni che diventano 2.600, se si include la leggenda che le ha dato il nome.
Se apparentemente si parla di due persone diverse Zadok e Zedekiah nei Vangeli di Neemia cap 10 versetto 15-22  e Neemia capitolo 13 versetto 13 viene utilizzato lo stesso nome.
10.[15] Capi del popolo: Pareos, Pacat-Moab, Elam, Zattu, Bani,
10.[22] Mesezabeèl, Zadòk, Iaddua,


13.[13] affidai la sorveglianza dei magazzini al sacerdote Selemia, allo scriba Zadòk, e a Pedaia, uno dei leviti; ai quali aggiunsi Canan figlio di Zaccur, figlio di Mattania, perché erano reputati uomini fedeli. Il loro ufficio era di fare le ripartizioni tra i loro fratelli.

Concludiamo questo legame San Biagio-Dio-Saturno-Popolo Ebraico con un altra considerazione che nello specifico interessa principalmente questa incisione di cui parleremo più approfonditamente nel prosequio del post quando analizzeremo un simbolismo presente nell'immagine.
Il giorno di festa per il popolo ebraico è detto  Shabbat, il giorno sacro e Saturno in ebraico si scrive Shabbetay.
Passiamo ora ad analizzare  l'incisione e in particolar modo uno degli attributi di San Biagio la Mitria Vescovile che ha sul capo.
Da una prima analisi risulta alquanto strana.
La Mitria è composta di due fogli di stoffa pentagonali cuciti ai lati in modo che discostandoli si faccia posto per la testa e le punte restano così divaricate, dietro sono poste due strisce di stoffa dette infule.
Tali copricapi venivano  finemente ricamati  come si può vedere dalla  foto mentre si noti come la Mitria dell'incisione sia priva di decorazioni e i profili delle stoffe a forma pentagonale siano irregolari .

Proviamo ora a porre orizzontalmente  l'ingrandimento della Mitria si noti come questa assumi le sembianze di una testa di pesce 
Tale variazione dell'attributo primario che identifica San Biagio è uno stratagemma dell'incisore per dare alla figura con il copricapo un altra identità che sarà compresa  unicamente da una ristretta cerchia di persone e cioè da quei fratelli Massoni a cui è principalmente indirizzata, tanto da poter supporre che la divulgazione di tali incisioni non era effettuata diciamo  su larga scala ma appunto solo per pochi e magari consegnata direttamente dalle mani dell'autore,  quindi si può presumere che le "pseudo" immaginette religiose furono anche utilizzate come mezzo di satira (per denuncie politiche e sociali contro il Potere costituito o critiche verso il proprio Maestro di Loggia o ancora autocelebrative come nel caso del San Giuseppe di Josef Koppe) mostrando così le contraddizioni e promuovendo il cambiamento.

