Perché Santi tra le mani

Vi siete mai trovati fra le mani un santino?
Naturalmente non quelli odierni, magari che conservava vs nonna?
Bene voglio farvi riflettere su un punto .
Quel santino è molto più di un "pezzo di carta".
Non rappresenta solo un immagine da coservare .
Immaginate solo per un momento perchè vi ritrovate quel santino, perchè qualcuno lo ha conservato gelosamente !
Perchè magari gli è stato donato da una persona cara, o solo perchè era devoto a quel santo.
*Ma la cosa affascinante è il ritrovare su alcuni di essi scritte in bella o brutta grafia, frasi di preghiera, di augurio, di ricordo o di dedizione o magari solo una firma o una data.
Per lo più a volte sono parole semplici o anche forbite poesie magari in rima . Quindi testimoniano una fede autentica e un epoca che è passata.*(frase del collezionista Mario Tasca)
Per non parlare poi della loro bellezza intrinseca santini fatti a mano, disegnati e colorati da mani leggere e esperte, da artisti per lo più ignoti che hanno creato piccoli capolavori .
In questo mio blog, oltre a presentare la mia collezione che potete visionare nella slide a destra settimanalmente, prenderò in esame un santino o un argomento che mi sta più a cuore cercando di darvi più notizie possibili.
Ovviamente si accettano commenti critiche suggerimenti e approvazioni.
Buona lettura!

FRASI CELEBRI

"Chi è
capace di creare immagini,
come e quando vuole,
non conosce la tristezza
della realtà quotidiana
e può dar libero sfogo
alla magia delle sue allucinazioni"
S.Dalì

Ogni grande opera d'arte ha due facce, una per il proprio tempo e una per il futuro, per l'eternità
Daniel Barenboim

Si usa uno specchio di vetro per guardare il viso e si usano le opere d'arte per guardare la propria anima.
George Bernard Shaw
Vivere nel mondo senza diventare consapevoli del suo significato è come aggirarsi in una grande biblioteca senza toccarne i libri.
[Manly P. Hall]
"Il SAPERE rende LIBERI è l'Ignoranza che rende PRIGIONIERI".
Socrate


PREFAZIONE
LA FILICONIOMANIA DI GIOVANNI BATTISTA BONDESAN

E' l'interesse per la cultura in generale, e la forte passione per un prezioso settore storico ed artistico purtroppo trascurato che a partire dal 2002 ha impegnato con fervore singolare Giovanni Battista in una rigorosa, approfondita e puntuale ricerca.
La quale non si è svolta in un ambito ristretto, ma via via si è estesa ai Santuari, alle Chiese, agli Archivi, alle Biblioteche, ecc. ecc. fino alle persone interessate e sensibili, da quelle colte e titolate alle più semplici, depositarie "spesso" di Immaginette devozionali, conservate gelosamente e ordinate per il gusto di collezionare e per il piacere di conservare il ricordo tramandato.
Si tratta a mio avviso di una "mania" encomiabile, che va molto apprezzata e sostenuta per un duplice motivo.
Il primo consiste nel fatto che Bondesan con le sue originali ricerche, sempre rigorosamente documentate, sta arricchendo con nuovi contributi questo significativo settore dimostrando tra l'altro, come l'arte "dei Pezzettini di Carta" non è "Minore" ma esprime con la più alta dignità l'evoluzione della cultura e l'intreccio tra la componente Cattolica Cristiana e l'influenza di impliciti elementi del Classicismo Greco e del Giudaismo sino a cogliere talvolta sottili implicanze con alcune espressioni della cultura Massonica.
Ritengo che siano soprattutto validi i suoi efficaci interventi chiarificatori sui significati della complessa ricca ed insieme misteriosa simbologia ricorrente.
Il secondo motivo, anche da lodare sta nella opportuna e instancabile divulgazione degli esiti via via acquisiti con le sue faticose ricerche e con studi approfonditi sia attraverso il dialogo con tutti coloro che si interessano di queste problematiche sia in occasione dei convegni che nei chiari e frequenti interventi sul Blog.
In conclusione auguro a Giovanni Battista di raccogliere finalmente tutte le soddisfazioni che merita, in quanto giovane studioso e che possa continuare ad arricchire con il suo esemplare entusiasmo.
Professor Vittoriano Caporale
Ordinario in quiescenza di Storia della Pedagogia Università di Bari e già Docente di Storia delle Tradizioni Popolari Università di Taranto sede distaccata di Bari.

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venerdì 19 ottobre 2012

La Madonna della Neve e Don Stanislao De Pascale

 
 
L'incisione che prendiamo in esame oggi non fa parte della mia collezione ma è tratta da internet.
 
Come abbiamo visto, esaminando un santino, questi può raccontarci molte cose, non solo legate a ciò che vi è rappresentato e quindi l'eventuale incisore o tipografia che l'ha stampato, ma a volte ci permette di capire da quale luogo proviene e il nome di chi l'ha posseduto o ancora il periodo storico in cui collocarlo.
In questo caso specifico, questo "Santino", ci permetterà di raccontare un periodo della nostra storia italiana.
 

 
Il cartiglio sottostante l'immagine della Madonna della Neve così riporta:
VERA MIRACOLOSA EFFIGE DELLA MADONNA DELLA NEVE CHE DA MOLTI SECOLI SI VENERA NEL CONVENTO DE RIFORMATI DI SAN FRANCESCO IN MONTELLA.
A DIVOZIONE DEL SIGNORE  D. STANISLAO PASCALE DI MONTELLA.
                                                                                                                                    A.D. 1850
 

 
Montella è un paese in provincia di Avellino, famosa per la produzione di castagne IGP ha una storia che risale già al neolitico.
Il Convento menzionato nel cartiglio è monumento nazionale e sembra sia stato fondato dallo stesso San Francesco nel 1222.
Il cartiglio oltre a permetterci di collocare geograficamente il "Santino" ci svela anche l'anno in cui tale santino fu stampato nel 1850, ma cosa ancora più importante chi ne fu il committente:
A Divozione del Signor  D. Stanislao Pascale.
Chi era costui? Proviamo a scoprirlo.
Se leggiamo la frase notiamo che davanti al nome vi è una D. che dovrebbe essere l'abbreviazione di DON.
Tale aggettivo deriva dal latino DOMINUS cioè SIGNORE, titolo d'onore premesso un tempo al nome dei soli PRINCIPI, quindi per usanza ricevuta dagli spagnoli, anche a quello dei NOBILI CITTADINI, il quale uso si mantiene  in alcune province d'Italia, ed è rimasto oggi come proprio ai soli sacerdoti.
Dalla spiegazione etimologica quindi possiamo intuire che DON STANISLAO PASCALE doveva essere una persona molto influente e importante a Montella e lo si deduce, oltremodo, dal fatto che venga menzionato nel cartiglio del santino, come committente dello stesso.
Tale ipotesi ci viene confermata da:
Domenico Ciociola, Canonico della Insigne Battesimale di Santa Maria del Piano, fu oratore di grande talento chiamato a svolgere la sua attività panegirica in tutti i comuni dell’Irpinia, che parla di Don Stanislao in una suo libro dal titolo:
"Breve elogio funebre pronunciato sul feretro del Cav. Stanislao Pascale il 24 Novembre 1878 nella Battesimale di Montella" (scritto ad Avellino, nel 1879), che ci permette di scoprire la data di morte del Cavaliere.
Un ulteriore conferma la troviamo in una
 Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia (per vedere clicca sulla foto) datata:
15 maggio 1878
 
 in cui
ORDINE DELLA CORONA D'ITALIA
S.M. si compiacque nominare nell'Ordine della Corona d'Italia
Sulla proposta del Ministro dell'Interno con decreti in data 2 e 13 dicembre 1877
a Cavaliere:
Pascale Stanislao di Montella 
Deduciamo così  dalle date, che il Pascale, fu fatto Cavaliere d'Italia solo un anno prima della sua morte.
Ma chi era veramente Don Pascale?
Faceva parte di una Famiglia di origini nobiliari e ricco proprietario terriero che insieme ad altre Famiglie si dividevano il territorio di Montella, ricordando molto da vicino quelle Famiglie "Gattopardesche" siciliane della metà dell'800 che ben furono evidenziate nel film di Luchino Visconti "Il Gattopardo" appunto.
 
