Cominciamo questo nostro post sulla casa editrice Salvardi rispondendo a una domanda che si pone il mio amico collezionista Luca Farese sul suo bel Blog "La Fabbrica dei Santini" che vi invito a visionare!
Che si domanda da chi sia stato stampato il santino di San Petronio, da Natale Salvardi di Bologna o dalla AR di Milano?
Per quanto mi riguarda, come già scritto per il post (che chi mi segue, avrà già letto) sul Santino "Madonna della sedia" dell'editore Gypen, affermo che l'immagine era di proprietà dell'editore inglese Sir Raphael Tuck, mentre il santino fu commercializzato dal Gypen che per riprodurlo versò sicuramente i diritti d'autore, oggi detti copyright.
Anche in questo caso ma in tempi più recenti - il santino della AR databile credo intorno agli anni 60- la casa editrice milanese utilizzò un' immagine edita da Salvardi pagandone i diritti d'autore per l'utilizzo.
Infatti se confrontiamo il santino della AR con quello edito da Salvardi (badate bene ho scritto un'immagine edita da Salvardi e non l'immagine... quindi non affermo che sia quella del santino merlettato) una litografia merlettata a punzone della fine del XIX secolo, sono molto somiglianti nella loro impostazione, sia figurativa che iconografica.
Nell'iconografia classica il santo è rappresentato con la città di Bologna tra le mani nei due santini invece è rappresentata sullo sfondo.
Piccola curiosità, sullo sfondo si vedono le mura di cinta della città con la cupola della chiesa di Santa Maria della Vita e le due torri degli Asinelli e la Garisenda.
Nel santino AR non è presente il campanile della chiesa di Santa Maria che possiamo vedere bene in questa foto di Alinari:
La Salvardi fu una casa editrice fondata agli inizi del XIX secolo e precisamente nel 1802 ad opera di Natale Salvardi ne trovate cenni sul sito dell'Azienda esistente ancora oggi.
La Ditta da me contattata telefonicamente, ha confermato che interruppe la produzione di santini intorno la fine degli anni 60, non mi dilungherò sulla sua storia in quanto ne ha già parlato ampiamente il mio amico Biagio Gamba sul suo sito Collezionare santini, ma prenderò in esame un santino.
Il "Santino" che vi propongo è un' incisione su acciaio a bulino su carta semplice misure 7X11
Come si può facilmente verificare non viene riportato l'incisore dell'immaginetta, ma solo l'editore e solitamente sulle incisioni pubblicate sotto il titolo veniva stampato "Dal Salvardi nel Pavaglione" o "Dal Salvardi in Bologna" .
In questo caso troviamo una dicitura differente:
BOL. a dal Salvardi nel Pava.e
L'abbreviazione potrebbe significare BOLINATA (o BULINATA cioè incisa).
Gli incisori che lavorarono per il Salvardi possiamo affermarlo con certezza, furono in molti a conferma di una notevole notorietà che ebbe questa casa editrice e quindi anche di una rilevante mole di commesse.
di seguito un elenco preso dalla Biblioteca Panizzi in cui troverete anche splendide incisioni:
1)Angelo Gatti
2) Antonio Nerozzi
3) Cesare Savini
4) Francesco Rosaspina
5) Francesco Spagnoli
6) Gaetano Gandolfi
7) Giulio Tomba
8) Giuseppe Giorgi
9) Leandro Marconi
10) Luigi Martelli
11) Luigi Paradisi
12) Nicola Mellini
e ancora, menzionati sul sito Collezionare santini del mio amico Biagio:
1) Antonio Banzo
2) Achille Lega
3) Giovanni Zecchi
Datare l'immaginetta in maniera precisa risulta alquanto difficile anche perché la Calcografia Salvardi fu una delle poche case editrici ad usare le tecniche incisorie tradizionali anche dopo la metà del XIX secolo.
Orientativamente potrebbe essere stata stampata intorno alla metà dell'800.
Come detto, l'attribuzione a un dato incisore, non è facile se non si hanno dati certi, noi ci proveremo lo stesso, avendo a disposizione per il confronto altre due incisioni prese dalla Biblioteca Panizzi (fonte di inesauribili informazioni) della Beata Vergine Addolorata.
