Incisione a bulino di scuola bolognese inizi XIX secolo misure 7,7x11 alla stampa 4,7x5,9 su carta vergata.
Sotto l'incisione è presente un cartiglio che dà il titolo all'incisione:
Beata Vergine delle Febbri che si venera nella Chiesa di Santa Maria Maddalena in Bologna.
L'origine della Chiesa come in molti altri casi, è legata ad un affresco di Madonna con bambino, dipinto sulle mura fra XIV e XV secolo e successivamente scomparso sotto un accumulo di terreno. Durante uno scavo, nel 1480, l'immagine tornò alla luce. Considerata fonte di miracolose guarigioni durante le frequenti epidemie malariche che colpivano la città, iniziò ad essere oggetto di devozione da parte degli abitanti della zona, col titolo di "Madonna delle Febbri".
Nel 1572 si costituì una omonima Compagnia che, con le offerte e le elemosine raccolte, iniziò la costruzione di una chiesa, per custodire l'immagine. Nel 1585 il Senato cittadino concesse l'autorizzazione per realizzare una scalinata d'accesso, progettata dall'architetto bolognese Domenico Tibaldi (1541 - 1583), autore anche della facciata della chiesa.
Nel 1687 la Compagnia della Madonna delle Febbri si unì a quella di San Giorgio dei Genovesi, aggiungendo al proprio titolo la seconda denominazione di San Giorgio di Miramonte.
Nel 1776 venne rifatto l'oratorio, ma solo pochi anni più tardi la Compagnia fu sciolta dalle leggi napoleoniche e, nel 1798 ( data importante quando parlerò dell'incisore), l'immagine della Madonna delle Febbri fu trasferita presso la chiesa di SanDomenico.
Nel 1776 venne rifatto l'oratorio, ma solo pochi anni più tardi la Compagnia fu sciolta dalle leggi napoleoniche e, nel 1798 ( data importante quando parlerò dell'incisore), l'immagine della Madonna delle Febbri fu trasferita presso la chiesa di SanDomenico.
Madonna delle Febbri
Francesco da Rimini o Giotto (?)
affresco (XIV sec.), Basilica di S. Domenico, (BO).
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La chiesa di Santa Maria delle Febbri, ormai chiusa al culto, fu venduta ad un privato, che la trasformò in abitazione, apportandovi profonde modifiche. La più rilevante fu il completo abbattimento, nel 1812, del maestoso portico di Tibaldi. Nei primi anni del ‘900 l'edificio, di proprietà della famiglia Trari, venne arricchito da dettagli decorativi in stile neogotico - merlature, cornici in cotto, finestre ogivali e ad oculo con rosoni - oggi scomparsi.
Demolita e in parte inglobata nella costruzione di un nuovo edificio, resta al ricordo solo una lapide, collocata nel 1958 dal Comitato per Bologna Storica e Artistica su retro della casa in fondo a Via Miramonte
Il "santino" risulta essere stato inciso dalla mano del bolognese Nicola Mellini (da non confondersi con un altro incisore suo contemporaneo Napoleone Mellini di scuola milanese) che fa parte di quella scuola bolognese di incisori che aveva in Agostino Carracci (1557-1602) il suo fondatore.
Nel XIX secolo Bologna ebbe una scuola fiorente, che ha notevole importanza nella storia dell'incisione italiana e che è pochissimo conosciuta,come giustamente fa notare il Bertarelli in alcuni suoi scritti, molti anche gli editori che gravitavano nella zona del bolognese,da ricordare degno di nota l'editore Salvardi (di cui parlerò analizzando alcuni suoi santini, in un prossimo post) dal 1802 e operante ancora oggi.
Rogo dei titoli aristocratici
Incisione all’acquaforte di Nicola Mellini. Bologna, fine XVIII sec.
collezione Bertarelli. |
Tra gl'incisori emiliani ricordiamo Giuseppe Giorgi, Vincenzo Mazzi, Angelo Ferri, Carlo Bianconi, Giovanni Rosaspina, e il Nicola Mellini .
Le notizie riguardanti la vita del Mellini sono pressoché inesistenti tranne che le presunte date di nascita e di morte 1795 - 1836 .