Il 17 marzo 1861 fu fondato il Regno d'Italia ma lungi dall'aver fatto gli italiani così come disse in una famosa frase  Camillo Benso Conte di Cavour.
Nel Regno delle Due Sicilie  che fu governato  dai Borboni le grandi famiglie aristocratiche che avevano vissuto nei privilegi concessi dal RE, si accorsero che il loro potere cominciava a sgretolarsi e quindi cercarono di osteggiare tale unificazione, favorendo il brigantaggio.
Ed è proprio di questo, che il Cavalier Stanislao viene accusato in una lettera del 1868 dal Prefetto di Avellino indirizzata all'allora Ministro degli Interni.   
 
 
Carteggio segreto tra il Prefetto di Avellino ed il Ministro degli Interni 1868 sul Brigantaggio a Montella .
Il Prefetto di Avellino si porta a Montella dal 5 al 14 Ottobre 1868 relazionando poi al Ministro dell’Interno sullo stato del paese e su i suoi problemi legati al brigantaggio .
Un documento eccezionale visto da un uomo delle istituzioni senza posizioni di parte che apre uno spaccato vero e crudo di un periodo che deve essere riletto con obbiettività e serietà di giudizio.
 Di Edmondo Marra (Autore di  romanzi storici  sul Brigantaggio nelle terre Irpine alle soglie dell'Unità d'Italia è stato anche sindaco di Montella nel 2008)

18 Ottobre 1868
L'esibizione dei risultati di un rastrellamento: otto soldati posano con quattro briganti catturati. La foto però è truccata: i briganti in realtà sono già morti e i soldati li tengono dritti con le mani perché non cadano a terra.

Le notizie sempre più insistenti che le condizioni di sicurezza pubblica in Montella si rendevano di giorno in giorno peggiori , per essersi ai danni del brigantaggio congiunti la diffidenza e la discordia fra le diverse autorità locali mi determinarono a muovere per quel Comune , onde scrutarvi da vicino la origine dei mali lamentati , ed escogitare i modi meglio efficaci a farli cessare o diminuire.
Con proposito così fatto partii la notte del 4 andante alla volta di quel paese dove giunsi alle 7 antimeridiane del 5 , e dove ebbi a trattenermi per necessità di cose e per interesse del servizio fino al giorno 14 .
Ed ora verrò esponendo all’E.V. quanto mi occorse osservare ed indagare durante la mia dimora colà, e terrò parola di uomini e di circostanze con quella franchezza di linguaggio e con quella imparzialità di apprezzamenti che sono state sempre nelle mie abitudini , acciò i Rettori dello Stato possano fermare i loro criteri in maniera meno dubbia ed incerta.

