
Eccomi con una nuova ricerca, questa volta prendiamo in esame un santino a libretto dell' U.M.F. Unione missionaria Francescana nata alla fine del XIX secolo ad opera dei Frati Minori con l'intento di divulgare la parola di San Francesco.
Diverse associazioni nacquero inizialmente in Europa agli inizi del '900 in Portogallo Olanda Francia e Germania
per sostenere con la preghiera e le opere il lavoro dei Frati Minori.
L'UMF fu benedetta da Papa Pio X prima e approvata completamente da Papa Pio XI nel 1922.
L'immaginetta che vi propongo raffigura Sant'Antonio da Padova nella raffigurazione classica con il Bambino Gesù tra le braccia e la presenza dei gigli simbolo di purezza, ma con l'aggiunta di un mappamondo sotto il piede sinistro con il continente Africano in primo piano, l'immagine del santo infine è racchiusa in una cornice formata da gigli 34 grandi e 34 più piccoli.
L'immaginetta è degli anni 30 del'900 per l'esattezza del 1928 le cui misure sono 7,5x12,5 cm. mentre completamente aperto risulta essere 22,3x12,5 cm.
Aprendo il libretto notiamo che risulta suddiviso in tre parti contenente lo statuto dell'UMF.
Nella parte terminale dopo lo Statuto una preghiera per la conversione degli Infedeli e infine l'attestazione di iscrizione all'UMF.
Nella parte terminale dopo lo Statuto una preghiera per la conversione degli Infedeli e infine l'attestazione di iscrizione all'UMF.
Come notiamo dall'ingrandimento il santino nella parte posteriore risulta manoscritto, purtroppo però non conosceremo mai il suo possessore in quanto chi lo deteneva si è solo divertito scrivendo Sede di Paradiso e Sigr Madre di Dio come membro Gesù.
Ma torniamo alla nostra immagine di Sant'Antonio.
Ma torniamo alla nostra immagine di Sant'Antonio.
Ormai conoscete la mia passione per la numerologia e per la simbologia , quindi andiamo ad analizzare la litografia (il libretto è stampato su carta rigida) e vediamo se questo santino ci riserva qualche sorpresa.
Iniziamo con la cornice
è composta da gigli simbolo di purezza suddivisi in due misure piccoli e grandi posti in maniera alternata in totale la cornice è formata da 34 gigli piccoli e 34 grandi
la cui somma da 68 , sommando ulteriormente 6+8 otterremo 14 da cui avremo 5 in numerologia il suo significato è il seguente:
Cinque è collegato alla consapevolezza dei cinque sensi così come alla protezione. Rappresenta anche il servizio agli altri. In quanto numero delle dita della mano, il cinque indica il potere dell'uomo.
Questo significato si riflette nella matematca a base 10 (visto come doppio cinque), nelle costruzioni militari a forma di pentagono o di stella a cinque punte, nello stesso pentacolo.
il 5 comanda il sole e le stelle.È un numero dalle molte facce che collega lo stato fisico alla salute mentale, che governa l'abilità di pensare chiaramente e la capacità intellettuale.
Rappresenta l'apertura a nuove idee ed esperienze, è altamente analitico e ha l'abilità di pensare in modo critico, ma può ponderare così eccessivamente un problema da fargli perdere significato.
È la ricerca della libertà, dell'avventura.
Se analizziamo di Sant'Antonio, la sua vita e le sue opere possiamo intuire come il numero 5 simbolizzi appunto tale figura.
Inoltre 34 sono anche gli anni Sant'Antonio quando si stabilisce a Padova nel 1229 due anni prima di morire nel 1231 la cui somma è 7 come la somma dei 34 gigli.Guardiamo ora i Gigli posti a fianco del Santo
Sono in totale 16 e anche qui torna il 7.
4 invece sono i gigli sbocciati mentre 2 non lo sono del tutto.
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Durante la festa del Giglio che si svolge a Nola il 22 (2+2) giugno per le vie della città vengono portati a spalla 8 (4+4) enormi gigli costruiti in legno.
