Perché Santi tra le mani

Vi siete mai trovati fra le mani un santino?
Naturalmente non quelli odierni, magari che conservava vs nonna?
Bene voglio farvi riflettere su un punto .
Quel santino è molto più di un "pezzo di carta".
Non rappresenta solo un immagine da coservare .
Immaginate solo per un momento perchè vi ritrovate quel santino, perchè qualcuno lo ha conservato gelosamente !
Perchè magari gli è stato donato da una persona cara, o solo perchè era devoto a quel santo.
*Ma la cosa affascinante è il ritrovare su alcuni di essi scritte in bella o brutta grafia, frasi di preghiera, di augurio, di ricordo o di dedizione o magari solo una firma o una data.
Per lo più a volte sono parole semplici o anche forbite poesie magari in rima . Quindi testimoniano una fede autentica e un epoca che è passata.*(frase del collezionista Mario Tasca)
Per non parlare poi della loro bellezza intrinseca santini fatti a mano, disegnati e colorati da mani leggere e esperte, da artisti per lo più ignoti che hanno creato piccoli capolavori .
In questo mio blog, oltre a presentare la mia collezione che potete visionare nella slide a destra settimanalmente, prenderò in esame un santino o un argomento che mi sta più a cuore cercando di darvi più notizie possibili.
Ovviamente si accettano commenti critiche suggerimenti e approvazioni.
Buona lettura!

FRASI CELEBRI

"Chi è
capace di creare immagini,
come e quando vuole,
non conosce la tristezza
della realtà quotidiana
e può dar libero sfogo
alla magia delle sue allucinazioni"
S.Dalì

Ogni grande opera d'arte ha due facce, una per il proprio tempo e una per il futuro, per l'eternità
Daniel Barenboim

Si usa uno specchio di vetro per guardare il viso e si usano le opere d'arte per guardare la propria anima.
George Bernard Shaw
Vivere nel mondo senza diventare consapevoli del suo significato è come aggirarsi in una grande biblioteca senza toccarne i libri.
[Manly P. Hall]
"Il SAPERE rende LIBERI è l'Ignoranza che rende PRIGIONIERI".
Socrate


PREFAZIONE
LA FILICONIOMANIA DI GIOVANNI BATTISTA BONDESAN

E' l'interesse per la cultura in generale, e la forte passione per un prezioso settore storico ed artistico purtroppo trascurato che a partire dal 2002 ha impegnato con fervore singolare Giovanni Battista in una rigorosa, approfondita e puntuale ricerca.
La quale non si è svolta in un ambito ristretto, ma via via si è estesa ai Santuari, alle Chiese, agli Archivi, alle Biblioteche, ecc. ecc. fino alle persone interessate e sensibili, da quelle colte e titolate alle più semplici, depositarie "spesso" di Immaginette devozionali, conservate gelosamente e ordinate per il gusto di collezionare e per il piacere di conservare il ricordo tramandato.
Si tratta a mio avviso di una "mania" encomiabile, che va molto apprezzata e sostenuta per un duplice motivo.
Il primo consiste nel fatto che Bondesan con le sue originali ricerche, sempre rigorosamente documentate, sta arricchendo con nuovi contributi questo significativo settore dimostrando tra l'altro, come l'arte "dei Pezzettini di Carta" non è "Minore" ma esprime con la più alta dignità l'evoluzione della cultura e l'intreccio tra la componente Cattolica Cristiana e l'influenza di impliciti elementi del Classicismo Greco e del Giudaismo sino a cogliere talvolta sottili implicanze con alcune espressioni della cultura Massonica.
Ritengo che siano soprattutto validi i suoi efficaci interventi chiarificatori sui significati della complessa ricca ed insieme misteriosa simbologia ricorrente.
Il secondo motivo, anche da lodare sta nella opportuna e instancabile divulgazione degli esiti via via acquisiti con le sue faticose ricerche e con studi approfonditi sia attraverso il dialogo con tutti coloro che si interessano di queste problematiche sia in occasione dei convegni che nei chiari e frequenti interventi sul Blog.
In conclusione auguro a Giovanni Battista di raccogliere finalmente tutte le soddisfazioni che merita, in quanto giovane studioso e che possa continuare ad arricchire con il suo esemplare entusiasmo.
Professor Vittoriano Caporale
Ordinario in quiescenza di Storia della Pedagogia Università di Bari e già Docente di Storia delle Tradizioni Popolari Università di Taranto sede distaccata di Bari.

Cerca nel blog

venerdì 7 settembre 2012

La Madonna di Pompei della Litografia dei F.lli Doyen

I santini che vi presento quest'oggi, sono due cromolitografie italiane, degli inizi del 900 del secolo scorso che raffigurano la Madonna di Pompei, uno a margini lisci e uno fustellato, le misure sono 7X11,9 per quello a sx 6X11,8 per quello a dx.
Sul verso è riportata la stessa Orazione, nella parte finale viene indicata che la proprietà di tali immaginette sono del Santuario - Valle di Pompei.
Torniamo al recto e ammiriamo nel primo, quello a margini lisci, il magnifico contorno floreale posto sul lato sinistro
Apprezziamo ora l'immagine della Madonna con Bambino con ai lati in ginocchio i due santi:

Santa Caterina e San Domenico



Sotto l'immagine è presente un cartiglio:

Tale cartiglio fa riferimento

Alle 15 Promesse della Madonna a San Domenico e al Beato Alano
1) A tutti quelli che reciteranno devotamente il mio Rosario, io prometto la mia protezione speciale e grandissime grazie.