Indole degli abitanti di Montella in relazione con le condizioni locali
Montella è divisa in diciotto casali o rioni , i di cui abitanti vicendevolmente si attribuiscono appellativi di scherno. Una prima ragione dunque di avversione tra essi sta appunto nel frazionamento dell’abitato , onde ciascun rione vive una vita separata , s’informa ad un’attività economica peculiare , e sdegna quasi di aver comunanza d’interessi e di propositi con gli altri.
E poiché ogni rione conta uno o più proprietari influenti per dovizie o per scaltro ingegno è agevole comprendere come le gare , le gelosie , le ambizioni tengano gli animi divisi al pari delle case e come il popolo minuto si giovi delle discordie dei più cospicui , servendo ora l’uno ora l’altro , e terminando per dominarli tutti .
Né l’esperienza , né la sollecitudine del proprio vantaggio , né i richiami dell’autorità , né l’evidenza di danni sempre crescenti e maggiori han potuto indurre quei gentiluomini a rammorbidire gli odi reciproci ed a stringersi in saldo vincolo di amicizia per imporsi a quelle masse , dalle quali sono oggi costretti a ridursi fra le domestiche pareti prima che annotti ed a trascurare le faccende campestri .
Essendo poi i ricordati casali addossati ai monti , e le strade avvallate per muri altissimi che ricingono i giardini folti di alberi secolari , facili si rendono gli agguati , facilissimo lo scampo a gente corriva per indole alle vendette ed al sangue .
Di qui sorge una seconda ragione così della frequenza dei crimini , come della riluttanza a designarne gli autori e dell’impunità che spesso gli accompagna.
Da un dato statistico , allegato alla presente e derivato con scrupoloso esattezza da’ registri esistenti nella Pretura Mandamentale , si può desumere la pruova migliore della natura rapace vendicativa e violenta de’ montellesi , e del bisogno sentito in ogni tempo di spendervi cure e provvedimenti speciali.
Per toccare intanto delle individualità e de’ partiti , mi occorre far conto a V. E. che i De Stefano , i Rubini , gli Albiosi , i Colucci , i Marano , i de Pascale ecc per desiderio di preponderare ciascuno a sua volta , e per mostrarsi superiori ad ogni altro loro conterraneo , hanno indetta una guerra tenebrosa ed indefessa al Sig.r Scipione Capone , il quale solo ha osato dichiararsi apertamente ossequioso e confidente del Real Governo , quandoché essi se ne vantano poco riverenti e si confessano mal persuasi della durabilità dell’ordinamento politico attuale .
E poiché là , dove mancando l’affinità delle indecole alla formazione de’ solidi uopo è ricorrere alla compressione per ottenerla , l’esiguità delle forze e de’ mezzi spiegati finora onde ricondurre Montella allo stato di normalità è stata pretesto ed occasione ai tristi di miscredere il principio di Autorità , e mantenere la perturbazione nella coscienza pubblica .
Né sarà fuor di luogo accennare come fra tanti ricchi proprietari di quella terra , unicamente contro il summentovato Sig.r Capone siensi converse le minacce , gli appiattamenti e la industria de’ briganti per averlo nelle mani .
 La qual cosa , pienamente da me constatata , induce a ritenere , che più alla grossa taglia sperata dal sequestro di quel gentiluomo , i masnadieri mirino alla esecuzione di qualche iniquo mandato , secondoché è voce di popolo essersi praticato nella recente uccisione di Diego Moscariello .
Delineate sobriamente le prime origini del male , che dirò proprio del luogo , mi permetterò scendere al disame di quello dipendente da estranee cagioni .
Una delle piaghe tradizionali di Montella è stato sempre il brigantaggio , conciosiacché , per le cose dianzi notate circa l’indole degli abitanti e la opportunità de’ siti , si fossero in ogni tempo quivi deplorate le associazioni di malfattori in bande armate , talvolta eventuali , talvolta permanenti , sperperate e distrutte quando un nerbo straordinario ed imponente do forze veniva impiegato a perseguirle , le bande medesime potevano lungamente sottrarsi alle ricerche , quando i mezzi adoperati non erano al livello delle circostanze .
Ed allora il sistema delle spie , dell’astuzia , degli agguati ne scemava gradatamente il novero fino a purgarne del tutto il paese .
Or non essendo stato consentito porre a persecuzione delle comitive , ( che dal 1861 hanno infestato quello ed i territori contermini ) una forza regolare capace di circuirle e vietar loro qualsivoglia rifugio , mi sono , e con risultamenti favorevolissimi , attenuto agli accorgimenti , usando gli scarsi modi messi a mia disposizione con maturità di giudizio e con fermezza ed instancabilità di provvedimenti .
E se volessi avvalorare di esempi le mie affermazioni , mi gioverebbe richiamare alla memoria dell’E. V. i nomi de’ più famigerati assassini , de’ quali nel giro de’ primi quindici mesi della mia amministrazione ho potuto liberare il Principato Ulteriore , e massime le terre del montellese , dove dopo la morte del Cianci , la banda trovavasi ridotta unicamente a Pico e a due altri briganti . Ma due fatti ( ed io non mi periterò di rivelarli a V. E. ) venivano a fuorviare gli effetti finali delle mia diligenza , l’uno cioè di spiegare grande apparato di forze dal lato del Salernitano , lasciando che poche ed insufficienti ne fossero destinate dalla parte di questa Provincia ; l’altro di non definire apertamente il compito , la direzione e la responsabilità del Potere chiamato all’attuazione del disegno ; perocché questo, qualunque fosse stato l’accordo delle varie autorità ed il loro vicendevole appoggio e concorso , doveva di necessità naufragare nella indipendenza e nelle attribuzioni speciali di ciascuna di esse .
L ‘ allegato B darà ragione del primo fatto ; e V. E. non vedrà senza meraviglia come alla persecuzione de’ malfattori sopra una zona di meglio che ottanta chilometri di lunghezza e venti di larghezza siansi creduti bastevoli 124 soldati parte distaccati a Bagnoli e Caposele , e parte stanziati in Montella , donde tre soli drappelli ciascuno di 15 uomini appena sono incaricati di perlustrare successivamente quella lunga catena de’ monti , que’ boschi e quelle valli .
Ragione del secondo fatto la daranno i miei reiterati rapporti a codesto Ministro , ne’ quali non solo ho ripetutamente espresso la previsione , che gli arresti in massa su semplici denunzie od indicazioni avrebbero stimolato molti a darsi al brigantaggio , diminuita negl’innocenti la fede nella protettrice salvaguardia delle leggi , ed aperto largo campo alle personali vendette , ma ho anche annunziato che le decisioni assolutorie del magistrato Ordinario avrebbero vulnerato il prestigio delle Autorità Militare ed Amministrativa , dalle quali gli ordini di cattura sarebbero stati emanati .
Ma checché altri abbia potuto opporre e far credere al riguardo gli eventi sono venuti a confermare il presagio : e mentre in sei mesi circa i numerosi arresti ( ai quali le ministeriali istruzioni mi facevano quasi un debito di assentire ) , sopra semplici liste , presentate al Comandante Militare e redatte da funzionari male informati e troppo credute , producevano il disgustoso frutto di tre omicidi , di un mancato omicidio , di un aumento di masnadieri , e di una assoluzione , anche se in massa, degli indiziati di manutengolismo.
Gli è vero , che non si è mancato di far le viste di attingere informazioni a questa Prefettura sul conto di detti manutengoli , de’ quali si indicavano i nomi , ma quando si era giunti alla insinuazione di attribuire gl’ insuccessi , sperimentati altrove a negligenza ed assonnamento delgi agenti Governativi di questa Provincia, respingere quelle liste e redarguirle d’inesattezza sarebbe stato lo stesso che ribadire l’opinione che si era voluto far filtrare nell’animo del Sig.r Ministro sulla inalterata sicurezza fin qui goduta da’ conniventi de’ briganti.
E poiché mi sono imposta la legge di esser franco , aggiungerò :
- Che il Maggiore comandante il 1° Battaglione del 39 ° Fanteria in Montella per quanto si mostri animato dall’interesse del servizio , altrettanto è lontano dall’adattamento de’ mezzi migliori a conseguire lo scopo .
Unitosi al Pretore Mandamentale ( di cui farò cenno in seguito ) e raggiunto da costui fin dal primo momento che arrivò a Montella , si pose in urto con gli agenti di Sicurezza Pubblica e co’ reali carabinieri , rendendo infruttuosa la loro opera , e facendone spiare gli atti e quelle pratiche segrete e riservate inerenti allo speciale loro compito .
Soverchiamente credulo si è sovente volte affidato ai complici de’ briganti , ed a coloro che erano decisi ad arruolarsi tra i malfattori.
Esempio di ciò Giuseppe Granese , Costantino Figliuolo , Salvatore Coscia e Generoso Pizza ( de’ quali i primi tre trovansi arrestati ) che avevan promesso la loro cooperazione al Sig.r Maggiore contro la banda Pico , cui in seguito eransi associati.
Violento ne’ modi , adopera minare percosse e carcere contro le persone , dalle quali inutilmente si è lusingato ottenere rivelazioni , o che sono da lui state sospettate di conniventi .
Ed è quanto avveniva non ha guari a Giovanni di Nolfi e Bartolomeo Ragone ,che erano per sospezione menate in carcere dopo gravi violenze patite, di cui però il Pretore rifiutavasi ricevere la querela , e stornava la pruova generica.
- Che il capitano de Benedetti toscano ( decorato della medaglia di oro da Pio IX per servigi contro il brigantaggio , allorché era al soldo del Gran Duca ) serba una condotta commendevole in ciò che concerne la militare disciplina , perniciosissima però in quel che si attiene alle sue private relazioni nel paese . E pervero , tanto egli che la moglie sono assolutamente ligi al sig.r Stanislao de Pascale
( cav .re dell’Ordine di Francesco II , borbonico nella sostanza e repubblicano nell’apparenza ); e si fanno facilmente accivettare dalle moine , da’ doni , da’ pranzi , dalle feste e da’ giuochi della casa De Pascale , dove convengono abitualmente e da mane a sera gli eccessivi de’ vari partiti che abitano Montella .
Si sospetta poi , e con fondamento , che molte disposizioni riguardanti arresti e sorprese di briganti non abbiano potuto avere effetto , per confidenze fattene dal de Benedetti al de Pascale e consorti , e con la convinzione forse che coloro fossero brava e buona gente.
- Che il Pretore del Mandamento , volendo vivere di accordo con tutt’i partiti , accarezzandoli successivamente , ha diminuita la propria autorità ed inacerbiti viemaggiormente gli odi preesistenti. Stretta amichevole intimità col de Pascale surriferito , e divenutogli compare , ne’ primordi delle sue funzioni colà confidava allo stesso le notizie più delicate al riguardo del brigantaggio e di quei che ne erano fautori , rendendo per tal modo infeconde tutte le cure delle Autorità per la ricerca e punizione de’ colpevoli .Altrettanto ossequioso verso il Comandante Militare , quanto avverso ai funzionari di Sicurezza Pubblica ed ai Reali carabinieri , mentre rivela al primo i segreti delle istruzioni processuali , nega ogni appoggio ai secondi e ne discredita gli atti .