(per la festa vedi il sito http://www.lucianopignataro.it/a/la-festa-dei-gigli-di-nola-ed-il-pranzo-dei-collatori/6020/)
La parola Gigli e Giglio nelle Sacre scritture è presente in ben 19 versetti tra cui:
Cantico 4:5
Le tue mammelle sono due gemelli di gazzella
che pascolano tra i gigli.
Cantico 2:2
Quale un giglio tra le spine,
tale è l'amica mia tra le fanciulle.
Il giglio oltre ad essere prescelto dal cristianesimo per simboleggiare la purezza della Madonna.
Una
leggenda narra, tra l'altro, che Maria abbia scelto il suo sposo proprio perché
lo aveva notato tra la gente con un giglio tra le mani: questo spiegherebbe
perché Giuseppe è spesso raffigurato con un bastone da cui sbocciano dei gigli
bianchi.
Nella mitologia si narra invece che il giglio nacque da una goccia di latte caduta dal seno di Giunone mentre allattava il piccolo Ercole (vedi cantico 4,5).
il significato di purezza e castità (che permane) è superato da quello di
dignità e nobiltà nell'atteggiamento e nell'animo.
Nella sua forma stilizzata utilizzata anche in araldica negli stemmi nobiliari rappresenta la trinità ed è anche utilizzato dalla Massoneria per celare il vero simbolo .
Il 4 nella numerologia Cristiana indica la Croce a cui si attribuiscono appunto i significati di purezza dignità e nobiltà d'animo.
Nella parte alta vi è una scritta in latino che recita:
S.Antonius de Padua Patronus Unionis Missionarie Franciscane
Sant'Antonio da Padova Patrono Unioni Missionarie Francescane.
I caratteri utilizzati ricordano il gotico antico utilizzato intorno al XIV secolo e l'intera immagine volutamente ricorda una calcografia di quel periodo vuoi per lo stile usato per i caratteri di scrittura che per l'immagine del santo e soprattutto per l'utilizzo del colore dell'inchiostro infatti nel XIV secolo , l'inchiostro utilizzato era a base ferrosa quindi in breve tempo si ossidava perdendo così il colore nero che diventava marrone.
Altro particolare il Mappamondo sotto il piede sinistro.
Dal Martirologio Romano:
Passiamo ora alla raffigurazione del Santo in cui vi sono 3 particolari degni di nota.
Il Rosario raffigurato riporta effetivamente 30 grani come quello che utilizzava San Francesco e che è stato scoperto ai suoi piedi all'interno della sua tomba nel 1818.
I Nodi sul cordone rappresentano i 3 voti dei Francescani Castità Obbedienza e Povertà ma in questo caso i nodi sono 2 perchè?
All'apparenza mancherebbe un Voto ma quale?
Secondo una mia personale ipotesi non era infrequente che in passato molti artisti rappresentassero alcuni santi con due nodi invece di 3.
Il Nodo mancante sarebbe quello relativo all'obbedienza, naturalmente non riferito alla mancanza di quest'ultima verso Dio ma alla sua ingerenza (del Santo) nei confronti della Gerarchia della Chiesa.
Difatti molti Santi tra cui San Francesco e ricordo uno storicamente più vicino a noi Padre Pio furono osteggiati dalla Chiesa stessa in quanto ritenuti dei sobillatori che sconvolgevano quelli che erano i precetti fondamentali della Chiesa di allora.
Nel 3° dettaglio l'autore dell'immagine ha voluto inserire un riferimento particolare penso possa trattarsi di un foglio di pergamena e non di un lembo del saio come a prima vista potrebbe sembrare dove sono segnati dei numeri che sono 534 questo riferimento numerico porta ad un libro
il Catalogo dei Codici Manoscritti esistenti nella Biblioteca di Sant'Antonio di Padova
il Catalogo dei Codici Manoscritti esistenti nella Biblioteca di Sant'Antonio di Padova
libro del 1842 in cui alla pagina 134 posizione 534 si parla del codice manoscritto di Augusto Dunensis Honorius o anche detto Onorio di Autum (1080-1154) monaco e teologo tedesco.
Tale riferimento numerico lega al suddetto Onorio, Sant'Antonio da Padova e San Bonaventura, quest'ultimo vedremo ci porterà a parlare poi della casa editrice di questo santino.