2) Colui che persevererà nella recitazione del mio Rosario riceverà qualche grazia insigne.
3) Il Rosario sarà una difesa potentissima contro l'inferno; distruggerà i vizi, libererà dal peccato, dissiperà le eresie.
4) Il Rosario farà fiorire le virtù e le buone opere e otterrà alle anime le più abbondanti misericordie divine; sostituirà nei cuori l'amore di Dio all'amore del mondo, elevandoli al desiderio dei beni celesti ed eterni. Quante anime si santificheranno con questo mezzo!
5) Colui che si affida a me con il Rosario, non perirà.
6) Colui che reciterà devotamente il mio Rosario, meditando i suoi misteri, non sarà oppresso dalla disgrazia. Peccatore, si convertirà; giusto, crescerà in grazia e diverrà degno della vita eterna.
7) I veri devoti del mio Rosario non moriranno senza i Sacramenti della Chiesa.
8) Coloro che recitano il mio Rosario troveranno durante la loro vita e alla loro morte la luce di Dio, la pienezza delle sue grazie e parteciperanno dei meriti dei beati.
9) Libererò molto prontamente dal purgatorio le anime devote del mio Rosario.
10) I veri figli del mio Rosario godranno di una grande gloria in cielo.
11) Quello che chiederete con il mio Rosario, lo otterrete.
12) Coloro che diffonderanno il mio Rosario saranno soccorsi da me in tutte le loro necessità.
13) Io ho ottenuto da mio Figlio che tutti i membri della Confraternita del Rosario abbiano per fratelli durante la vita e nell'ora della morte i santi del cielo.
14) Coloro che recitano fedelmente il mio Rosario sono tutti miei figli amatissimi, fratelli e sorelle di Gesù Cristo.
15) La devozione al mio Rosario è un grande segno di predestinazione.
Alano della Rupe (in francese Alain De La Roche; Sizun, 1428 – Zwolle, 1475) è stato un teologo francese, originario della Bretagna, famoso per la sua particolare devozione al Santo Rosario. È tradizionalmente venerato come beato dalla Chiesa cattolica in Europa, anche se non risulta una conferma ufficiale del suo culto..

(tratto da Wikipedia)
Vediamo ora il santino fustellato oltre a essere presente l'immagine della Madonna di Pompei, questa è contornata da 15 cerchi dove sono rappresentati i 15 Misteri del Rosario raggruppati in tre Grandi Misteri:
Vediamoli in ordine, particolarità la sequenza è antioraria:
MISTERI GAUDIOSI
1cerchio ANNUNCIAZIONE

2cerchio VISITAZIONE





3cerchio NASCITA DI GESU'









4cerchio PRESENTAZIONE DI GESU' AL TEMPIO








5cerchio RITROVAMENTO DI GESU' AL TEMPIO









MISTERI DOLOROSI

6cerchio AGONIA DI GESU' NEL GIARDINO DEI GETZEMANI

7cerchio LA FLAGELLAZIONE
8cerchio INCORONAZIONE DI SPINE
9cerchio IL CALVARIO
10cerchio LA CROCIFISSIONE
MISTERI GLORIOSI



15cerchio INCORONAZIONE DI MARIA



14cerchio ASSUNZIONE DI MARIA











13cerchioDISCESA DELLO SPIRITO SANTO








12cerchio ASCESA DI GESU' DAL CIELO



11cerchio RESURREZIONE







 