Ha trattenuto non pochi mandati di cattura da doversi eseguire dall’Arma , de’ quali però non si è restato dar contezza agl’interessati , agevolando così ai catturandi la via di porsi in salvo .
Ha trasandato di ammonire 32 individui ( fra quali Generoso Pizza e Salvatore Coscia datisi quindi al brigantaggio ) che l’Arma de’ Carabinieri aveva designati in apposito elenco , come colpevoli di vagabondaggio e di manutengolismo .
E si è mostrato del pari riluttante ad emettere ordini di arresto preventivo , che l’Arma in parola si era fatta a richiedere nel fine d’impedire che tristi uomini ( a ragion di esempio i detti Granese e Pizza ed Alessandro Lubirto ) si associassero alla banda Pico , emettendo tali mandati sol dopo che quelli già eransi costituiti in comitiva armata.
- Che il Regio Procuratore sostituto , sig.r Grisolia , fingendo di aderire e dopo un primo rifiuto alla preghiera da me datagli nel di 23 settembre or decorso , d’investigare cioè giuridicamente quali insidie si macchinavano in Montella a danno della persona e della proprietà del sig.r Capone , entrambe minacciate ed in pericolo , si recava colà in casa de Pascale donde , senza esame di sorta , facevasi a sputare sentenze e ad indicare fatti in opposizione di quelli che erano realmente .
Se debbe aggiustarsi fede alle persone meglio informate , pare che la piena e completa assoluzione del sig.r Alessandro Rubino , contro il quale parecchie prove di complicità co’ malfattori erano state raccolte e prodotte dall’Arma de’ Reali Carabinieri , sia tornata profittevole all’anzidetto Magistrato . Ed io non avrei esitato a respingere tali assertive , come calunniose insinuazioni , dove, consultando i precedenti che lo riguardano , non avessi rilevato gl’intrighi ed i brogli da lui usati nella elezione politica del Deputato di Avellino sig.r Montuori ( elezione che fu poi oggetto d’inchiesta dopo essere stata annullata ) , e non avesse rilevato del pari come egli , allora Pretore in Monteforte pretendesse Lire 255 per la liberazione di Raffaele Amodeo , brigante spontaneamente costituitosi alla giustizia , e come indettatosi col capo-banda Paris Piciocchi attendesse a derivare disonesti guadagni dalle indicazioni di costui .
Su di che potrà richiamarsi il rapporto di questa Prefettura del di 14 Agosto 1863 . Divisione Gabinetto , n° 399-allegato C.
Laonde non è ad avvisasi strano , se , mentre i gentiluomini si dilacerano scambievolente , e gli aderenti del Rubino festeggiano il suo ritorno , e il de Pascale trae partito dalla familiarità di alcune autorità Militari e Giudiziarie , ed i Reali carabinieri ed il delegato di Sicurezza Pubblica sono ostacolati , ed un impercettibile drappello di truppa muove in lontane perlustrazioni , i briganti talvolta osino rivedere le proprie abitazioni e trattenervisi parecchie ore della notte .
Vuolsi inoltre segnalare che in tanta copia di attriti e di discordie , come non mancano le pronte ed efferate vendette contro que’ che si adoperano a far incogliere i malviventi , così non mancano denari e doni a que’ che ne favoriscono in qualsiasi modo i passi .
E’ pure mestieri far noto a V.E. un altro gravissimo fatto , che si collega strettamente agli omicidi di Rosario Celetta e di Diego Moscariello , e che da la spiega degli addebiti fatti al maresciallo de’ carabinieri de Angela , di non aver serbato il segreto sul conto delle proprie spie .
Il Celetta ,che agendo per conto del D’Angela ( con la mia intelligenza ed a spese di questo ufficio ) aveva reso servizi interessanti ed altri e maggiori ne avrebbe prestati , fu designato , non si sa da chi al Tenente Colonnello De Levis come utile a guidare la truppa contro la banda Pico-Ferrigno , e come spia retribuita del maresciallo suddetto .
Usando allora il proprio grado , il sig.r De Levis obbligò quest’ultimo a porre il Celetta alla sua dipendenza , ed ebbe la malaccortezza di farne parola nella Casina , dove si riunivano i sedicenti repubblicani .
Tradotto così il sospetto in certezza sulle pratiche di quell’infelice contro i briganti , ed ingannato con false promesse il Maggiore del Battaglione stanziato in Montella , il Celetta veniva miseramente ucciso .
Rapporto di questa prefettura del di 22 Luglio ultimo Divisione Gabinetto n° 447.
Né dissimili fino ad un certo punto erano le circostanze che originavano la uccisione di Diego Moscariello .
Caduto anche esso in sospetto di fornire notizie , avvisi ed assistenza all’Arma surriferita , e volendo porsi al sicuro della vendetta de’ fautori della comitiva , contro i quali aveva coraggiosamente reso testimonianza nella compilazione degli atti processuali , chiedeva al Sindaco locale un passaporto per recarsi a vivere altrove .
Egli però sapeva troppe cose e troppi nomi erano stati compromessi colle sue rivelazioni , quindi la sera stessa dal giorno in cui aveva domandato il passaporto era morto a colpi di fucile nell’abitato del rione Santa Lucia .
Giudichi ora V. E. delle condizioni di Montella e delle cagioni che da pochi mesi in qua le hanno fatte sensibilmente peggiorare ; e nel contempo si degni paragonarle con quelle , se non del tutto normali almeno comportabili , cui man mano si era riuscito condurle.
Ne’ dieci giorni da me passati in quel Comune non ho circoscritto le mie occupazioni ad investigare unicamente le cose che ho avuto l’onore di rassegnare all’E. V , ma ho visitato le prigioni e gli uffici Municipali così del Comune anzidetto , come di Sant’Angelo Lombardi , di Bagnoli Irpino , di Montemarano , di Volturara Irpina e di Cassano .
Con rapporto speciale farò noto alla Direzione Generale della carceri gl’inconvenienti rilevati nelle summentovate prigioni ed i modi di eliminarli per l’avvenire , mentre vado a proporre a questa deputazione Provinciale altri modi per mettere in regolare assetto i locali.
Vista l’indifferenza e l’inerzia de’ preposti alla cosa pubblica locale , ho indotto la Giunta a far manifeste per bando e per affissi stampati le ricompense che sarebbero state concedute a chi avrebbe fatto cadere i briganti nelle mani della legittima Autorità. Allegato D
Ho chiamato in vigore ed osservanza la Ordinanza che inibiva ai pastori l’accesso ai monti , facendo ridurre ai rispettivi paesi que’ che tuttora vi pascolavano gli armenti ; e l’altra che vietava agli abitatori delle campagne di tenere cani fuori le case durante la notte.
Ho fatto riunire tutto il Consiglio Municipale e le persone più influenti di Montella e rivolto loro parole di concordia e di riavvicinamento , persuadendoli della necessità d’imporsi al popolo minuto coll’esempio. onde nella dimenticanza delle reciproche gare avessero riconquistata quella forza morale che avevano perduta , e che sarebbe valsa a sottrarli alle oppressioni , nelle quali continuamente vivevano.
Ho promosso vari miglioramenti da attuarsi nel Comune dipendente in gran parte dalla definitiva separazione de’ beni che sono tuttavia promiscui con quelli di Volturara Irpina , offrirò la mia mediazione all’uopo.
Ho vivamente raccomandato la organizzazione di una squadriglia composta essenzialmente e per volontaria sottoscrizione di gentiluomini del paese ; e ciò ad oggetto di stabilire fra essi una talquale solidarietà , e di avviarli ad un comune indirizzo.
Ho visitato le scuole maschili e femminili , ed ho avuto a plaudire così agl’insegnanti , come allo svogliato ingegno degli alunni che le frequentano in numero non scarso .
Ho udito moltissimi individui designatimi riservatamente come capaci di somministrarmi utili indicazioni contro i briganti ed i costoro fautori ; e così ho potuto scoprire che un Michele Basile , soprannominato mollicone sia depositario di lire 2550 ( che il capo-banda Francesco Cianci gli aveva consegnato ) e che aveva stimolato al brigantaggio il proprio nipote Alessandro Luberto .
che altre 1915 lire erano state dallo stesso Cianci depositate presso Michelangelo Gramaglia , e ciò per manifestazione di Diana Marano , vedova del detto capo-banda da me accuratamente interrogata. Ho potuto scoprire che un Vincenzo Spatola di Lioni era manutengolo della banda Pico-Ferrigno : epperò dopo averne ordinato l’arresto , l’ho messo alla dipendenza del potere giudiziario, cui ho ufficialmente comunicato le pruove raccolte .
 ho potuto scuoprire che i fratelli Angelo e… Pascale alias Cardinale porcaiuoli di Montella erano in relazione co’ malfattori , somministrando loro i viveri occorrenti : fattili ricercare insieme al summentovato Basile ( Mollicone) non è stato possibile rinvenirli nel paese; ma ho disposto il da farsi allorché vi ricompariranno .
Ho potuto scuoprire che un Pascale Basile fu Giovanni corrispondente della comitiva Pico veniva ricercato dal pretore di S. Cipriano ( Salerno ) per crimine quivi commesso in Agosto dello scorso anno , quando sotto mentito nome era entrato come guardiano ai servigi del sig.r Vincenzo Bellofatto di quel Comune .
Fattolo perciò arrestare , l’ho subito rimesso alla dipendenza del Pretore di Montella per le ulteriori pratiche con quelle di S. Cipriano .
Ho potuto scuoprire che Donato e Giuseppe Pico , l’uno padre, l’altro fratello del capo-banda Ferdinando hanno fatto de’ recenti acquisti di fondi , hanno toltoo ad enfiteusi una piccola selva , hanno preso con contratto di anticresi una casa del notaio Sig.r Antonio Vuotto , hanno mutuata la somma di lire 680 a Celestino Luberto , ed infine mostrano di godere una certa agiatezza, laddove prima che il Ferdinando si fosse dato al brigantaggio , Donato faceva il mestiere di becchino e Giuseppe espiava la pena de’ lavori forzati per reato di furto .
Ed è notevole al riguardo , che de’ diversi contratti stipulati , e degli acquisti fatti niun sentore se ne era dato finora a questa Prefettura .
Ho potuto scuoprire che Antonio Carbone , padre del ferocissimo malfattore Alfonso , ha istigato costui ad associarsi alla comitiva , onde migliorare la propria condizione e vivere nell’abbondanza . Possessore di 25 vacche e 3 vitelli , egli le faceva custodire dal guardiano Alessandro de Meo di Volturara e dall’altro suo figlio Paolo Carbone giovinetto di 13 anni , in un casone alla contrada Verteglia , cioè nella località appunto dove i briganti frequentemente si sono rifugiati .
E qui è notevole del pari come di questa essenziale circostanza , che poneva la comitiva , e massime l’Alfonso Carbone ad immediato contatto de’ propri congiunti e quasi nella propria casa , non si fosse dato a questo ufficio.
Ho fatto perciò immediatamente tradurre il bestiame in Montella , coll’espresso divieto di rimenarlo alla pastura ai monti ; e perché il guardiano De Meo aveva da molti mesi lasciato il servizio dell’Antonio Carbone, così ho fatto per poche ore trattenere nella caserma de’ Reali Carabinieri il paolo , facendolo poscia licenziare per un riguardo alla sua tenera età.
Ho potuto finalmente scuoprire un altro manutengolo nella persone del vecchio capraio Giuseppe Policino alias Speranza , il quale non aveva mancato di prostituire le proprie figlie a’ briganti , talché fattolo tradurre in carcere , è stato da me passato subito all’Autorità ordinaria .
Tale è stato il risultamento delle osservazioni e delle notizie attinte sul luogo .
 