A conferma di ciò vi sono altri due particolari che analizzati avvaloreranno la mia ipotesi che vede questa incisione utilizzata come mezzo per un messaggio a contenuto massonico.
Si guardi attentamente la figura alla destra del Santo e la sua mano destra che risulta parzialmente nascosta.
Nei rituali del Royal Arch Degree of Freemasonry al 13 ° grado del Rito Scozzese il rituale di iniziazione rievoca il ritorno a Gerusalemme di tre massoni tenuti prigionieri a Babilonia. (tale rievocazione vi ricorda qualcosa? La cattura di Zedekiah e i suoi figli da parte del Re babilonese Nabucodonosor).
Non voglio allargarmi descrivendo tutta la cerimonia e il simbolismo, ma ad un certo punto, viene chiesto all’iniziato di imparare una parola segreta e un segno della mano in modo da poter attraversare una serie di “veli”.
La seguente immagine mostra il segno della mano necessario per passare attraverso il secondo velo, come documentato nel Duncan’s Masonic Ritual and Monitor.
“Maestro del Secondo Velo: “Hai assunto i ruoli di tre maestri eccellentissimi, o non saresti potuto arrivare fino a qui, non potrai proseguire oltre senza i miei consigli, i miei segni e le mie parole di esortazione.
Le mie parole sono Shem, Japhet, e Adoniram, il mio segno è questo: (nascondendo la mano nel petto), è ad imitazione di quella data da Dio a Mosè, quando comandò lui di infilarsi la mano nel petto, e, tirandola fuori si accorse che era diventata bianca come la neve.
La mia parola di esortazione è esplicativa di questo segno, e si trova negli scritti di Mosè, cioè, al quarto capitolo dell’Esodo “.:
“E il Signore disse a Mosè: Metti ora la tua mano nel tuo petto. E mise la mano sul proprio petto, e quando lo tirò fuori, ecco che la mano era diventata lebbrosa, bianca come la neve -Malcolm C. Duncan, Rituali Massonici Duncan e Monitor
Come detto sopra, questo gesto della mano si dica essere ispirato dal capitolo dell’Esodo 4:6. In questo versetto biblico, il cuore (“petto”) sta per ciò che siamo, la mano per quello che facciamo.
Può quindi essere interpretato in questo modo: Quello che siamo è ciò che in ultima analisi facciamo. 
Il significato simbolico di questo gesto potrebbe spiegare il motivo per cui è così ampiamente utilizzato dai massoni più importanti.
La mano nascosta consente agli altri iniziati di sapere che l’individuo raffigurato nell’opera (nel nostro caso tale gestualità è riferita all'Autore dell'incisione e al soggetto protagonista del messaggio) fa parte della confraternita segreta e che le sue azioni sono ispirate dalla filosofia massonica e dalle sue credenze.
Inoltre, la mano che esegue le azioni (la destra che nella simbologia è la mano del potere dello scettro e dell'azione) viene nascosta da un vestito, che simbolicamente si riferisce alla natura occulta delle azioni massoniche.
Altro simbolo che chiarisce la natura di questa incisione è un'altra mano che assume una postura  particolare la mano sinistra di San Biagio.
In epoca moderna tale atteggiamento è utilizzato soprattutto alle Hawai come simbolo di saluto tra serfisti.
A livello esoterico secondo il simbolismo degli archetipi tutto si basa sul principio secondo il quale ogni dito della mano è legato ad un elemento fondamentale della natura il pollice al fuoco, l'indice all'aria, il medio all'etere, l'anulare alla terra, il mignolo all'acqua.
Diamo ora un significato alla "nostra" mano, indice, medio e anulare sono chiusi a rappresentare il Cosmo nella sua totalità (Aria-Terra-Etere), il pollice (Fuoco) rappresenta lo Spirito dell'Uomo infine il mignolo (l'Acqua) la Conoscenza rappresenterebbe ne più nè meno un modo di riconoscere chi sa, chi ha coscienza di sè, un modo di riconoscersi dunque tra gli altri.
Un simbolismo universale per dire io so chi sono.
Per presentarsi con questa frase...Io sono colui che sa chi è.
Andiamo avanti nella nostra disamina e guardiamo un altro particolare presente nell'incisione .
Nell'immagine a destra poste sulla colonna vi sono due candele con relativi portacandela.
Nell'iconografia classica San Biagio è rappresentato solitamente con due candele tra le mani, considerate quindi attributi del Santo, come si può vedere nell'immagine di destra.
L'attributo che è legato ovviamente anche alla sua collocazione identifica il personaggio raffigurato , quindi ad esempio ricordando il passato post sulla Maddalena, la Croce (attributo primario) non essendo situata tra le braccia, in mano o nelle immediate vicinanze, perde  il suo  contenuto primordiale o per meglio dire,  la  nuova collocazione  data dall'autore assume  un ulteriore significato.   
Le due candele nell'accezione cristiana sono  simbolo di luce e rappresentano il potere divino, la saggezza, l'illuminazione, la conoscenza e quidi legate alla figura di San Biagio.
Come abbiamo potuto già appurare quest'ultimo fu una figura sincretica utilizzata per sostituire il culto pagano di Saturno  originariamente  dio dell'agricoltura e dell'abbondanza a cui  durante i Saturnali in suo onore  i romani  preparavano abbondanti banchetti  preparando  pani particolari e accendendo candele .
Stessa cosa avviene  ancora oggi in molte località d'Italia e all'estero durante la festività di San Biagio in cui vengono preparati pani particolari come le Panicelle (preparate in alcune località dell'Abruzzo) e durante la sua celebrazione liturgica, in molte chiese i sacerdoti benedicono le gole dei fedeli accostando ad esse due candele.
L'accensione di due candele e la preparazione di pani è comune anche all'Ebraismo e precisamente (come abbiamo accennato a inizio post), durante la festività dello Shabbat  che deriverebbe da Saturno che in ebraico si scrive Shabbetay.
Se teniamo conto di questa ultima interpretazione l'Autore dell'incisione colloca il Miracolo della Spina durante lo Shabbat questo perchè secondo il Tanakh (Bibbia Ebraica) e nel Siddur (libro di preghiere ebraiche) si descrive lo Shabbat come avente due scopi:
Ricordare il Miracolo della Redenzione del Popolo Ebraico dalla Shiavitù in Egitto
Ricordare il Miracolo della Creazione dell'Universo da parte di Dio.
I concetti fin qui espressi trovano la loro esegesi nel concetto di "Origine" che è alla base del pensiero Massonico, (tale concetto ci tornerà utile al termine del post quando parleremo della datazione) quindi appurato che San Biagio è la figura sincretica del Dio Saturno anche le due candele hanno un origine primordiale che solo scoprendolo ci permetterà  di  cogliere e interpretare il Messaggio nascosto e quindi il vero significato dell'immagine
Torniamo così alla foto ingrandita delle due candele per esaminarle meglio.
Sui porta candela sono presenti due lettere per parte in maniera alternata, che ad una prima analisi sembrano essere una P e forse una M ma un confronto con vari alfabeti mi ha portato a decifrarle come lettere dell'Alfabeto Runico dette appunto Rune.
Runa significa "segreto e sussurrare": il loro significato è stato infatti tramandato oralmente.
Le rune probabilmente derivano da una scrittura appartenente al gruppo delle cinque principali varietà di alfabeto italico settentrionale, derivato dall'alfabeto etrusco, e perciò detto "nordetrusco" anche se la vera origine delle rune si perde nella notte dei tempi poiché esistono parecchie tipologie di alfabeti runici....(segue)
Il sistema runico più antico è chiamato Futhark: esso divide le 24 rune in 3 gruppi (Aettir) formati ognuno da una serie di 8 rune e prende il nome dalle iniziali delle prime 6 rune del primo gruppo, chiamato il gruppo di Fehu....(segue)
Le 4 lettere runiche  rappresentate sulla candela di sinistra sono Thurisaz ed Eihwaz mentre sulla candela di destra vi è un unica lettera ripetuta due volte Fehu.
Thurisaz  
 Nell'antica lingua norrena, il nome di questa Runa significa "gigante",                
I giganti erano noti nella mitologia dell'Europa settentrionale per la forza bruta che possedevano e spesso erano in contrasto con le luminose divinità di Asgard, anche se talvolta erano loro utili.
Lo stesso Odino era figlio di una gigantessa, Bestla.
Il Poema Runico Islandese identifica questa Runa come dannosa alle donne: è anche la Runa con cui il servo Skirnir minaccia la gigantessa Gerdhr quando viene inviato dal dio Freyr a chiederla in sposa questo è probabilmente l'aspetto oscuro della Runa, la sua capacità di fare del male e causare perdita di sangue; nella variante anglosassone, ha il significato di "SPINA" si noti come tale significato della Runa sia strettamente legato all'incisione e quindi alla figura di San Biagio.
Per questa ragione, e anche per la forma grafica, è stata vista come un simbolo fallico, poichè il fallo porta via la verginità con perdita di sangue.
Nella divinazione Thurisaz può essere un avvertimento di procedere con cautela, di stare attenti prima di intraprendere un'impresa o di fare "un salto".
Nella magia è una Runa pericolosa da usare.
Può essere usata negli incantesimi di protezione, sebbene le fonti mitologiche e folkloristiche testimoniano il suo uso nelle maledizioni.
In breve, Thurisaz significa: forza reattiva, conflitto, forza diretta di distruzione e difesa.
Volontà istintuale, erotismo vitale.
Tendenza al cambiamento, fuoco purificatore, catarsi.
Sessualità maschile, potere fertilizzante.
E' anche la Runa del dio del tuono, Thor (corrispondente a Taranis fra i Celti).
Capovolta: pericolo, mancanza di difese, tradimento, mollezza, male, odio, tormento, menzogne.
Una persona negativa.