Proviamo, ora ad analizzare tale rappresentazione in maniera molto particolare, ma prima il perchè delle immagini in senso antiorario.
Siamo portati, solitamente a pensare che il movimento orario sia quello esatto, mentre il senso antiorario quello sbagliato.
Nella simbologia Cristiana tale indicazione è un monito all'uomo che conduce una vita destrorsa e quindi sbagliata, la mano destra simboleggia l'azione la razionalità il potere la sinistra è la mano del cuore della purezza dei sentimenti la perfezione della saggezza.
Il Creato è sinistrorso e i suoi pianeti hanno la propria rivoluzione intorno al sole in senso antiorario.
Quindi il monito è all'uomo:
attento la tua vita è sbagliata solo seguendo le indicazioni della fede avrai la vita salva, il cammino che affronterai avrà momenti gaudiosi e dolorosi e infine gloriosi perchè vedrai DIO.
Perchè le 15 immagini sono racchiuse in cerchi?
Il simbolismo del Cerchio ha origini antiche almeno come quelle della stessa umanità:
il Cerchio è uno dei simboli fondamentali che si ritrovano in tutte le epoche e in tutte le culture.
La forma richiama il concetto di tutto ciò che è ciclico, come le stagioni e il tempo infinito, lo Zodiaco e lo stesso Cielo.
Per lo stesso motivo, questo simbolo esprime la perfezione e anche la Divinità, la totalità dell’Universo.
L’intero ordine del Cosmo e la sua armonia possono essere rappresentati con un Cerchio, così come la potenzialità insita nell’origine della vita e la Dea Madre delle antiche culture, emblema della sacralità dell’Eterno Femminino.
Infatti, il Cerchio non ha inizio né fine e in questo modo ci parla dell’Eternità.
Ora analizziamo Numerologicamente le 15 immagini.
Il 15 è formato dall'1 e dal 5 la loro somma 1+5=6
1 è il primo numero usato per contare e quindi gli è riconosciuto un grande potere; senza di esso non ci sarebbe il sistema numerico così come lo conosciamo.
Ogni sistema numerico che possiamo immaginare ha il suo punto d'inizio.
Spesso è visto come l'origine di tutte le cose e rappresenta la perfezione, l'assoluto e la divinità nelle religioni monoteiste.
L'1 è la sorgente di ciò che esiste, di ciò che è altro dall'1: da esso emanano le forme, le dimensioni, i colori, le direzioni, lo spazio, quindi il tempo, dunque la diversità.
L'1 è il punto, la retta (l'asse), la sfera.
Nell'1 coesiste il Tutto inespresso e indifferenziato dal quale rimarrà necessariamente distinto; in tal senso è Pienezza, Completezza, cioè Perfezione.
In ambito mistico presso molte culture è concepito come punto di attracco per lo spirito dell'uomo Degno, Illuminato, Consapevole che vi si abbandona in un anelito di perfezione nel tentativo di ritornare all'Origine.
E' considerato un numero maschile, il principio attivo e materiale della creazione.
Anche detto motore primo.
Il 5 è un simbolo cosmico, che rappresenta l’unione del 3 maschile con il 2 femminile, il concepimento dell’essere perfetto.
Il 5 è visto anche come la rappresentazione dell’uomo a gambe e braccia aperte, l' uomo vitruviano di Leonardo all’interno del cerchio.
5 è la cifra dell’armonia cosmica, è creatore come il 3 e rappresenta l’essere umano inserito nella materia e simboleggiato dal pentagono.
Il 5 indica il quinto elemento ricavato dai primi quattro, la quinta essenza lo spirito.
Questo numero rappresenta l’unione del centro e dell’equilibrio, esso è la cifra della ierogamia, l’unione tra il principe celeste con il principio materno terrestre, il simbolo dell’universo, rappresentato da due assi, uno verticale ed uno orizzontale che passano per il centro, ma esso è anche lo stemma della Volontà Divina che aspira all’ordine e alla perfezione e raffigura i cinque sensi e le cinque forze.
Questi due numeri sommati danno vita al 6 che è il numero dell'armonia e della bellezza.
Per la Numerologia Cristiana è l'
immagine di Cristo rappresentata nelle due nature, umana e divina.
1 L'ANNUNCIAZIONE
Il numero da cui tutto ha inizio, DIO
nel Vangelo di luca si parla dell'Annunciazine Lc 1;26,38
2 La VISITAZIONE DI MARIA,
In Lc 2;1,21 si parla della visitazione dei pastori al bambin gesù
l'incontro fra le 2 donne MARIA ed ELISABETTA che partoriranno coloro che daranno vita al cristianesimo.
Il numero 2 rappresenta la dualità e l’unione di due elementi ergendosi quindi a simbolo dei rapporti relazionali, associativi e diplomatici.
Il 2 inoltre è considerato il numero della realazione di coppia caratterizzata da un elevato grado di intimità e partecipazione.
Il numero 2 rappresenta il senso della dualità e della divisione ma, proprio per questo motivo, tende a stimolare la volontà di congiunzione. In altre parole, crea un notevole desiderio di fondere e aggregare il tutto con il quale instaura equilibrio e armonia.
3 LA NASCITA DI CRISTO
il numero della perfezione Dio è uno e TRINO Padre Figlio e Spirito Santo.
Dal Vangelo apocrifo di Giacomo al versetto 3:
[3] Quando giunsero a metà strada, Maria gli disse: "Calami giù dall'asino, perché quello che è in me ha fretta di venire fuori". La calò giù dall'asino e le disse: "Dove posso condurti per mettere al riparo il tuo pudore? Il luogo, infatti, è deserto".
[21,3] Ed ecco che la stella che avevano visto nell'oriente li precedeva fino a che giunsero alla grotta, e si arrestò in cima alla grotta. I magi, visto il bambino con Maria sua madre, trassero fuori dei doni dalla loro bisaccia: oro, incenso e mirra.
Dal Vangelo dello pseudo Matteo:

[13, 1] Nascita di Gesù. Dopo un certo periodo accadde che si facesse un censimento a motivo di un editto di Cesare Augusto, e tutta la terra si fece iscrivere, ognuno nella sua patria. Questo censimento fu fatto dal preside della Siria, Cirino. Fu dunque necessario che Giuseppe, con Maria, si facesse iscrivere a Betlemme, poiché Giuseppe e Maria erano di qui, della tribù di Giuda e della casata di Davide.
Mentre Giuseppe e Maria camminavano lungo la strada che conduce a Betlemme, Maria disse a Giuseppe: "Vedo davanti a me due popoli, uno piange e l'altro è contento". Giuseppe le rispose: "Stattene seduta sul tuo giumento e non dire parole superflue". Apparve poi davanti a loro un bel giovane vestito di abito bianco, e disse a Giuseppe: "Perché hai detto che erano parole superflue quelle dette da Maria a proposito dei due popoli? Vide infatti il popolo giudaico piangere, essendosi allontanato dal suo Dio, e il popolo pagano gioire, perché oramai si è accostato e avvicinato al Signore, secondo quanto aveva promesso ai padri nostri Abramo, Isacco, e Giacobbe: di fatti, è giunto il tempo nel quale, nella discendenza di Abramo, è concessa la benedizione a tutte le genti".

L'asino e il bue questi due "personaggi", diventati elemento ricorrente delle rappresentazioni artistiche della natività e del presepio, derivano probabilmente da Is1,3.

[3] Il bue conosce il proprietario e l'asino la greppia del padrone, ma Israele non conosce
e il mio popolo non comprende".