 
Da questa lettera, otteniamo un ulteriore notizia,  che Stanislao Pascale fu insignito del titolo di Cavaliere Reale Ordine di Francesco II, probabilmente tra il 1859 e il 1861.
Francesco II di Borbone, battezzato Francesco d'Assisi Maria Leopoldo (Napoli, 16 gennaio 1836 – Arco, 27 dicembre 1894), fu re del Regno delle Due Sicilie dal 22 maggio 1859 al 13 febbraio 1861.
Non sappiamo se tali pesanti accuse mosse dal prefetto fossero fondate o meno sicuramente però,  il Pascale ne uscì indenne  e dimostrando (di sicuro, falsamente!), attaccamento al nuovo Regno d'Italia, ormai anziano, fu nominato Cavaliere del Regno d'Italia.
 
Interessante carteggio che ci ha permesso di aprire una finestra su un periodo di storia importante di una zona d'Italia forse poco conosciuta.

Se volete conoscerne di più sulla storia del Brigantaggio

http://www.brigantaggio.net/brigantaggio/storia/regnoduesicilie/storia%20regno%20duesicilie.htm#sioni

http://www.dragonetti.pz.it/OldSitoDragoLiteVers//brigantaggio_meridionale1.htm



Con questo affascinante racconto, abbiamo potuto dimostrare, se ancora ce ne fosse bisogno, l'importanza del collezionismo di santini  che non racchiudono in sè  solo Fede e Arte ma raccontano la "Storia degli uomini".



Come sempre mi auguro di avervi fatto scoprire un altro aspetto di questo "Fantastico Mondo".  


Giovanni Battista Bondesan


venerdì 12 ottobre 2012

NUOVA STAGIONE "le vendite su Ebay"

Molti di voi attendevano un mio nuovo post sulle Aste Ebay e allora partiamo in questa nuova stagione con delle "chicche" davvero interessanti! Che mi hanno fatto piangere.... ma dal ridere!
Come al solito avremo a che fare con prezzi che nulla hanno a che vedere con il santino in vendita.
Ricordo ai venditori il diritto di cronaca e di critica e che la loro privacy è salvaguardata poichè utilizzano un nickname e se questo non basta vi invito nuovamente a rileggere un mio passato post
 http://filiconiomaniasantitralemani.blogspot.it/2012/03/egr-sig-venditori.html
Ovviamente non me ne vogliano gli altri Venditori ma visioneremo quelli più interessanti!
Cominciamo la nostra carellata:
il primo venditore che prendiamo in esame è
 beverlyshoppingcenter

con una serie di santini con  prezzi di base d'asta davvero incredibili!
 2 santini comuni uno monocromo seppia l'altro cromo con base d'asta euro 7,75, santini che non superano i 3 euro d'acquisto non si capisce poi quei 0,75 centesimi.
Passiamo poi a due santini di Padre Pio con reliquia degli anni 70-80 con base di partenza euro 22,48, anche in questo caso poichè parliamo di uno dei santi più venerati d'Italia tali santini sono ancora di facile reperibilità, e ancora una volta non si capiscono quei 0,48 centesimi.
Ancora 4 santini a 7,75 anche in questo caso sono di manica larga e non superano i 3 euro di valore.
Infine, dulcis in fundo una cromo a euro 99,00  e 3 a euro 50,00 di partenza.
Inutile dire che tali valutazione sono alquanto inverosimili.
Per concludere e per evidenziare l'incongruenza di tale venditore troviamo in vendita a euro 10,00 di partenza una interessante incisione dell'800 (l'unico pezzo davvero interessante) un  San Francesco che visti i prezzi proposti avrebbe dovuto vendere con una base di 100,00 euro. VOTO 3
Passiamo ora a  luca9147
http://www.ebay.it/itm/SANTINO-ANTICO-/170920083899?pt=Arte_Sacra&hash=item27cba181bb
che propone in vendita all'asta un santino cromolitografico con base a euro 39,00 anche in questo caso il venditore ignora le valutazioni di tali santini, valutabile  intorno ai 3-5 euro (e anche qui mi sono tenuto largo!). VOTO 3
Il Venditore il_collezionista81  propone in vendita un santino con valore iniziale 12,50, quando leggerete questo post questa asta sarà gia terminata
http://www.ebay.it/itm/Antico-Santino-Holy-Card-RELIQUIA-RELIC-San-Francesco-di-Assisi-PORZIUNCOLA-/330803137725?pt=Collezionismo_Cartaceo&hash=item4d05674cbd
di cui ho parlato ampiamente in un mio post
http://filiconiomaniasantitralemani.blogspot.it/2012/02/santino-preziosissimo-su-ebay-stati.html