Incisore: | LEGA, Achille (S. Pietro in Trento, Forlì, 1832 - post 1897) |
Titolo: | IMMAGINE DELLA B.V. ADDOLORATA Che si venera nella Chiesa dei P.P. Servi di Maria in Bologna |
/ A. Lega inc. | |
Descrizione: | [S.l. : s.n., 18..]. - Acqf. e bul. ; 312x199, smg., foglio 356x254 mm |
Numero frame: | 16677 |
Supporto: | Carta non vergata |
Filigrana: | s.f. |
Stato: | Discreto: ossidaz.; strappo nella piega orizz. in basso, foro di tarlo rest. sul verso, foxing. |
Repertori: | Schede A. Davoli Biogr. 800 per l'A. |
Incisore: | RINALDI (op. nei primi decenni del sec. XIX) |
Titolo: | Immagine della B. V. Addolorata che si venera in Bologna nella Chiesa de R.R. P.P. Servi di Maria |
/ Rinaldi incise. | |
Descrizione: | [S.l. : s.n., 18..]. - Mpu. e psc. ; 315x201, 363x239 mm |
Numero frame: | 27888 |
Supporto: | Carta non vergata |
Filigrana: | c.f. mutila: lettera A |
Stato: | Buono: sgualciture, in particolare al margine dx. |
Ora se mettiamo a confronto le 3 Madonne:
Esaminando attentamente il confronto a tre, le Madonne risultano molto simili tra loro, ma saltano comunque all'occhio particolari differenti.
Ovviamente vi è in tutte e tre, una differenza sostanziale e cioè la tecnica di incisione, mentre il "santino" è una incisione a bulino, nelle altre due la tecnica è mista, acquaforte e bulino.
Nella Madonna del Lega (la prima a sinistra) il viso e conseguentemente lo sguardo sembrano avere un inclinazione diversa di più verso l' alto a destra (a sinistra per chi guarda), mentre nella Madonna del Rinaldi (a destra) la differenza che salta all'occhio è nel mantello, che ricopre la veste, si notano infatti una serie di stelle che decorano la bordatura del mantello.
Nel "santino" invece, è presente un secondo scalino nel piedistallo che manca nelle altre due incisioni.
Nel complesso << a mio parere>> il "santino" sembra poter essere una riproduzione della Madonna del Rinaldi.
Se, per quanto riguarda l'incisore Achille Lega, esistono delle certezze che abbia inciso per il Salvardi, non è così per Francesco Rinaldi che invece sembra, abbia lavorato a Roma.
Attenzione, non sto attribuendo il santino all'incisore Rinaldi , difatti ho parlato di riproduzione della Madonna del suddetto, in quanto si potrebbe ipotizzare, in virtù appunto, della notorietà e della mole di lavoro che la Ditta Salvardi, possa aver avuto nello staff della sua calcografia, degli "incisori lavoranti" che appunto si dedicavano alla produzione di santini, riproducendo disegni di incisori più famosi e questo spiegherebbe due cose; la semplicità dell'incisione e il perché su molti santini non vi era impresso il nome dell'incisore.
Questa metodologia di lavoro diminuiva i costi e ne aumentava la redditività, naturalmente nel momento in cui vi erano commesse particolari il lavoro cambiava di mano, passando a incisori per così dire, professionisti.
Ma vi è anche un altra possibilità e cioè,dato che la produzione di santini dava la possibilità di avere un lavoro continuativo anche se poco pagato, molti incisori artisti squattrinati, pur di guadagnare e cercare una via per affermarsi, si davano all'incisione di santini.
Per poter "raccontare" il santino abbiamo fatto ipotesi e congetture ma non sapremo mai chi lo ha inciso, se un giovane apprendista o un affermato incisore, l'unica cosa certa e reale è che questo "pezzetto di carta" dopo 200 anni è qui;
"tra le mie mani" .
Spero come sempre di aver contribuito ad arricchire il vostro (ed il mio) bagaglio di conoscenza.
Giovanni Battista Bondesan
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Tutte la mie ricerche vengono depositate.
grazie! possiedo una stampa dell'Addolorata di Bologna...e ora finalmente so chi è l'incisore: Achille Lega.
RispondiEliminaA suo avviso, è una stampa rara? l'immagine che ho misura 29x20cm
grazie
Devis