4 PRESENTAZIONE DI GESU' AL TEMPIO
Rappresenta la concretezza e la solidità il potere del pensiero, inteso come parola idee, rappresenta la giustizia e il castigo(nella numerologia cristiana rappresenta la Croce)indica i 4 elementi aria acqua fuoco terra.
“Tutti quelli che l’udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte” (v.Luca 2, 47).
La "Presentazione di Gesù al Tempio" è una delle dodici (tre volte 4) Grandi feste bizantine.
Le notizie storiche più antiche risalgono, come vediamo dal Diario di Viaggio di Egeria, al IV secolo.
A Gerusalemme presso la chiesa della Resurrezione (Anastasis), 40 giorni dopo l'Epifania, veniva celebrata la memoria della festa semplicemente con un sermone che verteva sulla presentazione al Tempio di Gesù.
La legge ebraica, contemplata nel Levitico, prevedeva che se non fossero stati compiuti i giorni della purificazione previsti per le puerpere, queste non potevano toccare alcunchè di sacro, né tantomeno potevano partecipare a funzioni sacre.
"Quando una donna sarà rimasta incinta e darà alla luce un maschio, sarà immonda per sette giorni; sarà immonda come nel tempo delle sue regole. L'ottavo giorno si circonciderà il bambino. Poi essa resterà ancora trentatre giorni a purificarsi dal suo sangue; non toccherà alcuna cosa santa e non entrerà nel santuario, finché non siano compiuti i giorni della sua purificazione." (Levitico 12,1-4).
“Quando venne il tempo della loro purificazione secondo la legge di Mosé, portarono il bambino a Gerusalemme per offrirlo al Signore: "ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore"; e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o di giovani colombi, come prescrive la legge del Signore.”
Luca 2,22-24
5 Ritrovamento di Gesù al tempio.
Il numero 5 rappresenta la molteplicità, il cambiamento, la mutevolezza e l'esplorazione sia a livello fisico che mentale.
La sua collocazione centrale nella scala dei numeri da 1 a 9 fa in modo che la persona sotto l’influenza del numero 5 sia indirizzata costantemente alla ricerca di nuove mete.
Il numero 5 simboleggia un nuovo punto di partenza verso la ricerca, le passioni e la fortuna.
Attiva ed estroversa, la persona del 5 tende a bruciare le tappe per raggiungere i suoi obiettivi ma è anche portata a vivere nuove esperienze.
I tre giorni della sua scomparsa annunciano i tre giorni della sua morte, tema costante negli annunci di Passione del Vangelo di Luca 2,41-50.
La fuga di Gesù è un gesto carico di senso. È collocato tra la profezia di Simeone: “Una spada ti trafiggerà l’anima (2,35).
Osea 6,5: “Venite, torniamo al Signore: in due giorni ci darà la vita, il terzo giorno ci rimetterà in piedi e noi vivremo”.
I due eventi sono collocati durante la Festa di Pasqua.
La risposta a Maria anticipa le parole dell’angelo il giorno di Pasqua: “Perché mi cercavate (32,49); Perché cercate il vivente tra i morti” (24,5).
L’incomprensione di Maria (2,50) è parallela a quella dei discepoli (Lc 18,34; 24,25). “Debbo essere nella casa del Padre mio” (2,49); “Padre, nelle tue mani affido il mio spirito” (23,44).
6 AGONIA DI GESU'