che al momento in cui scrivo ha 11 offerte arrivando così a euro 30,50 .
Bene lasciatemi dire che se il venditore in questo caso non ha nessuna colpa in quanto il prezzo di partenza era nella media del santino,  chi invece  si aggiudicherà l'asta avrà fatto un vero affare! Per un santino che non supera appunto la valutazione max di 10- 15 euro, lo pagherà così più del doppio.
Il venditore ha in vendita altri santini a prezzi coerenti.VOTO 6
Devo fare invece i complimenti ma solo per la quantità e la qualità delle immaginette vendute all'asta, dal Venditore  la_fata_stellina
http://www.ebay.it/sch/la_fata_stellina/m.html?_trkparms=65%253A12%257C66%253A2%257C39%253A1%257C72%253A6366&rt=nc&_trksid=p3911.c0.m14.l1513&_pgn=1
Il valore assegnato in alcuni casi è alto andrebbero leggermente limati  VOTO 5 1/2 
Esaminiamo ora le vendite di  mitologia59 
 http://www.ebay.it/sch/mitologia59/m.html?hash=item3a7a93d74c&item=251164612428&pt=Collezionismo_Cartaceo&rt=nc&_trksid=p4340.l2562
che nella descrizione di alcuni santini della EGIM scrive la parola "RARO"


Definizione e Significato:RARO
Aggettivo


  • Poco frequente nel tempo, che accade poche volte Sinonimo: sporadico: le sue visite sono diventate più rarocaso più unico che raro, rarissimo ‖ raro volte, non molto spesso
  • Che si incontra poco di frequente, difficile a trovarsi Sinonimo: non comune: un raro esempio di onestà; salvo raro eccezioni; un fungo raro per questi luoghi; frequente con il verbo essere o altro verbo copulativo, seguito da frase soggettiva: è raro vederlo sorridereChimica, gas raro, gas nobile ‖ Figurativo, bestia raro, si dice di persona strana, bizzarra, unica nel suo genere
  • Estensione, Prezioso, pregiato: collezione di monete raro
  • non comune Rado: nel cielo ci sono solo raro nuvole
  • Avverbio raramente, di rado, eccezionalmente: lo incontro raramente.
Perchè questa precisazione, innanzitutto dobbiamo ricordare che parliamo della casa editrice EGIM che era e lo è tuttora un'Azienda che era (ed è) affermata nel campo della stampa di santini.  
 La produzione sia di cromo nel periodo pre e post bellico che off-set a partire dagli anni 60 fu notevole poichè tali tecniche permettevano una grande quantità di  copie, commercializzandole  sia in Italia che all'estero ragion per cui parlare di RARITA' non è esatto.

Ricordo, che l'unica carta collezionabile RARA fu  la numero 20 "IL FEROCE SALADINO" che faceva parte di una serie prodotta per la pubblicizzazione di un prodotto della  Buitoni-Perugina  nel 1934.
La rarità di alcune figurine era spesso frutto del caso, ma anche voluta, essendo stampate in un numero minore.
Un decreto del Ministero delle corporazioni regolerà in seguito questi “concorsi” e obbligherà a stampare tutte le figurine con la stessa tiratura per evitare le rarità “artificiali” preprogrammate.
Sicuramente molti di voi che collezionano santini avranno amato anche queste figurine a tal proposito potete visionare il seguente sito FIGURINE ANTEGUERRA   
Dopo questa breve divagazione torniamo al nostro venditore che ci propone santini EGIM con la dicitura RARO a 12 e 15 euro, mi sembra inutile spendere altre parole . VOTO 3
Altro discorso invece per il Venditore mazhev13  in quanto credo e me le gioco..... che il santino in questione non è altro che una riproduzione che fa parte della collana che era in vendita nelle edicole qualche tempo fa della Hachette
http://www.ebay.it/itm/Santino-traforato-/221135617611?pt=Collezionismo_Cartaceo&hash=item337cb5be4b
in questo caso dare un voto ad una probabile furbata è presto fatto VOTO 0.
E' inutile dire che se mi sbaglio e il venditore Mazhev13 mi conferma con prove che il suddetto santino sia originale sarò ben lieto di fare MEA CULPA e di ritirare quanto scritto ovviamente dovrà inviarmelo per posta per poterlo visionare e accertarmi così che non sia una copia.
Finalmente un venditore con prezzi coerenti, parliamo di  geronteborro 
http://www.ebay.it/sch/geronteborro/m.html?hash=item27cba9a58c&item=170920617356&pt=Collezionismo_Cartaceo&rt=nc&_trksid=p4340.l2562
 con una serie della DOPTER in vendita con base d'asta euro 8 molto bella e una serie di santini della SLE dagli 8 ai 10 euro. VOTO 7 
Guardiamo ora i santini del Venditore filly7  anche in questo caso viene utilizzata su alcuni la parola RARO che RIBADISCO può trarre in inganno l'acquirente sprovveduto, e noi non vogliamo prendere in giro l'acquirente vero? quindi evitate di utilizzare la parola RARO che per alcune tipologie di santini è alquanto inopportuna, ci vuole un pò di deontologia se si vuol fare i venditori.
Vi sono oltre 50 santini in vendita che variano da un minimo di euro 5 ad un max di euro 18  con serie EGIM a euro 10, inutile dire che sono basi d'asta fuori mercato. VOTO 3 
A questo punto possiamo anche sorridere con  bazaarunico che ci propone in vendita con base 
d'asta a euro 10,00 due santini fotografici proponendoli per RARI e adducendo nella descrizione 
che:
RARO PERCHE´ MI HANNO RIFERITO CHE NON ESISTONO ATTUALMENTE SANTINI CON QUESTA RAPPRESENTAZIONE GRAFICA.
"Mi hanno riferito".... ma documentarsi prima di vendere no? VOTO 3
Altro voto più che positivo per il Venditore graianella 
con prezzi coerenti con il pezzo in vendita, tra cui spicca, una incisione, forse della fine del 700 del Sacro Cuore a euro 9,99 di base. VOTO7
Concludiamo questa carrellata con un ulteriore voto positivo per mimm62
 http://www.ebay.it/sch/mimm62/m.html?hash=item564d3ee420&item=370663154720&pt=Collezionismo_Cartaceo&rt=nc&_trksid=p4340.l2562
con una serie di santini con basi d'asta eccellenti e il mio apprezzamento va ad un San Patrizio con base d'asta a 6 euro. VOTO7.
Come sempre vi ribadisco un concetto, il prezzo lo fate voi acquirenti e non i venditori, se acquisterete un santino ad un prezzo alto, in una successiva asta  lo stesso o uno simile potrà  essere venduto con una base d'asta a partire dal prezzo a cui  vi siete aggiudicati il precedente, tutto a vantaggio ovviamente di chi vende e voi vi ritroverete un santino con un valore falsato.
E' giusto come sia  che ogni categoria abbia una sua fascia di prezzo ma è anche vero che non possiamo mettere sullo stesso piano ad esempio una litografia con un off-set, quindi l'off-set non può superare in valore la litografia, penso e ritengo fermamente che un EGIM non possa superare la soglia max di 4 euro (che ricodiamolo nel vecchio conio sarebbero 8mila lire e se non vi fosse l'euro tale santino non supererebbe le mille lire di valore!).
Quindi occhio ragazzi nel fare gli acquisti!
Mi rivolgo ai Venditori quando mettete all'asta un santino SIATE PRECISI NELLA DESCRIZIONE, BASTA ANCHE SOLO SCRIVERE LA DICITURA "SANTINO" SENZA ALTRE AGGIUNTE, SE NON CONOSCETE LA VALUTAZIONE NON BASATEVI SOLO SULLE VENDITE EBAY, MA DOCUMENTATEVI CI SONO I CATALOGHI E VARI SITI DOVE POTER CHIEDERE INFORMAZIONI. O AD ALTRI VENDITORI CON PIU' ESPERIENZA..
In conclusione come abbiamo potuto verificare siamo ancora lontani dall'avere dei venditori deontologicamente corretti, comunque siamo sulla buona strada e che i pochi siano di esempio ai molti!