              Eihwaz

riflette le qualità dell’albero del Tasso europeo, indicato dal nome della Runa: si tratta di un albero che cresce alto, quasi indistruttibile, che ha un profondo significato per i popoli del Nord Europa.
Il legno di tasso veniva usato come una protezione contro il male, nonché per fabbricare archi da guerra e da caccia; era perciò un’arma solitamente usata per proteggersi a distanza dal nemico.
Ancora nel XVII secolo, i commercianti inglesi richiedevano che le stoffe provenienti dall'Oriente fossero essere avvolte in legno di tasso, così da poterlo sfruttare per la produzione di archi.
Oltre a tutto questo, però, il tasso possiede significati più profondi poichè sembra che per alcuni popoli nordici l'Albero cosmico non fosse un frassino (Yggdrasil nella tradizione scandinava), bensì un tasso.
Ciò spiegherebbe l'impiego degli degli alberi di tasso negli antichi cimiteri europei e il suo collegamento folkloristico con la morte.
Per poter raggiungere il regno ultraterreno degli dei, infatti, i defunti meritevoli dovevano compiere un viaggio risalendo l'Albero cosmico.
Eihwaz perciò può rappresentare la morte, oppure la morte spirituale e la rinascita, un concetto molto simile se non identico a quello della morte sciamanica che si ritrova presso culture siberiane, australiane e americane.
Eihwaz rappresenta inoltre la capacità di essere duri e veloci e sempre in guardia contro il "fuoco" che ci può danneggiare.
Così facendo, costruiamo una forza nel nostro profondo in modo da essere ben radicati e piantati nel terreno qualunque cosa accada.
Eihwaz ci dà l'opportunità di stare in guardia e difenderci proprio come fa l'albero di tasso.
In breve, Eihwaz significa: forza, affidabilità, fiducia, illuminazione, resistenza, difesa, protezione.
La forza che dà uno scopo e una motivazione.
Indica che hai messo gli occhi su un obiettivo ragionevole e puoi raggiungere i tuoi obiettivi.
Persona onesta di cui ci si può fidare.

Capovolta: confusione, distruzione, insoddisfazione, debolezza.  
              Fehu
 rappresenta il potere del bestiame domestico.
Poichè gli antichi popoli dell'europa settentrionale, così come molti altri popoli antichi, usavano il bestiame come forma di moneta negli scambi e nei commerci, questo potere fu in seguito trasferito all'oro grezzo e ai gioielli, quindi alle monete, per finire oggi alle banconote e agli assegni.
Fehu simboleggia tutto ciò che ricade nella sfera del denaro: potere, ricchezza, posizione sociale.
Così come ritengono numerosi autori che hanno scritto delle Rune, Fehu è simbolo del potere e delle ricchezze mobili.
Questo potere ha un lato positivo e uno negativo; esso deve essere distribuito e condiviso liberamente, poichè un eccesso di ricchezza provoca invidia e gelosia, così come avvertono il Poema Runico Islandese e quello Anglosassone.
Fehu è quindi una lama a doppio taglio che dona grande potere a chi lo condivide; lotta e guerra a coloro che non lo condividono; un assioma eternamente valido nella storia umana!
La Runa Fehu è legata a Gebo (che significa "dono") nel suo aspetto positivo, alla Runa Thurisaz per il suo aspetto negativo.
E' inoltre legata a Mannaz, anch'essa una lama a doppio taglio.
Tutte queste Rune possiedono qualità eccezionalmente positive e altrettanto negative, la differenza sta in come vengono utilizzate.
Dal momento che è legata all'oro, Fehu simboleggia anche il fuoco.
Nell'immaginario poetico degli antichi popoli nordici, oro e fuoco sono simbolicamente legati, dato che il fuoco è brillante come l'oro ed è la forma primordiale di energia mobile.
Nell'antico mitologia il fuoco può essere sia costruttivo sia distruttivo: esso viene usato dai fabbri che con la propria magia creano armi, gioielli e utensili di grande potere, ma può anche essere fuoco che distrugge case, foreste e risorse.
Il fuoco, inoltre, può essere visto anche come simbolo dell'energia interiore e dello spirito personale.
Negli incantesimi Fehu può essere usata per attirare o generare ricchezza e potere mobile.
In breve, Fehu significa proprietà vinte o guadagnate, fortuna, denaro, abbondanza, potere finanziario nel presente o nel futuro prossimo, segno di speranza e abbondanza, di successo nelle attività intraprese o che si intende intraprendere, felicità, successo sociale, energia, fertilità.
Capovolta: perdita di proprietà personale o di stima di sè.
Indica qualsiasi tipo di fallimento.
Avarizia, discordia, stupidità, povertà, schiavitù, legami negativi oppure dipendenza da qualcun altro.
Le Rune soprattutto nel Medio Evo erano utilizzate come strumento divinatorio e incidere tali lettere su due candele faceva parte di rituali propiziatori per ottenere Forza Soldi, Felicità, Amore 
Il giorno migliore per svolgere questi rituali era considerato il Sabato che guarda caso nella cultura Ebraica come già affermato corrisponde allo Shabbat , ecco quale era il procedimento del rito propiziatorio:
con un ago si incideva su un simulacro il  nome, cognome e data di nascita della persona interessata al rito.
Si ungeva con l’olio consacrato di Saturno, tale olio lo ritroviamo anche nelle Leggende di San Biagio infatti nell'incisione la mano sinistra con pollice e mignolo aperti è raffigurata mentre intinge le dita in una bacinella.
 siUna volta unto il simulacro con l'olio si pronunciavano le parole Fiat voluntas mea (la mia volontà sia fatta) e si incideva su due candele le Rune propiziatorie.
Si poneva infine il simulacro tra le due candele che venivano accese pronunciando altre frasi magiche e  infine si lasciavano consumare.
 A questo punto non ci rimane che interpretare il rito propiziatorio a cui l'incisore fa riferimento che ovviamente non è un rito ma è un messaggio riferito a qualcuno in particolare che scopriremo al termine di questo post.
Abbiamo 3 Rune  di cui rivediamo in breve il loro significato
Fehu significa  potere finanziario Politico.
Thurisaz significa:  nella sua eccezione positiva forza diretta di distruzione
Eihwaz nell'incisione la lettera risulta capovolta quindi nella sua eccezione negativa il suo significato è: confusione, distruzione, debolezza. 

Possiamo quindi sintetizzare il messaggio delle candele come il seguente:
Il Potere è rappresentato dalla candela con la doppia runa Fehu, mentre la Runa Thursaz nella sua eccezione positiva  rappresenta la forza diretta di distruzione  affiancata alla Eihwaz capovolta rafforza tale concetto ma in funzione negativa quindi di Forza distruttiva debole. Quindi:
Il Potere ha una Forza Distruttiva debole.
Ora facciamo un salto indietro e torniamo a parlare della Mitria rappresentata con una testa  di pesce poichè ci permetterà di comprendere a chi è indirizzato il messaggio contenuto nell'incisione e inoltre ci consentirà in maniera un pò probabilmente forzosa di dare  una datazione più certa sulla realizzazione di questa incisione.
Nella tradizione Cristiana la parola pesce tradotta al singolare in lingua greca è YCHTHUS (ictus) ed è stata adottata dai cristiani perseguitati nei primi secoli come acrostico(simbolo)che rappresentava Cristo Gesù.
Questo perchè in questa parola si trovano le iniziali di Yesus Christos Theou Uios Soter cioè Gesù Cristo Figlio di Dio Salvatore...(segue)
Nei Vangeli Gesù chiamò i Suoi discepoli "pescatori di uomini".
Matteo 4
[18] Mentre camminava lungo il mare di Galilea vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano la rete in mare, poiché erano pescatori.
[19] E disse loro: "Seguitemi, vi farò pescatori di uomini".