Il numero 6 esprime equilibrio e armonia sia dal punto di vista fisico che spirituale.
Giunti al podere sul Monte degli Ulivi, anche quella notte Gesù si prepara alla preghiera personale. Ma questa volta avviene qualcosa di nuovo: sembra non voglia restare solo.
Molte volte Gesù si ritirava in disparte dalla folla e dagli stessi discepoli, sostando «in luoghi deserti» (cfr Mc 1,35) o salendo «sul monte», dice san Marco (cfr Mc 6,46):
Al Getsemani, invece, egli invita Pietro, Giacomo e Giovanni a stargli più vicino.
Mio Redentore, ti capisco: più che i dolori fisici, furono i peccati degli uomini e, fra questi, i peccati miei che allora ti causarono quella grande sofferenza di morte. (Amore delle Anime 6,1-5)
7 LA FLAGELLAZIONE
Il 7 ha una valenza particolare rappresenta la Creazione, i giorni della Genesi, rappresenta le virtù ed i vizi capitali, rappresenta il numero di bracci del Candelabro Ebraico, che si accende prima del Sabato. Rappresenta il popolo eletto dal Signore.
Ma indica anche la Fermezza il Trionfo la Vittoria aggettivi che presi sigolarmente possono sembrare in antitesi con la raffigurazione della flagellazione , ma Cristo pur fustigato non rinnega, trionfantoe sul male causatogli dagli uomini è vittorioso sulla croce perchè andra al cospetto del Padre sulla croce dirà : Padre perdonali non sanno quello che fanno.
Dagli scritti di Valerio Massimo (I, 7), appare che la flagellazione costituiva una parte di questa pena, come delle altre pene capitali fra i Romani.
Spezzare le gambe dei ladroni, come menzionato nei Vangeli, fu una procedura accidentale; venne fatto perché, secondo la legge ebraica, ed è espressamente sottolineato, i corpi non potevano rimanere sulla croce durante il giorno del Sabato.
(Lipsius, De Cruce; Casaubon, Exer. Antibaron. XVI, 77.)
Nei Vangeli di Matteo, Marco e Giovanni la flagellazione è invece riassunta nella parola stessa (Mt. 27, 26; Mc. 15, 15; Gv. 19, 1)
Nei Libri Profetici, Isaia scrive: "Maltrattato, si lasciò umiliare/e non aprì la sua bocca;/era come agnello condotto al macello,/come pecora muta di fronte ai suoi tosatori,/e non aprì la sua bocca./Con oppressione e ingiusta sentenza fu tolto di mezzo;/chi si affligge per la sua sorte?/Sì, fu eliminato dalla terra dei viventi,/per l'iniquità del mio popolo fu percosso a morte." (Isaia 53, 7-8).
Nei Vangeli di Matteo, Marco e Giovanni viene riservato maggior spazio alla scena in cui Cristo viene rivestito con un manto color porpora ed una corona di spine e, con una canna, simboleggiante il suo scettro, gli viene percosso il capo: è la scena in cui i soldati romani lo scherniscono, lo schiaffeggiano e gli sputano addosso (Mt. 27, 28-31; Mc. 15, 17-20; Gv. 19, 2-5).
8 INCORONAZIONE DI SPINE
Il numero 8, è associato all'Archetipo del Sovrano, caratterizza un individuo lucido e realista, che con volontà e determinazione è in grado di materializzare i suoi ambiziosi progetti. La Bibbia
IL SALMO 8
Potenza del nome divino
[1]Al maestro di coro. Sul canto: «I Torchi…».
Salmo. Di Davide.
[2]O Signore, nostro Dio,
quanto è grande il tuo nome su tutta la terra:
sopra i cieli si innalza la tua magnificenza.
[3]Con la bocca dei bimbi e dei lattanti
affermi la tua potenza contro i tuoi avversari,
per ridurre al silenzio nemici e ribelli.
[4]Se guardo il tuo cielo, opera delle tue dita,
la luna e le stelle che tu hai fissate,
[5]che cosa è l’uomo perché te ne ricordi
e il figlio dell’uomo perché te ne curi?
[6]Eppure l’hai fatto poco meno degli angeli,
di gloria e di onore
lo hai coronato:
[7]gli hai dato potere sulle opere delle tue mani,
tutto hai posto sotto i suoi piedi;
[8]tutti i greggi e gli armenti,
tutte le bestie della campagna;
[9]Gli uccelli del cielo e i pesci del mare,
che percorrono le vie del mare.
[10]O Signore, nostro Dio,
quanto è grande il tuo nome su tutta la terra.
La Bibbia da a questo salmo il titolo della potenza del nome divino incoronandolo sovrano del Creato.
9 IL CALVARIO
Tutto si compì all'ora NONA.
Vangelo di Matteo, 27, 45(la somma 2+7=9 4+5=9) : "Dall'ora sesta all'ora nona si fece buio su tutta la terra. Verso l'ora nona Gesù a gran voce grido' : "Elì, Elì, lemà sabachtanì?. Cioè: Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? ".
Matteo 27,50: "Ma Gesù emise un forte grido ed esalò lo spirito...
Quando fù sera venne un uomo ricco di Arimatea, di nome Giuseppe, il quale era anche lui un discepolo di Gesù; andò da Pilato e gli chiese il corpo di Gesu
10 LA CROCIFISSIONE
In numerologia il numero 10 è il più sacro di tutti perchè rappresenta l'Universo, esso infatti contiene la somma di tutte le dimensioni geometriche possibili; un punto è il generatore delle dimensioni, due punti determinano una linea a una dimensione, tre punti non allineati determinano un triangolo con un'area a due dimensioni, e quattro punti non giacenti nello stesso piano determinano un tetraedro con un volume a tre dimensioni: la somma dei numeri che rappresentano tutte le dimensioni è il numero 10 (1+2+3+4=10).
Il 10 inoltre è la somma dei primi tre "numeri primi" 2+3+5=10.
Nel Vangelo di Giovanni 12,10:
[10] I sommi sacerdoti allora deliberarono di uccidere anche Lazzaro,
11 RESURREZIONE
E' il "Numero delle Rivelazioni" (11 sono gli Apostoli fedeli a Cristo). Essendo il primo della serie di numeri dopo il 10, è simbolo di un piano di conoscenze e realizzazioni più elevato del normale, di elevata intuizione, gennio, fantasia. E' segno dell'inizio della conoscenza di Dio.