Nel libro "Gli artisti italiani e stranieri negli stati estensi" Catalogo Storico Modena Tipografia della R. D. Camera 1855 fra i tanti artisti descritti vi è anche il Mellini ma le notizie si limitano alle seguenti:
Bolognese incisore (n. 17.. m. ...) intagliò il disegno di Vincenzo Pizzoli (di cui incise anche la vera effige del Petrarca. Biblioteca Panizzi) della statua di S. Margherita da Cortona dei fratelli Ballanti esistente nella Chiesa di S. Nicolò di Carpi.
Com'è possibile che già dal 1855 le notizie sul Mellini erano così scarse?
Azzardiamo un ipotesi, probabilmente, perchè considerato un artista di secondo piano per quell'epoca .
trovata sul sito :
Era forse questa la Statua della Santa Margherita da Cortona fatta dai fratelli Giovan Battista e Francesco Ballanti.?
Forse no ma che importa, ci piace pensare di sì.
I fratelli Ballanti, il più noto fu Giovan Battista (3 gennaio 1762 morì a Faenza il 22 luglio 1835) erano di Faenza.
Collaborando col padre e poi col fratello minore Francesco (1772-1847), cominciò a modellare statue e rilievi che valsero a creare la fama di quella officina degli statuari Ballanti-Graziani, divenuta celebre ed attiva in tutto il secolo scorso perché, dopo la morte dei titolari, fu continuata da Giovanni Collina, che aveva sposato la figlia di Francesco, e dai suoi discendenti.(enciclopedia Treccani)
Autore | Pizzoli Vincenzo (Bologna, XIX sec.) |
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Tecnica e supporto | Olio su tela |
Datazione | 1850 |
Misure (in cm) h x b | |
Iscrizioni | |
Notizie storico-critiche | |
Iconografia | Opera di formato circolare dove è ritratto a mezzo busto papa Clemente VIII con mantella rossa bordata di ermellino e il tipico camauro intesta. |
Bibliografia | nessuna? |
Mostre | nessuna? |
Nota | Scarse le notizie sul disegnatore Vincenzo Pizzoli (notizie 1800-1833), di cui Servolini ricorda la sua attività di litografo nel campo dell'editoria: sue infatti sono le tavole per le "Vite e Ritratti di XXX illustri ferraresi", edite a Bologna dalla Litografia Zannoli nel 1833. L'opera è firmata e datata sul retro. |
Torniamo a parlare del Mellini, se la sua vita a quanto pare è stata breve, non lo è la sua produzione incisoria, di notevole talento e a suo agio con qualsiasi tecnica prediligendo però l'acquaforte, fu anche illustratore per pubblicazioni di pregio e disegnatore per altri incisori.
Incise per proprio conto o su ordinazione e per molti editori bolognesi tra cui il Salvardi.
Aveva una predilezione per le opere del Tintoretto e per le incisioni di Agostino Carracci precursore della scuola bolognese che a sua volta incise molte opere del pittore veneziano ricordiamo la "Crocifissione"
Nella Biblioteca Panizzi sono presenti ben 43 incisioni del Mellini
Incisore: | MELLINI, Nicola (Bologna, op. dal 1795 al 1836) |
Titolo: | Beata Vergine delle Benedizioni : Che si venera nella Chiesa di San Donato in Bologna |
/ N. Mellini inc. 1831. | |
Data: | 1831 |
Descrizione: | [Bologna : s.n., 18..]. - Acqf. e bul. ; 95x84, smg., foglio 115x86 mm |
Numero frame: | 20922 |
Supporto: | Carta non vergata |
Filigrana: | s.f. |
Stato: | Buono |
Repertori: | Schede A. Davoli Biogr. 800 cass. 11 per l'A. |
Incisore: | MELLINI, Nicola (Bologna, op. dal 1795 al 1836) |
Disegnatore: | PIZZOLI, Vincenzo (op. a Bologna nel sec. XIX) |
Titolo: | FRANCESCO PETRARCA : Vera effigie di Lui... |
/ Vincenzo Pizzoli disegnò ; Niccola Mellini incise 1823. | |
Data: | 1823 |
Descrizione: | [S.l. : s.n., 1823 ca.]. - Bul. e acqf. ; 208x164, 321x219 mm |
Numero frame: | 20911 |
Supporto: | Carta non vergata |
Filigrana: | s.f. |
Stato: | Buono, ma leggero foxing. |
Repertori: | Schede A. Davoli Biogr. 800 cass. 11 per l'A. |
Repertori: | Benezit per l'inv. |
Incisore: | MELLINI, Nicola (Bologna, op. dal 1795 al 1836) |
Inventore: | VANNI, Francesco Eugenio (Siena, 1563 ca. - 1610) |