Marco 1
[16]
Passando lungo il mare della Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori.
[17] Gesù disse loro: "Seguitemi, vi farò diventare pescatori di uomini".

Ed è  a questi 4 versetti che la Massoneria si rifà per indicare appunto nella figura del Gran Maestro di Loggia il Pescatore di Uomini (segue) di conseguenza San Biagio nelle intezioni dell'incisore rappresenta il Gran Maestro della Loggia di appartenenza e a cui egli si rivolge con un messaggio  di accusa.
A rafforzare tale ipotesi è presente sulla Mitria/pesce un simbolo che andremo ad analizzare

Da questo confronto possiamo  dedurre che il simbolo inciso sulla Mitria/pesce assomiglia molto all'OM della religione Induista.
La sua leggera diversità con il simbolo originale  è dovuta al significato che l'incisore ha voluto conferire a tale simbolo che contrasta con il significato originale
Ohm (AUM, il suono della luce) è un simbolo sacro dell'Induismo e del Buddismo, ed è carico di significati esoterici.
E' una parola in sanscrito e significa "Mettere insieme" pronunciata all'inizio e alla fine della lettura dei Veda (antiche Scritture Sacre dell'Induismo), rappresenta il divino e la potenza di Dio...è il simbolo-suono della realtà ultima.
E' l'Uno, l'Assoluto.
E' la parola che venne emessa da Dio nell'atto della crezione del mondo.
Immortale e inesauribile, è quindi espressione simbolica dello spirito creativo, il Verbo.
Le sue tre lettere rappresentano i tre stati dell'uomo (veglia, sogno e sonno proffondo), i tre stati del giorno (mattino, pomeriggio, sera), le tre facoltà ( azione, cognizione, volontà ). L'ohm viene pronunciato durante le sedute di meditazione, per entrare in sintonia con la vibrazione dell'universo e diventare unica cosa con l'universo stesso.
AUM:
La "A", "U" e "M" indicano corpo, parola e mente
(segue
Come posssiamo ben vedere i simboli A ed M sono posti in orizzontale rispetto all'originale senza essere congiunti, il simbolo è privo inoltre del semicerchio (la U) sotto il punto che indica l'infinito.
Queste diversità rispetto al simbolo originale hanno uno scopo preciso, quello  di indicare l'uomo con la Mitria (che rappresenta  il Gran Maestro) come una persona incapace non in grado di adempiere ai compiti che spettano appunto a un Gran Maestro.
Prima di passare alle conclusioni ricapitoliamo il tutto
1) La posizione delle Mani ci conferma che siamo in presenza di un 'immagine con un risvolto massonico:
Io sono e quindi costruisco le mie azioni sono ispirate dalla filosofia massonica e dalle sue credenze.
Io sono colui che sa chi è.
2) La Mitria a forma di Pesce simboleggia Il Pescatore di Anime il Gran Maestro di Loggia.
3) I simboli Runici sulle candele e il simbolo dell'OM sulla Mitria analizzati ci svelano il contenuto del messaggio che è un attacco una critica al proprio Maestro a cui viene rinfacciato di Avere un Potere distruttivo  non costruttivo e di essere quindi un debole   non all'altezza poichè manca di quei valori che lo innalzano a Dio.
La conferma a questo messaggio che abbiamo desunto dall'analisi simbolica viene confermato dal cartiglio, infatti capovolgendo la frase e invertendo da destra verso sinistra otteniamo con la tecnica dell'ambigramma la seguente frase  latina : 
A  questo punto dopo aver chiarito qual'era il vero intento di questa incisione non ci resta che cercare di datarlo.
La mancanza del nome dell'Autore e l'apparente assenza di ulteriori elementi ci rendono alquanto difficile una datazione se non impossibile.
Ad una attenta analisi però un elemento che forse  ci permetterà di avere una data c'è, la raffigurazione del Pesce sul capo di San Biagio.
Certo la mia teoria potrà sembrare alquanto azzardata ma cercherò di renderla plausibile.
Innanzi tutto dobbiamo porci una domanda, quale pesce l'autore avrà voluto rappresentare che impersonificasse al meglio il concetto che lui aveva del suo Maestro?
Probabilmente il pesce che più rappresenta il concetto di forza distruttiva è lo squalo che  è il più grande predatore presente nei mari.

La forma del corpo, allungata e compatta unita ai sensi sviluppatissimi e il suo aspetto spaventoso lo fanno il predatore perfetto.
Nel mondo occidentale è diventato il predatore più temuto del mondo animale, e per l'uomo ha sempre rappresentato Forza aggressività e ferocia.
 Confrontiamo ora questa serie di immagini con l'incisione del Pesce:  

Lo squalo in foto è il Chlamydoselachus anguineus detto squalo Anguilla o squalo serpente si notino i punti di contatto che le foto reali hanno con la raffigurazione.
Certamente tali affinità potrebbero essere considerate solo un caso ma traducendo il nome latino scopriamo che la parola:
Chlamydoselachus 
ha origine da tre parole distinte
Chlamy dos Lachus
che tradotto dal latino in italiano è
Il  Clamide (Mantello) di Lachete
A questo punto trovare analogie con il Gran Maestro a cui fa riferimento l'autore dell'incisione risulta semplice.
Il Clamide o corto Mantello è quello usato appunto dai Grandi Maestri Massoni che ne identifica il loro stato mentre Lachete che era un Comandante Ateniese fautore della pace con Sparta nel 423 considerato un Grande stratega, uomo prudente nelle sue decisioni e fautore di pace viene utilizzato dall'autore per ironizzare sul Gran Maestro paragonato  a Lachete ma definendolo tuttavia un incapace.
A questo punto se l'individuazione della specie animale e cioè del Chlamydoselachus  ci ha permesso ancora una volta di dare certezza alle nostre ipotesi  datarne la sua scoperta ci porterà a dare una data presunta all'incisione.
Il Chlamydoselachus è stato cosiderato sin dalla sua scoperta l'antenato dello squalo odierno ( e qui vi ritroviamo quel concetto di Origine alla base del Pensiero Massonico da cui appunto tutto ha inizio) per merito dello Zoologo e Naturalista Statunitense Samuel Walton Garman (18431927) che per primo lo studiò nel 1884.
Quindi se la scoperta  di questo primordiale squalo risale al 1884 si può presupporre che questa fantastica e particolare incisione possa aver trovato la luce appunto alla fine del XIX secolo.