I discepoli di Gesù hanno usato il caso della "resurrezione" di Lazzaro come metafora per trasmettere il proprio insegnamento di tipo gnostico.
Lazzaro, in fondo, rappresenta il neofita che nel corso della sua morte rituale abbandona la natura psichica per risorgere nella propria luminosa veste pneumatica.
Le parole di Tomaso riportate nel Vangelo di Giovanni provano che l’Evangelista ha attribuito ai fatti di Betania un significato esoterico ben preciso:
Allora Tomaso, chiamato Didimo, disse ai condiscepoli: “Andiamo anche noi a morire con lui!” (Vangelo di Giovanni,11,16)
Tomaso e i suoi “condiscepoli” dovevano partecipare allo stesso rito di iniziazione a cui era stato sottoposto Lazzaro e affrontare la morte rituale della propria natura psichica per poi risorgere alla Vita dello Spirito.
Il mistero della morte e resurrezione di Lazzaro ci avvicina dunque agli antichi riti di iniziazione alla Gnosi tipici di molte comunità della Chiesa primitiva.
Non è un caso che nel Vangelo gnostico di Giovanni, Gesù dica:
"Io sono la resurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me non morrà in eterno" (Vangelo di Giovanni, 11, 25).
12 ASCESA DI GESU' DAL CIELO
Atti degli Apostoli 1; 1,2
[1] Nel mio primo libro ho già trattato, o Teòfilo, di tutto quello che Gesù fece e insegnò dal principio
[2] fino al giorno in cui, dopo aver dato istruzioni agli apostoli che si era scelti nello Spirito Santo, egli fu assunto in cielo.
«Io, quando sarò elevato da terra, attirerò tutti a me» (Gv 12,32).
Corinzi (12,12)
[12] Come infatti il corpo, pur essendo uno, ha molte membra e tutte le membra, pur essendo molte, sono un corpo solo, così anche Cristo.
Nella Chiesa ortodossa l'Ascensione è una delle 12 grandi feste.
Dopo l'Ascensione di Gesù un 12° apostolo, Mattia viene integrato per sorteggio.
In numerologia
il 12 (Il mese dell'evento)
il 12 simboleggia la completa rappresentazione dello spazio celeste (i 12 settori dello zodiaco); il 12 è simbolo di completezza, unisce il 5/materia al 7/spirito e racchiude delle sacre proporzioni 5+4+3 = 12 quando , inoltre numerologicamente è composto da 1/unità/padre più 2/dualità/madre che dà 3/trinità/figlio.
La simbologia del 12 è veramente universale, ricordiamo qui le 12 costellazioni, i 12 pianeti, i 12 mesi dell'anno, le 12 ore del giorno e della notte, i 12 Apostoli di Gesù, le 12 lettere che formano il nome di Dio seguendo le 12 mutazioni del Tetragramma ebraico, le 12 fatiche di Ercole, i 12 cavalieri della Tavola Rotonda, le 12 vie del mare aperte da Dio secondo le storie Quichè, le 12 trecce che cadono dal turbante delle statue di Tiahuanaco che rappresentano le 12 sacre tribù del dio del sole, le 12 tribù di Israele
13 DISCESA DELLO SPIRITO SANTO
Vangelo Lettera ai 2 Corinzi 13;13
[13] La grazia del Signore Gesù Cristo, l'amore di Dio e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi.
Vangelo di Luca 11,13
[13] Se dunque voi, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro celeste darà lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono!". Raccontata
Vangelo di Marco 13,11
[11] E quando vi condurranno via per consegnarvi, non preoccupatevi di ciò che dovrete dire, ma dite ciò che in quell'ora vi sarà dato: poiché non siete voi a parlare, ma lo Spirito Santo.
Vangelo Atti degli Apostoli 13;2,4,9,52
[2] Mentre essi stavano celebrando il culto del Signore e digiunando, lo Spirito Santo disse: "Riservate per me Barnaba e Saulo per l'opera alla quale li ho chiamati".
[4] Essi dunque, inviati dallo Spirito Santo, discesero a Selèucia e di qui salparono verso Cipro.
[9] Allora Saulo, detto anche Paolo, pieno di Spirito Santo, fissò gli occhi su di lui e disse:
[52] mentre i discepoli erano pieni di gioia e di Spirito Santo.
Vangelo Romani 15;13
[13] Il Dio della speranza vi riempia di ogni gioia e pace nella fede, perché abbondiate nella speranza per la virtù dello Spirito Santo.
Vangelo Efesini 1;13 14
[13] In lui anche voi, dopo aver ascoltato la parola della verità, il vangelo della vostra salvezza e avere in esso creduto, avete ricevuto il suggello dello Spirito Santo che era stato promesso.
Nella numerologia cristiana il 13 rappresenta l'accoppiata Padre Figlio 1 DIO + 3 Gesu TRINO (Padre, Figlio e Spirito Santo).
Nella numerologia cristiana, la loro somma 1+3=4 nella religione ebraica simboleggia il Tetragramma biblico, cioè le 4 lettere che compongono il nome di DIO.
Nella Bibbia ebraica il Nome è espresso con quattro consonanti: - JHWH, dette "Tetragramma sacro", citato ben 6.828 volte.
Ma la sua esatta vocalizzazione è oggi sconosciuta.
E’ bene ricordare che nell’alfabeto ebraico le vocali furono aggiunte in epoca molto tarda (VI-VIII sec. d. C.).
Benedetto il suo Nome glorioso e sovrano per sempre in eterno" (Jomà, 6,2).(6+2=8 cioè 4+4).
14 ASSUNZIONE DI MARIA
14 è l'età in cui Maria sposa Giuseppe
I festeggiamenti per l'assunzione di Maria iniziano il 14 agosto per terminare il giorno successivo.
San Giovanni Damasceno nei suoi scritti Homilia in Dormitionem II,14
Giovanni Damasceno ricorre alla teologia biblica e illustra una serie di ragioni per cui era conveniente che il corpo della beata Vergine non si consumasse in un sepolcro.
Si può notare la tendenza dell'omileta a cercare un supporto al privilegio dell'Assunzione ricorrendo al mistero della verginità nel parto. Ma se questo argomento può presentare il carattere della convenienza, agli occhi del nostro autore sembra vantare Il carattere di una urgente necessità : Bisognava che la Madre di Dio diventasse partecipe dei beni del Figlio, e da tutta la creazione venisse celebrata come madre e serva di Dio. Sempre infatti l'eredità passa dai genitori ai figli. Invece in questo caso, come disse un saggio, le acque dei fiumi sacri scorrono all'indietro. Il Figlio ha asservito alla Madre tutta quanta la creazione."
[4] Giovanni Damasceno Homilia in Dormitionem II,14, PG 96,741 B.
Il numero 14 la cui somma da 5 rappresenta la molteplicità, il cambiamento, la mutevolezza e l'esplorazione sia a livello fisico che mentale.
A sua volta composto dalla somma 2+3 rappresentano la coppia 2Madre - 3Cristo Trino.
15 INCORONAZIONE DI MARIA
15 sono le promesse di Maria a San Domenico.
Gesù ha detto: senza di me (Dio ma anche uomo) non potete far nulla (Gv. 15,5).
Maria Regina è colei che intercede è il mezzo che ci aiuta e permette l' incontro con DIO.
Contemplando il Risorto, il cristiano riscopre le ragioni della propria fede .
( cfr. 1Cor 15, 14)
[14] Ma se Cristo non è risuscitato, allora è vana la nostra predicazione ed è vana anche la vostra fede.Rivive la gioia non soltanto di coloro ai quali Cristo si manifestò – gli Apostoli, la Maddalena, i discepoli di Emmaus –, ma anche la gioia di Maria, che dovette fare un’esperienza non meno intensa della nuova esistenza del Figlio glorificato. A questa gloria che, con l’Ascensione, pone il Cristo alla destra del Padre, ella stessa sarà sollevata con l’Assunzione, giungendo, per specialissimo privilegio, ad anticipare il destino riservato a tutti i giusti con la risurrezione della carne.
Coronata infine di gloria – come appare nell’ultimo mistero glorioso – ella rifulge quale Regina degli Angeli e dei Santi, anticipazione e vertice della condizione escatologica della Chiesa.