Giovanni Battista Bondesan



martedì 9 ottobre 2012

Incisore Giuseppe Mochetti




LA  TRASFIGURAZIONE

GIUDIZIO UNIVERSALE
Eccomi a voi con una nuova ricerca, una nuova storia da raccontare,questa volta siamo
intorno la metà dell'800 nella Città Santa, Roma.
Racconteremo per sommi capi la vita dell'incisore che diede vita a queste due "Opere", infatti utilizzare la parola "santino" in questo caso,  a me sembra molto riduttivo, poichè non ne esalta il valore artistico, che traspare, ammirandole, possiamo così sicuramente parlare di "OPERE su RAME", che ritengo possa essere il giusto appellativo per indicare queste due incisioni.
Entrambe hanno fatto parte della Mostra che si è tenuta nell'ambito della Manifestazione "Notti Sacre" all'interno del Museo Diocesano di Bari.
 La scheda tecnica:
 "LA TRASFIGURAZIONE" OPERA incisa su rame a bulino e stampata su carta non vergata   8,3 x 7,9 cm. alla stampa diametro 6,7 cm. acquerellata a mano.
"IL GIUDIZIO UNIVERSALE" OPERA incisa su rame a bulino e stampata  su carta non vergata  8,3 x 7,4 cm. alla stampa diametro 6,7 cm. acquerellata a mano.
La prima OPERA "LA TRASFIGURAZIONE" è l'interpretazione della famosa opera di RAFFAELLO SANZIO, di seguito il confronto     
     
La Trasfigurazione è un dipinto a olio su tavola (405x278 cm) di Raffaello, databile al 1518-1520 e conservato nella Pinacoteca Vaticana.
È l'ultima opera eseguita dall'artista prima di morire, completata nella parte inferiore da Giulio Romano.
Per quanto riguarda invece, la seconda OPERA potrebbe essere la libera interpretazione del "GIUDIZIO UNIVERSALE"  di FRA BARTOLOMEO di seguito il confronto:            

Il Giudizio Universale è un affresco staccato (360x375 cm) avviato da Fra Bartolomeo nel 1499 e concluso da Mariotto Albertinelli nel 1501, custodito nel Museo Nazionale di San Marco a Firenze. Opera oggi molto lacunosa, ebbe una fondamentale influenza sugli artisti contemporanei, tra cui Raffaello.
O ancora che si possa essere ispirato ad un trittico del Beato Angelico

Purtroppo non abbiamo altre fonti, se non google, per la ricerca di immagini riferite al giudizio universale, ma è possibile che l'incisore si sia rifatto ad un quadro o affresco esistente come nel caso della trasfigurazione di Raffaello.
Il fatto che siano copie di originali, nulla toglie alla bellezza di queste incisioni su rame che ricordiamo sono grandi come un fondo di bicchiere 6,7 centimetri.





Le due OPERE incisorie furono create dall'incisore romano Giuseppe Mochetti notizie dal 1814-1905  date che si desumono probabilmente dalle sue opere ma si ha traccia di un Giuseppe Mochetti, come alunno di disegno nell'Accademia del Campidoglio  che il 16 settembre 1804 fu premiato all'annuale concorso indetto dall'Accademia.
 Qui di seguito  le notizie inerenti la premiazione: 
 Concorso fatto nell'Accademia Capitolina di Pittura  Scultura ,
Domenica i6. corrente. Essendosi già intimato nelle consuete forme, secondo il solito stile di tutti gli anni, il concorso ai giovani, che studiano il disegno nella celebre Accademia dì Campidoglio, onde vi si potesse presentare col foglio da doversi autenticare col pubblico sigillo dell' Accademia suddetta , qualunque dei  fervidi Campioni che creduto si fosse abbastanza esperto da potersi produrre nell' arduo cimento , nel susseguente Lunedi esposta venne dal Professore Sig. Vincenzo Pacetti Scultore una Figura panneggiata  della quale con nobil gara ciascheduno de'concorrenti si accinse ad eseguirne il disegno .
Ridotto questo al suo termine  e consegnato da rivali  giovani il rispettivo foglio, fatta quindi 1' adunanza degli Accademici Professori destinati a proferire il loro giudizio esaminati furono attentamente  e con tutta  esattezza e imparzialità li detti disegni.
Dopo lunga discussione si trovarono unanimi nel consenso della destinazione delle guadagnate medaglie-da- darsi, in, premio a quelli  più abili, e sono state queste distribuite nella seguente maniera:
Prima Classdi' Pittura.
Primo Premio. Giovanni Prampolini Romano  discepolo del Sig. Raimondo Ghelli pittore 
Secondo Premio Giuseppe Mochetti Romano  discepolo di suo padre Incisore di Rame., 
Seconda. Classe
Primo Premio Luigi Montani Romano discepolo del Sig. Francesco Manno.
Secondo- Premio . Carlo de Giovanni Romano > discepolo del S'g. Camilla °acetti. 
Terza Classe
Primo Premio.Carlo Rossi Romano, discepolo del Sìg. Raimondo Ghellì.
Secondo Premio. Alessandro Scarozza Romano, discepolo del Sig Cavaliere Tommaso Conca pittore. 
SculturaPrimo Premio » Antonio Sola Spaglinola . 
Secondo Premio» Claudio Monti Romano, discepolo del di lui padre Scultore .
Terzo Premiò Giuseppe Cartoni Romano , discepolo del Sig. Camillo Pacetti Scultore.
Li Professori che hanno giùdicato sono stati quelli, che hanno diretto l'Accademia nel corrente Anno ; cioè li Signori Suvè Direttore dell" Accademia di Francia  Cav. Canova Ispettore delle Belle Arti e Antichità.
Scultore  Camuccini Pittore Pacetti Vincenzo, Scultore  Saja, Pittore  Pacetti Camillo Scultore  e Francesco di Massimiliani, Laboureur  ed Albacini Scultori .
potete trovare l'intero libro cliccando su Diario di Roma parte terza 
Da tale ritrovamento si può dedurre che il Mochetti nel 1804 potesse avere non più di 14 - 16 anni e che quindi, la sua data di nascita deve essere retrodatata e aggirarsi intorno  al 1788 - 1790 .
Inoltre abbiamo anche un altro indizio, nel libro viene affermato che era discepolo del padre  che con molta probabilità fu Alessandro  MOCHETTI Roma, e. 1760 - dopo il 1812 Incisore a bulino.
Allievo di Giovanni Volpato, fu autore di scene religiose, specialmente da opere di Francesco Manno. Collaborò alle riproduzioni delle Logge di Raffaello (1789).
Dal ritrovamento di altre fonti è presumibile  che la morte di Alessandro Mochetti possa essere successiva al 1813 in quanto nell' Annuario politico, statistico, topografico e commerciale del Dipartimento di Roma 1813 è presente l'ubicazione della magione o dello studio di incisione di Mochetti Alessandro,  sita in
via  S. Maria  numero 160 a Roma.
Tornando al nostro Giuseppe, lavorò presso la Calcografia Romana probabilmente subito dopo essersi diplomato in disegno nell'Accademia Capitolina, e fu come suo padre membro dell'Accademia di San Luca, intorno ai 28 - 30 raggiunta una certa maturità nell'arte incisoria e con alle spalle già un ottimo numero di lavori incisori, lo ritroviamo incisore del "Cenacolo" di Leonardo come testimonia il libro
L'antico arazzo del cenacolo regalato da Francesco I a Leone X essendosi consumato fu rifatto nel 1769 da Pietro Ferloni a San Michele a Ripa ed essendosi poi logorato anche questo ne fu rifatto un altro dal Centomani sopra un esatto disegno del pittore Bartolomeo Nocchi è stato inciso dal delicattissimo bulino di Raffaele Morghen col disegno di Teodoro Matteinida cui l'ha ripetuto in un bel rame Giuseppe Mochetti donde l'ha ricavato con somma bravura sig. Giovanni Petrini per ornamento del frontespizio di questo libro.