 








































sabato 6 aprile 2013

LA MADDALENA UNA BURLA DELL'INCISORE CORNELIS DE BOUDT



Parliamo nuovamente di Maria Maddalena, figura tra le più controverse che tanto ha fatto discutere in passato e ancora oggi teologi storici e Biblisti .
L'incisione che prenderemo in esame è tratta dal famoso sito d'aste Ebay di misure
6,4 x9,1 cm. con tecnica a bulino su lastra di rame con pitturazione coeva dell'incisore fiammingo Cornelis De Boudt (Anversa 1660 -  1735).
Tralasciamo le notizie sulla  vita del De Boudt per altro scarne che potete trovare sui siti di Piero Stradella e collezionaresantini1 e collezionaresantini2     ilcollezionismodisantini tranne una che ci interessa in maniera particolare in quanto vedremo "legata" in qualche modo a questa incisione, che vede il Cornelius Maestro di Gilda (Corporazione degli incisori) tra il 1687 - 1688 all'età di 27 anni.
Ad una prima analisi superficiale l'incisione sembra rappresentare la Maddalena, confermata tra l'altro dall'Autore stesso nel cartiglio .
La rappresentazione in effetti è quella della Maddalena, ma  ad un attento esame dei simboli in essa contenuti, questi risulteranno  non più iconologicamente riferiti esclusivamente alla Santa, ma assumeranno significati che nulla hanno a che vedere con la Santa rappresentata,  stravolgendone di fatto il contenuto che da semplice rappresentazione di insegnamento Evangelico diventa nel nostro caso messaggio esoterico e storico-politico, che come per il Santino di Koppe esaminato in precedenza chiameremo "CELEBRATIVO".
Se inizialmente la produzione di stampe sacre classificata come Arte Minore intorno al XVI secolo  e la loro conseguente  divulgazione fu una seconda forma apologetica che aiutava a sostenere le tesi dogmatiche, ben presto però la così detta Arte Maggiore influenzò non poco i molti artisti incisori soprattutto fiamminghi e tedeschi che fecero propri tutte quelle tecniche simboliche che permettevano di poter esprimere il loro pensiero "slegandolo" dal significato puramente Cristiano. 
A questo "avvicinamento" tra le due Arti, contribuì fondamentalmente il fatto che anche gli incisori come i pittori (prima di loro) crearono delle corporazioni le Gilde che nel 700 poi si trasformarono e diedero vita alla Massoneria. (precisamente in Inghilterra nel 1717 viene fondata la prima Loggia Massonica).
Se la religione Cristiana inizialmente nacque come Setta Esoterica in cui gli insegnamenti erano riservati solo agli iniziati ai quali era affidata la possibilità della rivelazione della verità occulta, del significato nascosto, tale strada fu percorsa ugualmente dalle Corporazioni o Gilde (e successivamente dalla Massoneria) che si proponevano di tramandare i propri segreti.
Con la nascita dell'Illuminismo agli inizi  del XVIII secolo che si proponeva di porre al centro la Ragione che dava all'uomo la consapevolezza di esistere non più come creatura di Dio che a Dio soltanto doveva rivolgere azioni e pensiero  ma divenendo fautore di se stesso grazie alla conoscenza, nasce la Massoneria che lega i segreti delle Arti espressione dell'uomo ad una visione di un Dio  quale intelligenza e principio attivo dell’Universo; principio generante e riproduttore, insito in ogni uomo che è parte della stessa  Monade, (dal greco monos ‘unico’. In filosofia la monade è l’unità minima e indivisibile della sostanza spirituale di cui tutte le cose sono composte).
Quindi come abbiamo già ampiamente dimostrato in altri miei scritti la conoscenza degli antichi simboli rappresenta un mezzo fondamentale per comprendere le opere artistiche e nel nostro caso le piccole immagini sacre perché esse sono piene di riferimenti allegorici e attributi di origine precristiana risalenti all'antica Grecia o all'antico Egitto e con l'inserimento in alcuni casi di simboli esoterici in lingua ebraica e numeri.
Ora passiamo nello specifico e guardiamo la "nostra" incisione che ci riserverà molte sorprese.
Premetto che prenderemo in considerazione solo la Leggenda che vede la Maddalena trasferirsi dopo la morte di Gesù  in Francia.
Infatti secondo il Vangelo apocrifo di Giovanni nella "Rivelazione" (12: 1-17), la Maddalena morì nel 63 d.C, all'età di 60 anni, in quella che oggi è St.Baume, nella Francia meridionale descrive Maria e suo figlio e narra della sua persecuzione, della sua fuga e della caccia al resto del suo seme (i suoi discendenti) condotta senza tregua dai Romani.
Oltre a Maria Maddalena, fra gli emigrati in Gallia nel 44 d.C, c'erano Marta e la sua serva Marcella.
C'erano anche l'apostolo Filippo, Maria Iacopa (moglie di Cleofa) e Maria Salomè (Elena).
 Il luogo dove sbarcarono in Provenza era Ratis, divenuto poi noto come Les Saintes Maries de la Mer.
Fra i più  antichi documenti  che propongono la incredibile storia della presenza della Maddalena in Provenza dopo la morte di Gesù, c'è la Vita di Maria Maddalena, opera pubblicata intorno al IX secolo da Rabanus Maurus o Raban Maar (776-856) arcivescovo di Mainz (Magonza) e abate di Fuld, ed anche La légende de Sainte Marie Madelainedel frate domenicano Père Lacordaire, ma il testo che più ampliamente affronta questo tema e che aggiunge maggiori dettagli è di certo la Legenda Aurea scritta nel 1260 da Jacopo de Varagine.
Ciò che ci permette di comprendere che siamo di fronte ad una immagine particolare che esula dalle tipiche raffigurazioni devozionali è la presenza della Croce non vicino o tra le mani della Santa ma in alto sopra di Lei.
La roccia rappresenta la Grotta in cui la Maddalena si rifugiò e trascorse parte della sua vita in completa solitudine richiamo che ritroviamo anche in moltidipinti.  
La particolarità dell'incisione a differenza  di molte opere da me visionate è che alla sommità della roccia è posta la Croce, è chiaro che  con tale collocazione spaziale il De Boudt abbia voluto dare un significato ben preciso alla Croce in rapporto alla Maddalena.
Se si guarda bene l'ingrandimento della Croce  notiamo che i "legni" sia orizzontale che verticale sono disegnati in maniera imperfetta si notino i contorni lievemente ondulati e inoltre l'inclinazione della stessa verso sinistra.                                                                                    
Tale simbolismo è legato alla visione Massonica del Cristo  in contrapposizione con la dottrina cristiana considerato prima di tutto Uomo tra gli uomini per cui imperfetto.
Inoltre nella massoneria, uno dei suoi Dogmi principali era che Gesù non era il Cristo, ma che Egli aveva conseguito uno stato di "coscienza cristiana" ottenibile da tutta l'umanità: "Gesù di Nazaret ha raggiunto un tale livello di coscienza e di perfezione da essere definito in svariati modi come coscienza cosmica, rigenerazione dell'anima, iniziazione filosofica, illuminazione spirituale, splendore braminico, coscienza di Cristo" (Lynn F. Perkins, The Meaning of Masonry, CSA Press, 1971, 53).