In numerologia se 1 come detto rappresenta DIO il 5 rappresenta il dualismo tra carnalità intesa come corpo nel suo complesso i sensi sono 5 e i 4 elementi + 1 "la quintessenza" lo spirito.

La casa editrice
Dopo aver esaminato numerologicamente e dimostrato le molte coincidenze con i vari vangeli passiamo a scoprire da chi sono stati stampati.


Come vediamo in foto è riportata la dicitura:
Lit.(Litografia) Doyen Torino.
Doyen fu uno degli stabilimenti litografici più grandi e importanti d'Italia dalla fine del XIX secolo fino alla II guerra Mondiale.
Fu fondato da Michele Doyen litografo francese originario di Digione nato nel 1809 figlio di un veterano di Napoleone decorato alla Baresina.
Dopo un apprendistato a Parigi a 20 anni nel 1829 fu portato da Demetrio Festa figlio di quel Felice che fu il primo ad introdurre dopo Napoli l'arte litografica in Italia nel 1817 a Torino a lavorare nella sua tipografia.
Dopo alcuni anni di permanenza presso il Festa nel 1833 in società con Michele Ajello aprì una litografia a Torino in Piazza Carignano 6.
Fu autorizzato ad esercitare in proprio tale arte con decreto del 3 febbraio 1834.
Nel 1834 chiama a lavorare insieme a lui il fratello Leonardo di pochi anni più giovane
La società con l'Ajello dovette durare soltanto fino al 1838, poichè dopo tale data la ragione sociale della litografia mutò in Litografia Doyen e c.
Verso il 1845 era lo stabilimento litografico più importante di Torino.
Aveva 8 torchi Brisset ed impegnava 5 disegnatori e 25 operai.
Nel 1846 apre uno stabilimento anche a Genova affidandolo al fratello Leonardo.
Intanto a Torino venivano assunti Claudio Camillo Grand Didier e i tedeschi Kreutzberger e Heinemann.
Dopo il 1850 si fusero nuovamente le due officine di Torino e di Genova e la Litografia prese il nome di Litografia Fratelli Doyen e Compagnia .
Michele Doyen tenne la direzione del suo stabilimento fino alla morte, avvenuta nel 1861 ad appena 52 anni.
Nella guida Marzorati nel 1871 la Litografia è segnalata in via Carlo Alberto 38.
Nel 1878 vengono premiati all'Esposizione Universale e Internazionale di Parigi.
Leonardo dopo la morte del fratello rimase coprincipale della ditta per circa 20 anni moriva a 75 anni il 3 marzo 1892.
Alla morte di Leonardo passa tutto nelle mani del figlio di Michele, Camillo Doyen che nel 1874 scrive un trattato sulla litografia fu successivamente anche nominato cavaliere del lavoro.
Nei primi del 900 del secolo scorso la denominazione della ditta era:
Litografia Doyen Simondetti Torino.
La ditta continuò la sua attività sino allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, poi se ne perdono le tracce presumibilmente come tante altre Aziende fu distrutta dai bombardamenti aerei su Torino del 1943.

cromolitografia primi 900 Doyen Simondetti


cartolina datata 1940 con interessante annotazione sul retro:
Lega Nazionale Seminatrici di Coraggio