San Bonaventura (1217-1274) fu un cardinale e ministro dell'Ordine Francescano.
Il legame che porta ad unire il Santo con un Teologo tedesco e un Cardinale sono le loro disquisizioni e controversie sulla concezione della Beata Vergine Maria che ritroviamo trascritte in un libro dal titolo appunto:
Controversia della concezione della beata Vergine Maria
Libro del 1703.
Infine nella parte bassa a sinistra
sono presenti 2 firme poco leggibili per la verità che potrebbero essere quelle degli autori dell'immagine e cioè il disegnatore e l'incisore.
per terminare questa analisi, come possiamo notare da questo ingrandimento
Il "Santino" fu stampato a Quaracchi paesino a 8 chilometri da Firenze dalla Tipografia del Collegio di San Bonaventura e cosa inusuale nei "Santini" viene indicato l'anno di stampa 1928.
Il Collegio di San Bonaventura di Roma, anche conosciuto come Pontificio Collegio Sistino o "Seraphicum" fu fondato il 18 dicembre 1587 e deriva dagli antichi Studi Generali universitari dell'Ordine dei Frati Minori Conventuali, detti poi, appunto, Collegi.
Nel 1877 ad opera di Padre Fedele Maddalena da Fanna viene istituita la casa editrice con annessa tipografia a Quaracchi vicino Firenze nella Villa Rucellai una costruzione del XV° secolo , la casa editrice superò indenne le due Guerre ma nulla potè contro l'esondazione dell'Arno il 4 novembre del 1966, nella primavera del 1971 l'effettivo trasferimento a Grottaferrata vicino Roma e ancora oggi continua il suo lavoro editoriale.
Per conoscere meglio la storia di questa casa editrice:
http://www.fratiquaracchi.it/
www.ofm.org/educ/doc/quaracchi.rtf
Tale riferimento numerico lega al suddetto Onorio, Sant'Antonio da Padova e San Bonaventura, quest'ultimo vedremo ci porterà a parlare poi della casa editrice di questo santino.
San Bonaventura (1217-1274) fu un cardinale e ministro dell'Ordine Francescano.
Il legame che porta ad unire il Santo con un Teologo tedesco e un Cardinale sono le loro disquisizioni e controversie sulla concezione della Beata Vergine Maria che ritroviamo trascritte in un libro dal titolo appunto:
Controversia della concezione della beata Vergine Maria
Libro del 1703.
Infine nella parte bassa a sinistra
sono presenti 2 firme poco leggibili per la verità che potrebbero essere quelle degli autori dell'immagine e cioè il disegnatore e l'incisore.
per terminare questa analisi, come possiamo notare da questo ingrandimento
Il "Santino" fu stampato a Quaracchi paesino a 8 chilometri da Firenze dalla Tipografia del Collegio di San Bonaventura e cosa inusuale nei "Santini" viene indicato l'anno di stampa 1928.
Il Collegio di San Bonaventura di Roma, anche conosciuto come Pontificio Collegio Sistino o "Seraphicum" fu fondato il 18 dicembre 1587 e deriva dagli antichi Studi Generali universitari dell'Ordine dei Frati Minori Conventuali, detti poi, appunto, Collegi.
Nel 1877 ad opera di Padre Fedele Maddalena da Fanna viene istituita la casa editrice con annessa tipografia a Quaracchi vicino Firenze nella Villa Rucellai una costruzione del XV° secolo , la casa editrice superò indenne le due Guerre ma nulla potè contro l'esondazione dell'Arno il 4 novembre del 1966, nella primavera del 1971 l'effettivo trasferimento a Grottaferrata vicino Roma e ancora oggi continua il suo lavoro editoriale.
Per conoscere meglio la storia di questa casa editrice:
http://www.fratiquaracchi.it/
www.ofm.org/educ/doc/quaracchi.rtf
Con questo post approfitto per fare gli Auguri di Buon Natale e Felice Anno Nuovo a TUTTI e ci vediamo nel 2013 Apocalisse permettendo!
Giovanni Battista Bondesan
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