Quindi nella visione (Massonica) dell'Autore la Maddalena rappresenta la continuità del Cristo cioè la continuità del "Verbo"  sulla Terra, di colui che ha raggiunto dopo un cammino di conoscenza, la Perfezione.
Tale concezione è presente nel Pistis Sophia, o Libro del Salvatore, è un vangelo gnostico scritto in lingua copta probabilmente seconda metà del III secolo.
Come altri vangeli gnostici contiene una rivelazione segreta di Gesù risorto ai discepoli in assemblea (inclusa Maria Maddalena, la Madonna, e Marta), durante gli undici anni successivi alla sua resurrezione.
Perduto per secoli, è studiato dal 1772 grazie al codice Askew.
Il Pistis Sophia (Fede Sapienza) rappresenta il percorso dell’anima, emanazione del Padre, smarrita nell’imperfezione della materia, che cerca disperatamente la via del ritorno all’Origine che Maddalena compie per mezzo della “via gnostica”, cammino della conoscenza dei Misteri e delle Verità supreme, che redime e salva.
Quindi all'interno del Pistis Sophia, Maria Maddalena simboleggia la Conoscenza (gnosi),e rappresenta dunque l'incarnazione umana di Sophia e come tale, la Sposa e la Sacerdotessa di Cristo.
L'identificazione tra Sophia e Maria Maddalena è presente anche nell'apocrifo  "Vangelo di Filippo" in cui è messo in evidenza il rapporto speciale di Maria Maddalena con Gesù, "... ma Cristo l'amava più di tutti i discepoli e la baciava spesso" "...gli altri discepoli erano offesi da questo atteggiamento, esprimendo la loro disapprovazione".
Fra i manoscritti o i Vangeli Apocrifi si trova anche   "Il Vangelo di Maria," scoperto a Nag Hammadi (Egitto) più di un secolo e mezzo fa.
In tale Vangelo, Maria (Maddalena) riceve rivelazioni segrete da Gesù, con grande dispiacere di Pietro. 
Compresa l'importanza che l'Autore  dà alla figura della Maddalena che è una delle "travi" portanti dello gnosticismo massonico, passiamo ad analizzarla iconologicamente.
(L'iconologia è quella branca dell'Arte che si occupa di ricercare la spiegazione e quindi l'interpretazione delle immagini  dei simboli e delle figure allegoriche mentre l'iconografia, si occupa della descrizione dei temi presenti nell'opera d'arte) .
Per fare ciò utilizzeremo le tavole dell'iconologia di Cesare Ripa.
Si guardi attentamente l'ingrandimento, la Maddalena è seduta, la mano destra sul cuore, il braccio sinistro aperto con il palmo della mano aperta rivolto verso l'alto,  il piede destro poggia su un Globo crucigero che però risulta coricato sul fianco e sono presenti ancora un Flagellum e un Teschio.
Importante è l'atteggiamento della Maddalena che l'Autore trasforma in  attributo poichè legato al suo rapporto con Cristo che la vede custode del Verbo e quindi predestinata da Dio, difatti se guardiamo l'iconologia di Cesare Ripa troviamo la rappresentazione della Predestinazione nello stesso atteggiamento che riscontriamo nella Maddalena.
Anche l'essere seduta ha un significato ben preciso confrontando la nostra immagine con quelle del Ripa vi sono rappresentazioni quali l'Accademia, l'Accortezza, l'Aristocrazia, l'Armonia, Biblioteca, Pazienza, Educazione, Felicità, fermezza d'Amore, Meditazione che rappresentano una figura femminile seduta il più delle volte su un trono e tali qualità sono sicuramente senza ombra di dubbio riconducibili anche alla figura della Maddalena.
Come sappiamo nello studio delle immagini sacre e in particolar modo quelle dei Santi poichè non sempre è facile intuire quale santo sia rappresentato è necessario analizzare i simboli presenti che aiutano ad identificare il soggetto, tali simboli vengono chiamati Attributi che a loro volta si suddividono in Principali e Secondari.
Nella Maddalena l'attributo principale è il Vaso di unguento, attributi secondari la Croce, il Flagellum (o sferza ), il teschio, i capelli lunghi, il libro, la grotta ma anche la nudità, le gioie disprezzate (collana di perle rotta), radici amare, gli angeli. 
Nel nostro caso abbiamo visto come la Croce  Attributo secondario, sia diventato per l'Autore Attributo primario che gli consente di conferire all'immagine un significato gnostico ed esoterico    non comprensibile al semplice devoto ma all'iniziato che ricoscendolo sa interpretare il messaggio celato all'interno dell'immagine. 
Guardiamo ora gli altri attributi presenti, ai piedi della Maddalena troviamo il Flagellum  il Teschio e il Globo Crucigero, i primi due fanno parte di quegli attributi secondari che identificano la Santa che inseriti però in questo contesto aumentano il loro valore simbolico poichè sono parte del messaggio celato dall'Autore.
Il Flagellum oltre che simbolo di penitenza è anche simbolo di potere.
Il faraone, nelle rappresentazioni ufficiali, era spesso ritratto nell’atto di stringere al petto il suo pastorale, lo scettro heka, e il flagello (nekhekh o nekhekhat) simboli di Osiride.
Il simbolismo è evidente: il faraone è il pastore del suo popolo, lo protegge con il flagello e lo guida con il bastone.
Quindi è chiaro che il Flagellum nel contesto in esame oltre che essere simbolo di penitenza assume altre due valenze quella esoterica che lega Maddalena a Osiride Dio della Morte e dell'Oltretomba e quello politico riferito al Potere del Sovrano che ha diritto di vita e di Morte sull'Uomo.
Tale rapporto Potere-Morte lo si intuisce anche dalla rappresentazione infatti il Teschio ovvero la Morte è posto al di sopra del Flagello simbolo di Potere.
Come per il Flagellum anche il Teschio  simbolo del Pentimento di Maddalena  nella concezione cristiana rappresenta anche la vittoria della Morte sulla Vita e la fugacità dell'esistenza in questo contesto assume la valenza di simbolo di Cambiamento sia in bene che in male abbandonando la vecchia via per intraprendere un nuovo percorso, ma anche di trionfo su un nemico e un avvertimento per gli sconfitti in battaglia.
Prima di parlare del Globo crucigero che ci permetterà di comprendere il significato del messaggio nascosto analizzeremo un altro particolare che si trova appunto sul Globo, il piede di Maddalena.
Come possiamo notare dall'ingrandimento la conformazione  è  particolare l’alluce é allargato, il piede è caratterizzato da un elevata grandezza della pianta, il primo dito rivolto verso l'interno è nettamente separato dagli altri, l'asse delle dita parallelo a quello del piede e il secondo metatarso è più lungo del primo. 
Questa forma  è conosciuta con il nome di Piede ancestrale o piede primitivo  difatti la sua conformazione richiama appunto quella dei primi  ominidi  che assumendo la posizione eretta con l'evoluzione persero la funzionalità del piede prensile con alluce opponibile a vantaggio di un piede più stabile per l'andatura bipede.
Nell'arte, se rappresentare soprattutto figure femminili con il dito indice del piede più lungo rispetto agli altri era una caratteristica che denotava bellezza e perfezione, tale particolare lo troviamo ad esempio nella Venere del Botticelli.