Interessante storia che vede come protagonista Don Bosco e il santino sopra raffigurato:
Sono le undici e quarantacinque minuti del 26 aprile quando un improvviso boato scuote la tranquilla Città di Torino. Dal funzionamento difettoso di una macchina, scocca una scintilla che provoca un principio d’incendio nel laboratorio della Fabbrica delle Polveri, eretta nel 1585 dal Duca Carlo Emanuele I, che si trova in mezzo al Borgo Dora, presso il Cimitero di S. Pietro in Vincoli. Tre sono i magazzini contigui dove sono accumulati quintali di “polvere da mina e da caccia”.
La grossa fabbrica di polvere salta in aria, le case vicine si rovesciano... pietre, chiodi, spranghe di ferro, travi infuocate volano in aria, e piombano su palazzi e case come proiettili d’immensa bomba”.1 Le vittime sono 21 operai uccisi e 35 feriti. “Una densa nuvola di fumo come un funereo manto si stende sopra tutta Torino.
Il rischio maggiore però è che vada in fiamme il terzo magazzino delle polveri ben più fornito dei due precedenti e buona parte di Torino crollerebbe da capo a fondo!
“Or chi salverà Torino? La salverà Maria per mezzo di un suo divoto, il cui nome è ben giusto che da noi sia pure tramandato alla più tarda posterità”.1
Il sergente foriere Paolo Sacchi da Voghera, capo degli operai addetti alla fabbrica, tra l’enorme sconvolgimento, corre al terzo magazzino che sta per essere invaso dalle fiamme: una coperta vicina è già intaccata dalle fiamme.
Invocando la Madonna, “O Madonna Consolata a Voi mi affido, aiutatemi”,2 con coraggio inaudito, entra nel magazzino, strappa la coperta in fiamme ed evita così il peggio.
Animati dal suo eroismo accorrono volenterosi, si aggiungono soldati e pompieri e si costituisce un pronto intervento.
Il Sacchi intanto si affretta a coprire i barili colle coperte di lana impregnate d’acqua.
Questi lavori, nella grande trepidazione degli animi, durarono fino alle ore quattro pomeridiane.
Così in quel giorno di angoscia Torino andò salva per l’intervento di Maria, e per l’eroismo di un uomo che a Lei si rivolse, e che fino a che sopravvisse tu avresti veduto ogni sabato prostrato dinanzi all’altare della Vergine Consolatrice a sciogliere un voto di ringraziamento per averlo non solamente salvato, ma reso salvatore dei suoi fratelli”.
Avrà i dovuti riconoscimenti dalle Autorità e dalla Città di Torino, che gli ha dedicato una delle principali vie.
Egli però ha sempre attribuito alla protezione della Madonna Consolata la salvezza di Torino e la sua devozione alla Madonna non venne mai meno fino “al 24 Maggio 1884, festa di Maria Ausiliatrice, ultimo giorno di sua vita”.
L’Oratorio di Valdocco è a poco più di 500 metri dalla Polveriera.
Al primo scoppio, Don Bosco si trova in un locale di via Dora Grossa (ora via Garibaldi) dove sta sistemando gli oggetti della Lotteria per i ragazzi dei tre Oratori a lui affidati.
Al secondo scoppio immagina quanto possa essere avvenuto.
Corre verso casa temendo il peggio, ma la trova vuota, perché tutti, sani e salvi, sono fuggiti nei vicini campi e prati.
ù“Allora, senza mettere tempo in mezzo, e senza badare al pericolo, egli vola sul luogo del disastro, a fine di recare a qualche infelice il soccorso del sacro ministero.
Sopraggiunge Carlo Tomatis, e Don Bosco gli ordina: – Torna indietro, va’ in cerca delle monache che sono fuggite qua e là per le piazze e per le vie dai loro monasteri e conducile tutte in Piazza Paesana.
Là vi è un omnibus che le trasporterà a Moncalieri dalla Marchesa Barolo”.1 Tomatis corre ad eseguire l’ordine, anche se non sa rendersi conto da chi Don Bosco abbia appreso l’informazione!
Don Bosco intanto arriva sul luogo del disastro e nella grande confusione si mette a disposizione: aiuta ad estrarre dalle macerie un povero operaio rimasto travolto, ed ha la soddisfazione di impartirgli l’assoluzione.
Ma anche il suo cappello renderà un ottimo servizio.
Occorrono recipienti per trasportare l’acqua e porgerla al Sacchi che la getta sulle coperte, per impedire che il fuoco vi si appicchi.
Non avendo sotto mano altro recipiente, il Sacchi dà di piglio al cappello di Don Bosco e se ne serve a meraviglia finché giungono secchie e pompe!
Singolare è poi il fatto che tutte le immagini della Madonna, con le rispettive cornici e vetri, nella generale rovina, rimangano intatte al loro posto; in particolare, nel piano superiore del padiglione Nazareth, abitato da una cinquantina di ragazzi minorati e cronici, sul pilastro che regge le travi del tetto, si innalza una colonna di terra cotta sulla quale poggia “una statua della Vergine Immacolata, alta oltre un metro, vuota nell’interno, di semplice scagliola, con intorno al capo un ampia corona di dodici stelle”.
Nella rovina seguita agli scoppi “la colonna porta l’impronta dei proiettili da cui viene percossa, ma la statua della Vergine, appena di un pollice smossa dalla sua base, rimane illesa ed intatta con in capo la sua corona: e mentre prima era rivolta verso l’atrio della casa, ora si vede la sua faccia guardare la polveriera”.1 Una grande lapide sormontata da un quadro che illustra lo scoppio della Polveriera, è posta dal Canonico Anglesio all’ingresso della Piccola Casa a testimoniare la perenne riconoscenza dei ricoverati alla Consolata per lo scampato pericolo.
Don Bosco per riconoscenza verso la Madonna che ha protetto in modo singolare l’Oratorio e la costruzione della Chiesa di S. Francesco, appena giunta al tetto, fa stampare dalla litografia Doyen 5000 copie di una bella Immagine che a giugno distribuisce ai ragazzi.
Sullo sfondo è raffigurata la Città di Torino, il Santuario della Consolata e la Polveriera che esplode; in alto la Vergine Consolatrice sulle nubi e tra gli Angeli; sul davanti giovani in ginocchio ed in piedi con le mani rivolte in alto, a fianco un sacerdote che indica loro, con la destra, la Madonna, mentre poggia la sinistra sulla spalla di un giovane che contempla in estasi la Vergine. In alto si legge: “Nei pericoli e nei bisogni ricorrete a Maria”, in basso: “I figli dell’Oratorio di S. Francesco di Sales a Maria Consolatrice: Noi dalle accese polveri / per tua mercé scampati / ai piedi tuoi gran Vergine, / grazie rendiam prostrati”.
Don Bosco decide pure che metà dell’utile della Lotteria che sta allestendo, per erigere la chiesa di S. Francesco di Sales, sia dato in beneficenza a pro dell’Opera del Cottolengo
Don Mario Morra SDB

Raccontata questa bellissima storia che vede protagonista Don Bosco a conclusione di questo lungo post, torniamo ai nostri due santini della Madonna di Pompei per terminare con una curiosità.
Come notiamo dal confronto il santino a sinistra che ricordo essere quello fustellato riporta in basso la dicitura:
Lit: Doyen - Torino
mentre il secondo a margini lisci ha la seguente:
Lit. Loyen - Torino
Mi domando e vi domando, errore tipografico o "Tarocco napoletano"?
Voi che ne pensate?




Spero come sempre di aver contribuito ad arricchire il vostro (ed il mio) bagaglio di conoscenza.

Giovanni Battista Bondesan















Vi ricordo che i post sono frutto di mie conoscenze e ricerche e qualsiasi forma di riproduzione di queste notizie deve essere autorizzata dall'autore che ne ha il copyright ogni violazione sarà perseguibile penalmente.

1 commento:

  1. buongiorno.
    se volessi far valutare santini degli anni 40 e un libretto con tutte le immagini cromate di doyen l. simondetti dove potrei rivolgermi? grazie

    RispondiElimina