Nel 1830 produce 19 tavole f.t. incise in rame insieme all'incisore Pietro Ruga. Opera dedicata al Cardinale Carlo Odescalchi dal titolo:
" Le piaghe di Gesù Cristo considerate in quindici Misteri opportuni per lucrare l'Indulgienza plenaria quotidiana per se, o per le Anime del Purgatorio, e per udire con raccoglimento la Santa Messa" pubblicato dalla Tipografia Perego Salvioni, Roma
Da notizie del 1 ottobre 1834 tratte dal Diario di Roma, Parte 4
OPERE di Scienze, Lettere ed Arti che hanno ottenuto la dichiarazione di proprietà dall' Emo signor Cardinale Camerlengo di S. R. C. , a norma dell* Editto dei 23 settembre 1826 , e pubblicate per suo ordine espresso.
Interno del Tempio del Santo Sepolcro in Gerusalemme , disegnato da Fr. Innocenze Da Piazza Minore Riformato , inciso in foglio da Giovanni Acquaroni e Giuseppe Mochetti e da questi ceduto per iscritto in proprietà a Don Giovanni Santini (curioso il fatto che tale padre si chiamasse "Santini" di cognome).
Come la maggiorparte dei grandi Artisti anche il Mochetti ebbe una vita alquanto travagliata, pur essendo un protetto sotto l'ala cardinalizia dell'Antonelli amava mettersi nei guai, non sappiamo se fosse dedito al gioco d'azzardo o fosse un semplice debito "dimenticato" per i pochi  scudi  guadagnati, sta di fatto che lo troviamo protagonista di un arresto da parte degli armigeri del papa il 5 giugno del 1852 ormai in età matura intorno ai 65 anni e condotto alle Carceri Nuove in via Giulia, rischiando di rimanere in carcere per molto tempo, in quanto all'epoca i reati debitori erano duramente condannati. Dal libro:
Sui tratti di generosità di Antonelli vedi ad esempio Roncalli sotto la data del 5 giugno 1852 :
Un Mochetti cognito (cioè noto) incisore fu trovato in una delle scorse notti ricoverato sotto il colonnato di San Pietro poichè si era allontanato dalla sua casa per timore di alcuni atti esecutori in causa di un suo debito di scudi 24.
Il Mochetti fu carcerato dai carabinieri di Palazzo che ne fecero rapporto al Cardinale Antonelli, questi conosciuta la causa fece rilasciare il Mochetti e del proprio gli pagò il suddetto debito.
In un almanacco di Roma del 1830 il giovane incisore, condivideva l'appartamento con un suo collega  probabilmente per far fronte alle spese.
 Mocchetti Giuseppe ed Alessandro Romani . Via Gregoriana N. 6.
In un Almacco di Roma del 1843 dal titolo:
risulta che l'Artista Mochetti Giuseppe figura,  ancora nella via gregoriana n. 6
Infine nel 1855 nel libro
 e nel 1857 ne libro
probabilmente  intorno ai 70 anni risultava abitare sempre alla Via Gregoriana 6
Un ulteriore indizio sulla vita di Giuseppe Mochetti ci viene dal libro:
Poche le notizie che riguardano Alessandro Mochetti, incisore sconosciuto a molti repertori. ... Partecipô inoltre con la tavola Partenza da Roma di S. S. Pió VI per Siena scort.to da Dragoni Francesi, seguiti ne/la notte ... poi la Divina Comme- dia (1802), quest'ultima venduta presso la casa romana dell'incisore in via Gregoriana.
Da questa ulteriore notizia  risulta che in via Gregoriana numero 6   nel 1802 vi abitasse già Alessandro Mochetti e famiglia  è quindi  ipotizzabile che in via Santa Maria 160 vi fosse lo studio incisorio e che successivamente  alla morte dei genitori Giuseppe, sia rimasto nella casa di via Gregoriana 6 dove  inizialmente  condivise l'abitazione  con un suo collega, adibendo probabilmente una stanza a studio e  rimanendovi lì sino alla vecchiaia.
Al termine della sua lunga carrira probabilmente all'età di circa 76 anni, divenuto ormai Professore per la sua  esperienza e bravura dimostrata, lo ritroviamo ancora una volta menzionato in una cronaca del tempo come correttore di una immagine di una Beata Vergine.


Nello stess'anno il Marchese Giovanni Eroli di Narni caldo e benemerito illustratore dei
monumenti e delle cose patrie, facea a sue spese intagliare sul rame dall' incisore Sig. L.
Sella la celebre dipintura dello Spagna, che si ammira nella chiesa di S. Girolamo della sua
città natale, e raffigura la incoronazione della beata Vergine. 
Condotto a termine il lavoro e riveduto e corretto per maggiore esattezza dal Prof
Mochetti, l'anzidetto Sig. Marchese dedicavalo al Papa, il quale in contrassegno di suo gradimento e in luogo di rimunerazione, lo presentava di una bella medaglia d'oro.
Dopo una lunga carriera incominciata sulle orme del padre Alessandro, Giuseppe  Mochetti  potrebbe essersi spento intorno al 1870 a quasi 80anni, e non nel 1905 come riportato in alcuni siti visitati.
Potete visionare alcune sue "OPERE" ben 35 sul sito della Biblioteca Panizzi da cui si evince che gli incisori Mochetti non furono solo Alessandro padre e Giuseppe, ma operarono nello stesso periodo anche un Francesco e un Vincenzo  probabili fratelli del Giuseppe o comunque imparentati, ecco spiegata la confusione sulle date di nascita e di morte.


Spero come sempre di aver contribuito ad arricchire il vostro (ed il mio) bagaglio di conoscenza.

Giovanni Battista Bondesan

 Vi ricordo che i post sono frutto di mie conoscenze e ricerche e qualsiasi forma di riproduzione di queste notizie deve essere autorizzata dall'autore che ne ha il copyright ogni violazione sarà perseguibile penalmente.