L'alluce rappresenta la personalità dell'individuo, la capacità di governare sul suo territorio personale.
L’illice o melluce, o secondo dito, rappresenta la direzione della nostra vita, l'autorità che abbiamo nel proporci all'esterno.
La raffigurazione del piede ancestrale che contiene in se anche le caratteristiche appena menzionate (poichè il dito indice è rappresentato più lungo) contraddistingue quelle raffigurazioni maschili o femminili a cui si voleva dare  il simbolo di Origine cioè da cui tutto nasce.
Tale particolare lo troviamo ad esempio nella Cleopatra del pittore svizzero Eugène Burnand.
In questo caso i piedi ancestrali disegnati dal Burnard ci indicano che la Cleopatra raffigurata non è la Cleopatra Tea Filopatore VII, figlia di Tolomeo XII che tutti conosciamo bensì  quella citata nella Bibbia nel capitolo dei Maccabei,  figlia di Tolomeo VII.
Altri dipinti dove ancor più  evidente è la funzione simbolica del piede ancestrale sono due quadri che troviamo in una  Chiesa dedicata appunto a Maria Maddalena a Bologna












Infatti ingrandendo il particolare dei piedi del Cristo si noti  come entrambi i dipinti siano caratterizzati da questa peculiarità
Che tra l'altro riscontriamo in molti dipinti che raffigurano Maddalena eccone qui un esempio

Francesco Vanni Siena 1580/'82 -
 1610 La Maddalena olio su tela
L'intento del nostro incisore e di conseguenza di tutti quegli artisti che hanno utilizzato questo particolare anatomico nelle loro Opere era quello di indicare nella Visione Cristiana la Maddalena come la Continuità del Cristo da cui tutto ha origine ma non solo, tale attributo dava alla Maddalena anche un altro significato quello di Dea, la Grande Madre.
Si tenga presente che secondo il Martirologio Romano Maddalena viene festeggiata il 22 luglio giorno che in epoca pre cristiana era dedicato alle celebrazioni della Dea Madre.
Nello stesso periodo la stella Sirio sorge e si leva dall'orizzonte a sud.
Ricordiamo che Sirio è la stella dedicata a Iside ed indica l'inizio del periodo torrido dell'anno ed in Egitto la piena del Nilo.
Inteso il significato del piede ancestrale, l'analisi iconologica del Globo Crucigero  ci permetterà di comprendere il legame che questo ha con la rappresentazione del piede che lo sovrasta e di conseguenza con la Maddalena ma soprattutto ci svelerà quale è il  vero significato dell'immagine nella sua globalità in quanto come detto in precedenza vi è celato un messaggio che nulla a che vedere con la Maddalena che risulta quindi essere  solo il "mezzo" .
Il globo crucigero (globus cruciger in latino) è una sfera con in cima apposta una croce.
È un simbolo cristiano usato nel corso del Medioevo sulle monete, nell'iconografia e nelle insegne regali.
Esso rappresenta il dominio di Cristo (la croce) sul mondo (la sfera).
Il simbolismo visivo di tenere l'universo, il cosmo in mano o, in maniera più forte, sotto un piede, era un chiaro messaggio sin dall'antichità presso i pagani.
I cittadini romani avevano familiarità con la sfera che era per loro rappresentazione del cosmo e del dominio dell'imperatore su di esso: per esempio su una moneta del IV secolo è raffigurato l'imperatore Costantino il Grande che tiene in mano una sfera; in una moneta del II secolo, del regno dell'imperatore Adriano, è raffigurato il dio Salus che tiene la sfera sotto un piede.
Per poter comprendere quale sia il vero significato del piede della Maddalena posto sopra il Globo, dobbiamo analizzare tale simbolismo.













Guardiamo bene l'ingrandimento, il Globo Crucigero che come detto rappresenta il dominio di Cristo sul mondo, non è posto verticalmente cioè con la Croce posta alla sommità del Globo (così come si vede nella foto in alto), ma è coricato verso destra il che ci fa pensare che l'autore abbia voluto conferire un significato diverso legato  innanzitutto alla figura della Maddalena che non è più  Apostola di Gesù ma Grande Madre da cui tutto nasce e quindi dominatrice dell'Universo, e non al Cristo (la Croce) che raffigurato coricato è deposto, sostituito.
Per quanto riguarda invece il significato più nascosto dobbiamo collocare storicamente questa incisione e in questo ci vengono in aiuto le date di nascita e di morte dell'Autore l'incisore Cornelis De Boudt. Anversa 1660-1735.
La citta di Anversa nel XVI° secolo divenne il primo mercato del mondo, in quanto centro di importazione delle spezie dalle Indie e scalo commerciale della Lega anseatica.
A seguito dell’indipendenza delle Province Unite nel 1609, il traffico fluviale fu deviato verso Amsterdam, e dopo la pace di Vestfalia (1648) la Schelda venne chiusa al commercio, determinando la decadenza di Anversa.
Nel XVI secolo la Riforma protestante fu accolta con favore da buona parte della popolazione olandese (ossia solo della parte settentrionale delle Fiandre: si badi bene che la regione meridionale, corrispondente all'attuale Belgio, restò di fede cattolica). Sebbene vi si fosse opposto con forza, l'imperatore Carlo V (nipote ed erede di Massimiliano) finì per accettare la situazione.
Alla sua abdicazione i Paesi Bassi furono staccati dall'Impero ed ereditati da suo figlio Filippo II, re di Spagna.
Il dominio straniero suscitò il malcontento della popolazione, e come se ciò non bastasse Filippo tentò di perseguitare i protestanti e di eliminare le autonomie delle città fiamminghe.
Tali situazioni ebbero ripercussioni anche nel XVII secolo e alla nascita del De Boudt nel 1660 Anversa si presentava ormai  come una città commercialmente in declino e con una forte presenza protestante.
Spiegare in poche parole la situazione storica che si venne a creare a metà del XVII secolo risulta molto riduttivo e si finirebbe per non capire molto quindi vi invito a visionare questo sito http://web.infinito.it/utenti/f/francots/ass/coalizi0.htm