Titolo: | D. HIERONYMUS : S. Ecclesiae Doctor Maximus |
/ Franciscus Vannius inv: ; Nicolaus Mellini inc: | |
Descrizione: | [S.l. : s.n., 17..-18..]. - Bul. ; 182x149, 230x168 mm |
Note: | Secondo A. DAVOLI esiste un I stato con la data 1795, che qui sarebbe cancellata. |
Note: | La stampa è copia elegante e molto curata, nello stesso verso e delle stesse dimensioni, da Agostino Carracci. |
Incisore Mellini Nicola (1795-1836)
Inventore Carracci Ludovico (Bologna 1555-1619)
Luogo e anno di edizione 1800
Tecnica e supporto Acquaforte Iscrizione incisa
dip./Nicola Mellini dis e inc. S. Girolamo/quadro di Lodovico Caracci alto piedi 6 e largo pie: 4 esistente in Bologna, di ragione del Cittadino Francesco Monti Bendini/al quale
come amico e riconoscente offre questa incisione Nicola Mellini l'Anno 1800
Notizie storico-critiche
Il quadro di San Gerolamo dipinto da Ludovico Carracci in casa Monti è andato perduto, questa incisione dedicata al Francesco Monti Bendini, e quella più nota attribuita a Ludovico Mattioli derivante dal San Gerolamo dipinto in casa Sampieri (Bologna PN 5273), sono estremamente importanti poichè documentano due opere disperse di Ludovico. Anche Sir Joshua Reynolds,
durante il suo viaggio in Italia, disegnò nel suo taccuino due rapidi schizzi del San Gerolamo di casa Sampieri e di quello di casa Monti (G. Perini, Sir Joshua Reynolds a Bologna (1752)
Considerazioni preliminari ad una edizione critica dei taccuini di viaggio basate sul taccuino conservato al Sir John Soane's Museum di Londra, in "Storia dell'Arte", 1991, pp. 361 - 412)
Loisel ha recetenemente ritrovato un disegno dal vero a matita nera che ritrae un vecchio seduto con un libro sulle ginocchia conservato nella collezione Fanchsenfeld di Stoccarda (C. Loisel, A portrait by Ludovico Carracci at Christ Church, Oxford. His Early Chronology reconsidered, in
"Apollo", March 2000, p. 27) certamente opera di Ludovico preparatoria per il dipinto Monti. Dal catalogo Fasella non risulta la valutazione dell'incisione
Trovate altre opere del Mellini anche su
Interessanti le annotazioni che raccontano la storia di questa incisione del Mellini su:
e ancora:
Inoltre su questi due siti
libro dell'autore Pier Luigi Perazzini che ci svela la storia di un santino raffigurante un crocifisso inciso dal Mellini e che sicuramente ci potrà dare ulteriori notizie sulla sua vita.
Aspettando di comprare questo libro facciamo alcune considerazioni per meglio inquadrare il periodo di vita dell'incisore bolognese. A questo punto, dopo aver raccontato tutto quello che si poteva raccontare sull'incisore, non ci resta che prendere in esame la data del 1798, poiché molto importate in quanto ci
consente di retrodatare di qualche anno la nascita del Mellini, infatti; se prendiamo in esame il santino della Madonna delle Febbri, il cartiglio sottostante ci dice che:
tale Madonna è venerata (attenzione al verbo che è al presente e non al passato) nella Chiesa di Santa Maria Maddalena in Bologna, quindi ;
tale Madonna è venerata (attenzione al verbo che è al presente e non al passato) nella Chiesa di Santa Maria Maddalena in Bologna, quindi ;
si può supporre che l'immaginetta fu eseguita in un periodo precedente, alla data del 1798, anno in cui fu sciolta la "Compagnia della Madonna delle febbri"dalle leggi napoleoniche e l'affresco della Madonna fu spostato nella Chiesa di San Domenico.
Alla luce di tali conferme, possiamo così spostare la data della presunta nascita del Mellini (poiché nel 1798 avrebbe avuto solo 3 anni!), dal 1795 ad almeno 15 - 20 anni prima quindi tra il 1775 e il 1780.
Spero come sempre di aver contribuito ad arricchire il vostro (ed il mio) bagaglio di conoscenza.
Giovanni Battista Bondesan
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Tutte la mie ricerche vengono depositate.
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