Compreso il quadro storico in cui si inserisce la vita del De Boudt prendiamo due date 1678 - 1688 che serviranno per chiarire il messaggio celato all'interno dell'incisione.
Nel 78 il nostro incisore aveva 18 anni ed essendo un giovane con una naturale predisposizione verso l’arte figurativa, in quel periodo probabilmente  fu apprendista  sotto la guida di un altro importante incisore fiammingo, Martin Bouchè, mentre nell'88 lo ritroviamo Maestro di Gilda. 
Fatto questo breve inciso sulle date su cui torneremo nella parte conclusiva, facciamo un salto indietro e torniamo all'immagine della Maddalena.
Si è visto come i vari simboli presenti all'interno della raffigurazione assumano  anche altri significati e lo stesso vale per l'immagine della Maddalena.
Nella Bibbia la Maddalena viene identificata con il nome Maria Maddalena da tutti e quattro gli Apostoli solo Luca però precisa nel cap. 8 versetto 2 "Maria detta Maddalena" quindi da tale affermazione si può dedurre che il "Vero" nome della "Sposa" di Gesù fosse stato Maria.
A sua volta il nome Maria nella sua forma arcaica in ebraico 
 מִרְיָם
Si legge
Miriam
 in Giudea  le lingue più diffuse erano l'Aramaico e il Greco (lingua in cui fu scritta anche la Bibbia) e la versione greca di questo nome era 
Mariamne
Lo storico Flavio Giuseppe lo scrive
«Μαριάμη» Mariame
Sebbene si riscontri che in alcune edizioni dei suoi scritti la "M" sia raddoppiata leggendosi quindi
Mariamme
Successivamente la seconda "M" divenne "N" per dissimilazione divenendo così
Mariamne
Negli Atti di Filippo opera scritta nel IV secolo si fa riferimento a Una Mariamne sorella di Filippo identificata dagli studiosi come Maria Maddalena.
Tenendo anche presente che il nome Miriam lo si fa derivare  dall'Egiziano "Mry-ima", che significa Amata dal Dio Ammon, Dio del cielo dell'eternità, del sole e del mistero.Perciò Marianna significa
AMATA DAL SEGRETO ((inteso anche come Amata da Dio)In Italiano tale nome è diventato Marianna e in lingua francese Marianne.
Il nome Marianne in francese richiama il simbolo della Francia.
Rappresentata come una giovane donna dal cappello frigio, la Marianne personifica la Repubblica francese e rappresenta i tre valori-guida della Repubblica Francese: Liberté, Égalité, Fraternité.
La prima rappresentazione di quella che successivamente sarà identificata con la Marianne, una donna col berretto frigio, è nel celebre quadro "La Libertà che guida il popolo" di Eugène Delacroix.
Ci sono diversi tipi di rappresentazione, alcune sottolineano il carattere "rivoluzionario" altre la "saggezza" di Marianne: il berretto frigio è talvolta considerato troppo sedizioso e sostituito da un diadema o una corona.
Si tenga presente ad esempio che in una delle tante edizioni del Trattato di Cesare Ripa la raffigurazione della libertà ha sul capo il cappello frigio che contrddistingue appunto la Marianne francese. (mi dispiace ma non sono riuscito a trovare una foto ma vi assicuro che esiste), ma ecco come rappresentava la Francia nel 1717/18 il pittore Italiano Sebastiano Ricci nell'Opera chiamata appunto "Allegoria della Francia".
A questo punto mi sembra evidente che il "nostro" Autore abbia voluto rappresentare con la Maddalena la Francia di Luigi XIV.
Riprendiamo ora in esame il Globo Crucigero che come detto rappresentava anche il Potere dell'Imperatore, ma di quale impero si parli  il De Boudt ce lo fa intuire dalla posizione della Croce che come visto è posizionata coricata su un lato come si vede però dall'immagine capovolta la croce risulta avere l'asse verticale diviso a metà dall'asse orizzontale, ora se confrontiamo il Globo Crucigero dell'incisione con quello della corona inglese notiamo una notevole somiglianza e in più la croce potrebbe ricordare la Bandiera Inglese
una Croce rossa detta Croce di San Giorgio su sfondo Bianco appunto divisa a metà.
Bene, a questo punto non ci resta che mettere insieme i pezzi, ricollegarci al periodo storico e comprenderemo il messaggio che il giovane De Boudt voleva comunicare con questa immagine ai suoi "Fratelli di Gilda" ma soprattutto ai Posteri.

Ricapitolando siamo probabilmente nel 1678 la guerra di coalizione è al termine il giovane incisore Cornelis De Boudt che ha 18 anni è stato da poco inserito dal suo Maestro e datore di lavoro Martin Bouchè nella Gilda degli Incisori di cui  divenne Gran Maestro 10 anni più tardi nel 1688 a soli 27 anni.
Anversa è una città ormai in declino i fasti del secolo passato sono un ricordo il commercio un tempo florido non esiste quasi più e la città è ormai in mano ai protestanti che influenzano non poco la vita politica della città , la guerra alle Province Unite e ai suoi alleati  mossa da Luigi XIV accende una speranza nei cattolici  che vedono nell'annessione all'Impero di Francia una risoluzione dei problemi per ridare nuovo fasto alla loro città.
Ecco che con molta probabilità questa incisione vuole celebrare appunto tale avvenimento che in verità non avvenne in quanto Luigi XIV per non soccombere propose la Pace di Nimega che sancì nuovi confini e Anversa rimase annessa ai Paesi Bassi.
La Francia raffigurata dalla Maddalena  schiaccia al suo volere   Guglielmo III D'Orange nominato Stadolder nel 1672 che successivamente nel 1688 divenne Re d'Inghilterra Scozia e Irlanda ( il Globo Crucigero).
Quindi alla luce di tali supposizioni l'incisione potrebbe essere databile intorno al  1688 probabilmente in concomitanza o con l'Anniversario della fine della guerra di coalizione oppure con la salita al Trono Inglese di Guglielmo III D'Orange e guarda caso tale anno coincide anche con la nomina a gran Maestro di Gilda del De Boudt.
A confermare che l'incisione è una Burla nei confronti del Reggente d'Inghilterra è lo stesso Cornelis che con un gioco chiamato Ambigramma o Eterogramma:
 Un gioco di parole visivo di tipo speciale: un disegno calligrafico che possiede due (o più) interpretazioni chiare come parole scritte. Si può saltare a volontà dall'una all'altra delle letture rivali, spostando di solito materialmente il punto di vista (muovendo in qualche modo il disegno) . Talvolta le due 
letture diranno cose diverse, altre volte identiche. Un ambigramma le cui letture sono diverse si chiama eterogramma; uno con letture identiche, omogramma. Nel tipo più comune di ambigramma, le due interpretazioni ruotano di 180 gradi l'una rispetto all'altra - cioè si ottiene una seconda lettura dalla prima semplicemente girando il foglio.


ci dice quanto segue:

Ricordate non sempre ciò che sembra è.